Cloud Gaming e Steam – eventi che stanno cambiando le carte in gioco

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di Emiliano “Emix” Ribaudo

Una volta un amico mi disse “ogni volta che mi mandi una mail devo cercare su Google qualche parola”, il che mi fece molto ridere, ma anche riflettere.

Per chiunque si trovasse nella sua stessa drammatica posizione (ovvero avere a che fare con almeno un nerd di videogiochi che ti parla di cose incomprensibili) e volesse colmare il gap, ecco un comodo Glossario dei termini che popolano e popoleranno questa rubrica, che capirsi è importante.

Un Glossario, già, esattamente come in Console Mania.

Al giorno d’oggi non si direbbe glossario, ma Wiki-qualcosa.

Eh, tempi moderni, valli a wiki-capire.

Cloud Gaming:

Si parla di Cloud Gaming quando il codice del videogioco con cui ti trastulli non risiede fisicamente nel tuo pc, cellulare o nel blu-ray dentro la tua videogame box, bensì in server remoti che si occupano di ospitare e caricare i file del gioco, eseguirli, processare gli input e inviare il video al tuo display.

Sembra una cosa uscita da Star Trek, ma da anni è una realtà non poi così diversa da guardare un episodio di Rick and Morty in streaming.

Soltanto che il videogioco è interattivo (good bye buffering!) e deve rispondere ai tuoi comandi in tempi ragionevolmente accettabili.

La prontezza con cui l’infrastruttura risponde agli input del giocatore è fondamentale nei videogame d’azione come gli shooter in prima persona, così come nei picchiaduro o le simulazioni sportive.

Il Cloud Gaming quindi, per funzionare senza ansie da prestazione in tempi di nuove scintillanti Playstations, schede grafiche Nvidia e Switches OLED, ha letteralmente bisogno della connessione a internet della Stazione Spaziale Internazionale, pochi fronzoli.

Eppure ci sono diversi vantaggi (teorici) e molte promesse allettanti:

Nessun download, nessun aggiornamento, giochi immediatamente disponibili, nessuna console da 500 sberle da acquistare per poter giocare, accessibilità e portabilità su ogni device.

Roba forte, tanto che aziende come:

  • Google,
  • Amazon,
  • Microsoft,
  • Nvidia,
  • Facebook e
  • Netflix,

giusto per citarne alcune, hanno deciso di investire fortemente nel settore, con svariate offerte tagliate su distinti tipi di pubblico.

Il Cloud Gaming potrebbe trasformare l’industria videoludica e il modo in cui i videogiochi vengono e verranno distribuiti e concepiti, e credo che il suo impatto sia destinato a lasciare il segno, probabilmente in maniera simile a quanto fecero Steam e la distribuzione digitale 20 anni fa.

Steam:

Steam è la più grande piattaforma online per la vendita di videogiochi digitali (download only) per Personal Computer, Mac e probabilmente anche Android, Linux, IOs, Lavatrici intelligenti, orologi saccenti, vai tu a sapere, c’è di tutto.

Fondata dal milionario Gabe Newell nel 2003 e caratterizzata da un’interfaccia utente brutta e antipatica per trademark, con 33 milioni di utenti attivi quotidianamente, 95 milioni di utenti attivi ogni mese e 30.000 giochi in catalogo è, che ci piaccia o meno, la piattaforma di riferimento per il gaming su Personal Computer – dopo uTorrent.

Disponibile in quasi tutti i Paesi del mondo, sebbene in Cina la libreria di titoli sia composta in totale da 6 o 7 giochi, Steam offre molti servizi e funzionalità innovative, pullula di free to play, indie games assurdi, perle sconosciute, produzioni tripla A e amenità casual.

Lo store tuttavia non è perfetto, ma comunque continua a evolversi e non penso abbia mai fatto rimpiangere a nessuno dover ritornare da Gamestop, il Blockbuster dei videogames, per acquistare un videogioco – attività che effettivamente non ho più praticato negli ultimi 20 anni.

Grazie Steam.

Chiaramente non esiste solo Steam nel panorama delle piattaforme per la distribuzione digitale, quelle anime inquiete dietro Fortnite, Epic Games, hanno montato uno storefront tutto loro, con blackjack e squillo di lusso, e stanno perdendo centinaia di milioni di dollari per competere con Gabe.

Tra i concorrenti di Steam con più senso di esistere spiccano GOG e Humble Bundle.

Tra quelli con meno senso spicca, non ci crederete mai, Gamestop.

Emiliano “Emix” Ribaudo

Tempo di lettura: 2’10”

Foto tratta da: Stadia Gamepads – Google

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