Cosa è l’improvvisazione nella recitazione:
Per molto tempo il termine “ improvvisazione ” prestato all’attività recitativa è stato legato a doppio filo con la tradizione della Commedia dell’Arte.
Uno stile e un genere tutto italiano nato nel XVI secolo.
Non vi era un testo scritto con sequenze di battute da seguire pedissequamente, come nel classico teatro nato dalla riforma goldoniana in poi.
Gli attori, in maschera, seguivano piuttosto un canovaccio, attorno a cui veniva costruita all’impronta una recita cosiddetta “a soggetto”.
In realtà si tratta di una tradizione molto più antica, che viene fatta risalire alle opere dei grandi commediografi greci come Aristofane e Plauto, fino a giungere alle correnti artistiche del ventesimo secolo
Era declinata in generi come:
- l’avanspettacolo,
- il teatro di rivista e
- la stand up comedy.
L’improvvisazione nel teatro italiano:
L’Italia ha avuto storicamente una ricca tradizione di improvvisatori versatili e imprevedibili, come Ettore Petrolini, Nino Taranto, Walter Chiari, Macario e Totò.
Tutti ricorderemo la scena della dettatura della lettera in “Totò, Peppino e la malafemmina”: secondo alcune testimonianze, l’intera sequenza non era affatto riportata nel copione, ma venne del tutto improvvisata dai due attori, che si divertirono a stravolgere la scena originaria, creando uno dei più grandi capolavori di originalità del cinema nostrano.
Risultante di un fuori programma sono state anche scene storiche di alcuni grandi film, come il monologo finale di Rutger Hauer nei panni del replicante in Blade Runner (“Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”).
Come pure la scena di al Pacino in Taxi Driver davanti allo specchio (“Stai parlando con me?”), ripresa da Scorsese addirittura ad insaputa di De Niro, durante una sua prova di riscaldamento.
Scuole di improvvisazione:
Negli ultimi decenni l’improvvisazione teatrale ha vissuto una seconda giovinezza con la nascita di numerose scuole di improvvisazione.
Qui vengono insegnati agli allievi metodi e tecniche per la creazione di una drammaturgia estemporanea fatta di match di improvvisazione e musical totalmente improvvisati.
Creatività, comunicatività, senso del rischio, senso della narrazione diventano parte fondamentale di uno studio che sta a monte del duro lavoro dell’improvvisatore. Perché l’improvvisazione non si improvvisa.
Simone Buffa
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