David di Donatello 2024 – Il Podio del David di Donatello 2024

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Davide di Donatello, edizione 2024. Quali sono i film arrivati sul podio del David di Donatello 2024? Scopriamolo insieme.

di Fabio Bandiera

 

Oscar Italiani del Cinema a Ciencittà – Premiazione David di Donatello 2024 

Gil Oscar italiani del Cinema si sono svolti come di consueto nella storica e intramontabile cornice degli studi di Cinecittà si è svolta la premiazione degli Oscar Italiani del cinema 2024, mai come quest’anno ricca di pellicole di altissima qualità.

David di Donatello 2024 – Io Capitano vincitore della sessantonovesima edizione dei David di Donatello

Io capitano di Matteo Garrone è il vincitore della sessantanovesima edizione dei David di Donatello.

David di Donatello 2024 - Io Capitano vincitore della sessantonovesima edizione dei David di Donatello
David di Donatello 2024 – Io Capitano vincitore della sessantonovesima edizione dei David di Donatello

Una cinquina straordinaria che non si vedeva da anni, sintomo evidente che il cinema italiano è vivo e in salute come non mai tra maestri eccellenti e giovani autori sia emergenti che consolidati.

David di Donatello i film più premiate dell’edizione del 2024

Sette statuette al capolavoro di Garrone, sei al campione di incassi della rivelazione Paola Cortellesi, cinque all’inossidabile Marco Bellocchio e, seppur a mani vuote, la qualità degli altri due film di Nanni Moretti e Alice Rohrwacher è fuori discussione come confermato dai relativi incassi al botteghino.

Ad impreziosire la kermesse hanno di sicuro contribuito i due David alla carriera, il primo doverosamente assegnati alla bravissima Milena Vukotic, artista versatile, longeva e poliedrica che alla tenera età di ottantanove anni ancora calca i palcoscenici di tutta Italia.

Il secondo David di Donatello alla carriera ad uno dei più grandi geni ed innovatori della musica che ancora oggi si continua a ballare in tutti i dancefloor mondiali, stiamo parlando di sua maestà Giorgio Moroder la cui biografia e il suo sterminato curriculum non hanno bisogno di ulteriori approfondimenti.

Resta evidente l’assurdità di non averlo mai premiato prima e di esseri ricordati solo ora della sua indiscutibile grandezza.

Le tre statuette assegnate all’esordio in regia di Michele Riondino completano questo quadro vivo e confortante sul nostro cinema troppo spesso bistrattato a volte superficialmente senza un minimo di analisi critica…………

DAVID DI DONATELLO: I CANNIBALI, PAOLA E MATTEO

C’è Ancora Domani ed Io Capitano sono le punte dell’iceberg di un 2023 ricco di soddisfazioni che ha portato la Cortellesi a quasi quaranta milioni di incassi, cifre che non si vedevano da anni, e Garrone alla nomination all’Oscar tra i cinque migliori film stranieri.

Due film diversissimi, ma profondamente attuali e connessi al nostro quotidiano, due capolavori che affrontano con coraggio e determinazione soggetti duri e scottanti con i quali non è affatto semplice confrontarsi senza rischiare di cadere nella banalità.

Garrone ribalta la questione dei migranti affrontandola dal versante opposto, quello della partenza e delle motivazioni che spingono i cugini Seydou e Moussa a lasciare Dakar per imbarcarsi in un’impresa più grande di loro.

Un racconto universale in cui Garrone rivolge il suo sguardo alle dinamiche connesse a scelte così drastiche e drammatiche accompagnandoci per mano in questo viaggio nell’abisso degli inferi.

Una via crucis che il regista romano racconta mirabilmente grazie ad una sceneggiatura di ferro e ad un talento smisurato, David meritatissimo ed ennesima conferma di un cineasta che in ogni pellicola non ha mai paura di osare ed affrontare tematiche sociali ad altissima complessità. Chapeau!!

L’Esordio alla Regia di Paola Cortellesi e i premi ai David di Donatello 2024

Riuscitissimo anche l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, che ha il merito di trasportarci, omaggiandola, nella commedia anni ’30-’40 in bilico tra l’evasione e il Neorealismo.

Una famiglia in bianco e nero come tante nel dopoguerra, una moglie inerte di fronte ad un marito manesco e sfacciatamente autoritario.

Uno specchio di quei tempi tra il grottesco e il sottomesso, quasi rassegnato, in cui i due abili interpreti, la stessa Cortellesi e un efficacissimo Mastandrea, tratteggiano con vigore e passione, tra amarezza e speranza il lavoro fatto, e quello che ancora ci sarà da fare per raggiungere la pari dignità di genere………..

DAVID DI DONATELLO: SUL PODIO…BELLOCCHIO…RIONDINO…

DAVID DI DONATELLO: SUL PODIO...BELLOCCHIO…RIONDINO…
DAVID DI DONATELLO: SUL PODIO…BELLOCCHIO…RIONDINO…

Tra i vincitori di questa edizione non possiamo non citare l’ennesimo filmone del sempreverde Marco Bellocchio, e l’altrettanto efficace Palazzina Laf del tarantino Michele Riondino che si getta anima e corpo tra le macerie civili della sua Taranto.

Rapito ci immerge nei cortocircuiti e nei chiaroscuri della Storia raccontandoci la vicenda del bambino Bolognese Edgardo Mortara, di famiglia ebreo, ma battezzato all’insaputa dei suoi genitori e di conseguenza prelevato forzatamente come cristiano dalla Chiesa.

La storia di un rapimento, una tragedia in cui sarà la figura di Papa Pio IX, di cui Edgardo diventerà suo pupillo, a rivendicarne in tutto e per tutto la sua educazione al cattolicesimo.

Uno strappo, un dolore sordo che trafiggerà la sua famiglia, tra il pianto disperato della madre e le continue rassicurazioni del piccolo che abbraccerà la sua sorte accettandone i dettami in un finale teso e denso di pathos e ambiguità.

Discorso diverso quello che affronta il film di Riondino che tinteggia in un affresco compiuto la realtà operaia del meridione, tra la denuncia sociale e le maschere tragiche e bizzarre di un certo cinema che guarda con deferenza all’impegno civile.

Un film non sempre centrato e compiuto nel suo divenire, ma comunque coraggioso e ricco di spunti di riflessione dai quali emerge quel senso beffardo dell’essere in comunità, tra pause pranzo e mani sporche di grasso segni tangibili di un’inesorabile e drammatica condivisione……..

DAVID DI DONATELLO: NANNI ED ALICE………ANATOMIA DI UNA CADUTA………..

E’ doveroso parlare anche degli altri due bellissimi film candidati, ma rimasti a bocca asciutta, perché rappresentano il termometro esatto dell’asticella qualitativa del trascorso anno cinefilo.

Il Sol dell’Avvenire di Nanni Moretti è un nuovo tassello significativo della sua immensa filmografia, una storia giovane sulla difficoltà dell’invecchiare, ma anche un tentativo per rimettere i pezzi del puzzle al proprio posto.

Un film contenitore che danza tra i postumi di un passato pesante, tra l’incertezza e la confusione del presente ed  un futuro da ipotizzare e sognare con la vitalità che questo splendido settantenne ancora riesce ad esprimere nella sua prorompente e spesso caotica concettualità.

La Chimera di Alice Rohrwacher è un altro viaggio vorticoso e nostalgico, tra il didascalico e a tratti dispersivo abbondare, ma ricco di spunti ed intuizioni tipiche del cinema di una delle registe nostrane più amate all’estero.

Siamo alle prese col mondo dei tombaroli alla ricerca spasmodica di cimeli etruschi, soffusi richiami rurali a cavallo tra l’arcaico e l’alba di una modernità che sta per nascere. Una dicotomia che investirà i soggetti coinvolti in questa storia ambigua e affascinante ricca di rimandi e di traiettorie impercettibili, codici di geometrie esistenziali…………

Ad impreziosire notevolmente il palmares di questa mirabile edizione c’è di sicuro il David assegnato al miglior film straniero, Anatomia di una caduta di Justine Triet:

Già vincitrice della Palma d’Oro e dell’Oscar come miglior film Europeo e senza ombra di dubbio una delle pellicole più importanti dell’anno passato.

Una storia sceneggiata magnificamente, impeccabilmente diretta ed efficacemente interpretata in cui la trama portante processuale, filo conduttore di un omicidio non-omicidio, delinea l’enigma subdolo che si cela tra le pieghe di un rapporto dai mille e irrisolti risvolti.

Un film assoluto, un gioiellino da recuperare per chi non l’avesse ancora visto.

La speranza è l’auspicio è che si riparta da questa splendida annata per alzare, dopo stagioni non proprio memorabili, l’asticella sempre un po’ più in alto.

Lo dobbiamo alla nostra storia e a tutto ciò che l’Italia ha rappresentato e continua a rappresentare per il cinema mondiale.

Idee, talenti e argomenti non mancano, bisogna crederci e investire tutte le risorse necessarie affinchè la settima arte rimanga sempre centrale nel dibattito culturale contemporaneo del nostro Paese, il contrario sarebbe altamente delittuoso………….

Fabio Bandiera

Tempo di Lettura: 2’30’’

www.daviddidonatello.it

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