In corso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea la mostra Il tempo del Futurismo,
ideata e costruita sulla figura di Filippo Tommaso Marinetti di cui ricorrono ottant’anni dalla sua morte avvenuta nel dicembre del 1944.
Occasione per ribadire con forza i valori intrinsechi del movimento da lui fondato col celebre manifesto del 1909, focalizzando la propria attenzione nel rapporto tra arte, scienza e tecnologia.
Poeta, scrittore, drammaturgo e militare connesso all’epopea del fascismo, Marinetti è stato uno dei personaggi più influenti di inizio Novecento, secolo proiettato tra ombre luci verso un mondo nuovo.
A lui si deve la prima avanguardia storica del ventesimo secolo, grazie al famoso manifesto pubblicato su Le Figaro il 20 febbraio del 1909, in cui venivano gettate le basi di un movimento reazionario teso a liberare il Paese “dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e antiquari”.
Marinetti riuscì in pochi anni a condensare sotto la sua leadership una schiera di artisti ed intellettuali che ne condivisero i valori ideali in un periodo cruciale per il nostro Paese che si avviava tragicamente verso il primo conflitto bellico……………
FILIPPO TOMMASO MARINETTI: ALESSANDRIA D’EGITTO 1876
Figlio di un avvocato di Voghera, che si era trasferito in Egitto per motivi di lavoro, Filippo nacque nel 1876 ad Alessandria d’Egitto e, grazie alle ingenti risorse familiari, ebbe un’educazione a dir poco eccellente.
Frequentò un collegio francese di padri Gesuiti stabilendosi a Parigi nell’ultimo decennio dell’Ottocento, anni d’oro per la Ville Lumière vera Capitale culturale e delle arti.
Nonostante questa formazione cosmopolita Marinetti optò, su input paterno, per la facoltà di giurisprudenza che frequentò tra Pavia e Genova conseguendo la laurea nel 1899.
A cavallo tra i due secoli emerge la sua vena letteraria,
dapprima con alcune collaborazioni presso testate giornalistiche, manifestata in tutte le sue possibilità, dalla prosa, alla narrativa, dalla rivista alla Poesia.
Nel 1902 sarà pubblicato il suo primo libro in versi, La conquista delle stelle, primo embrione di un pensiero letterario futurista che proietta Marinetti, sulla scia del Vate D’Annunzio, tra i pensatori più liberi e influenti di inizio secolo.
Rapporto ambivalente che il nostro ebbe con quest’ultimo, un misto di rivalità e di soggezione che il fondatore del futurismo visse pur condividendone lo stesso temperamento interventista e le stesse passioni per i motori, la velocità e gli ideali per una nuova civiltà del futuro.
Tra il 1905 e il 1909 il suo sincretismo culturale, farcito dalle frequentazioni dei cenacoli parigini e dall’esperienza universitaria italiana, diede il là alla nascita dell’eclettica rivista milanese Poesia da lui finanziata e portatrice di importanti inchieste e istanze sulla trasformazione ed innovazione poetica, nonché primo organo ufficiale di un nuovo movimento che avrebbe, di lì a poco, cambiato l’incedere della Storia del nostro Paese.
FILIPPO TOMMASO MARINETTI: MANIFESTO…GUERRA…
L’amore smodato per la velocità lo condurrà nel 1908, al rischio della propria stessa vita, in un fossato in seguito ad una banale uscita di strada con la sua lussuosa Isotta Fraschini.
Pretesto ideale per il suo ego ed ideale campagna di lancio di una rivoluzione culturale, incarnata dal Futurismo, tesa a chiudere i conti con un passato ricco di orpelli decadentisti.
I nuovi valori propagati da Marinetti sono il patriottismo, l’elogio del militarismo e della guerra, il disprezzo delle donne e le belle idee per le quali si è disposti a morire, un cocktail in bilico tra l’imminente deriva bellica e la provocazione fine a se stessa, creata ad h.o.c. per dividere e scandalizzare.
Tra alterne fortune ed adesioni il movimento entra a pieno titolo come organo di supporto nelle prime imprese militari italiche in Libia, nel 1911, un fervore che accompagnerà le atroci ed alterne vicende di un esercito allo sbando sul suolo africano.
Marinetti, da bravo poeta-narratore, alimenterà questo sentore patriottico nei suoi scritti,
dando vita ad una nuova tecnica espressiva, Le Parole in Libertà, che privilegerà artifici verbo-visivi a scapito della sintassi e della punteggiatura, di fatto abolita.
C’è chi abbandona e che si affilia, ma il dato oggettivo vede il Futurismo vivere un boom di proseliti tra il 1912 e il 1913, linfa vitale per Filippo che, a seguito dell’attentato di Sarajevo, esorterà la Patria a scendere in guerra contro Austria Germania.
Conflitto che lo vedrà in prima linea come volontario, prima nel battaglione dei ciclisti e poi degli alpini, costretto a fermarsi dopo una ferita all’inguine per trasformarsi da convalescente in autore di manuali futuristi fino al suo rientro, al volante dell’autoblindo Lancia1Z, tra le rotte di Caporetto e il trionfo di Vittorio Veneto.
Una vittoria mutilata che alimenterà ancora di più il suo spirito rivoluzionario, l’imminente ascesa del fascismo darà nuova linfa al suo credo e terreno fertile al suo lucido delirio…………….
FILIPPO TOMMASO MARINETTI: FUTURISMO…FASCISMO…
La fine della guerra segna il passo all’inesorabile avanzata fascista, Marinetti, dopo aver partecipato al velleitario tentativo D’Annunziano fiumano, fonda il Partito Politico Futurista partecipando con Mussolini alla nascita dei Fasci Italiani di combattimento.
Un legame che, dopo una prima fase iniziale, svanirà dopo la sconfitta elettorale fascista del 1919, dopo la quale i due saranno arrestati per detenzione illegale di armi da fuoco.
Marinetti si smarca dalla svolta reazionaria impressa dal futuro Duce pur tentando di imporre le sue visioni politiche tese a svaticanizzare l’Italia e ad abolire la monarchia.
Divergenze insanabili che lo costringono ad abbandonare il fascismo e a ritornare a tempo pieno alla letteratura grazie al nuovo fuoco scaturito dall’incontro con l’anch’essa scrittrice Benedetta Cappa, dalla quale avrà tre figli.
Con lei tenterà di imporre una ennesima svolta al Futurismo inventando una nuova forma d’arte tattile, Il Tattilismo, quale evoluzione multi-sensoriale del movimento.
Scelte che lasciano interdetti gli ambienti intellettuali e neo -dadaisti parigini che lo accolgono freddamente.
La sua delusione si tramuta di nuovo in adesione al regime, siamo nel 1924 e il Duce è saldamente al potere.
Motivo in più per rinfocolare i vecchi sogni di grandezza e rispolverare i suoi afflati patriottici………
FILIPPO TOMMASO MARINETTI:ACCADEMICO D’ITALIA, ANCORA GUERRA, LA FINE
Accreditatosi a pieno titoli tra gli intellettuali del regime Marinetti aderisce al Manifesto degil intellettuali fascisti redatto da Giuseppe Gentile, e la successiva nomina ad ambasciatore lo vedrà istituzionalmente in giro per il mondo.
Strenuo difensore della lingua italiana diverrà membro attivo dell’Accademia d’Italia imprimendo nuovo slancio al Futurismo che diverrà organicamente una scuola poetica e non più un mero movimento di rottura degli schemi.
Da un punto di vista artistico le esperienze personali di volo daranno il là al manifesto dell’Aeropittura futurista con tanto di Esposizioni e concorsi fotografici itineranti.
Siamo nel pieno degli anni Trenta, la sua posizione accademica lo vedrà in prima linea nel criticare le leggi razziali e un becero antisemitismo che spingerà il regime tra le braccia del Fuhrer.
Il sessantenne Marinetti sarà ancora attivo però sul fronte bellico, parteciperà come volontario alle campagne in Etiopia e alla spedizione ARMIR in Russia, esperienze tragiche che ne fiaccheranno inesorabilmente sia il corpo che lo spirito.
Crolla il regime, ma il nostro aderisce alla Repubblica di Salò credendo vanamente ad un effimero ritorno ai valori fascisti repubblicani, ma la morte lo coglierà di sorpresa, con un improvviso attacco cardiaco, il 2 dicembre 1944 in un Hotel sul lago di Bellagio.
Notizia che farà il giro del mondo.
Il funerale di Stato in forma solenne sarà l’ultimo tributo terreno ad un personaggio che, giocando tra la vita e la morte, è stato parte integrante della storia tragica del primo Novecento italiano.
Filippo Tommaso Marinetti ha contribuito a plasmare con le sue visioni, i suoi ideali e le sue infinite innovazioni e provocazioni.
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