È notizia di questi giorni: Leone d’Oro di Venezia al nuovo “Joker” di Todd Phillips come miglior film.
Alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia premiata la pellicola incentrata sulla controversa figura dell’antieroe dell’universo DC, magistralmente interpretato da Joaquin Phoenix.
Lunatico, cinico e, in definitiva, decisamente accattivante.
Joker: Genesi di un eroe malvagio
Nel corso degli anni, dalla sua ideazione come perfido antagonista di Batman, diversi sono stati gli attori che si sono misurati con questo personaggio:
- Jack Nicholson, indimenticabile Joker nella versione cartoonesca di Tim Burton del 1989
- Heath Ledger, compianto estro creativo di un Joker decisamente più tenebroso e psicopatico
- Cesar Romero, nella gloriosa serie televisiva fumettosa andata in onda negli anni ’60
Quale che sia l’adattamento, i tratti distintivi del personaggio di Joker rimangono pressappoco inalterati: un abito viola, capelli verdi e, soprattutto, un sorriso da clown perennemente stampato sul volto, dovuto ad un incidente con dei prodotti chimici corrosivi.
La formulazione del personaggio di Joker risale agli anni ’40 quando, all’interno della DC Comics, Bob Kane, Bill Finger e Jerry Robinson caratterizzano quello che sarà la nemesi per eccellenza dell’uomo pipistrello.
Joker: L’homme qui rit
Pochi sanno che in realtà la genesi di Joker viene fatta risalire ad un’altra opera ancora precedente a cui gli autori si sarebbero ispirati: “L’homme qui rit”, di Victor Hugo.
Il romanzo di Hugo fu pubblicato nel 1869 e da allora è divenuto un classico della letteratura europea. Al romanzo sono poi succeduti diversi adattamenti teatrali.
“L’homme qui rit” (L’uomo che ride) narra le vicende di un misterioso bambino di dieci anni di nome Gwynplaine. Egli era stato abbandonato da alcuni marinai a sulle coste di Portland, in Gran Bretagna.
Era l’inverno del 1690 e nella fredda Inghilterra Gwynplaine, disperato, inizia a peregrinare in cerca di soccorso.
Incontra sul suo cammino una neonata, Dea, abbandonata anche lei, di cui si prenderà cura per tutta la vita. I due insieme faranno la conoscenza di un vecchio barbone, Ursus, un filosofo dal carattere rude, accompagnato dal suo fidato lupo Homo.
Si scoprirà, nel corso della storia, che Gwynplaine, ormai adulto, è in realtà figlio legittimo di un nobile inglese.
Ma rifiuterà l’appartenenza ad uno status più elevato.
Si opporrà invece al lusso esagerato dei nobili parassiti, individuando in esso la causa della miseria della gente meno abbiente.
Victor Hugo delinea con un realismo impressionante tutta l’umanità e la nobiltà d’animo di Gwynplaine.
Personaggio, a dire il vero, radicalmente opposto al Joker che conosciamo noi oggi.
Fatta eccezione per un dettaglio: un ghigno sardonico e terrificante, dovuto ad uno sfregio ricevuto da piccolo, che porterà con sé per tutta la vita.
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