di Claudio Razeto
“Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri”.
Mark Twain
Chi oggi attraversa la soglia di quella che un tempo era considerata l’età matura, può ritrovarsi a fare un bilancio di quello che è stata la propria esistenza.
Trenta, quaranta, cinquant’anni trascorsi tra lavoro, famiglia, carriera, sogni realizzati e speranze deluse. Obiettivi raggiunti o aspettative infrante.
Relazioni felici e unioni spezzate.
E porsi la domanda: che tipo di vita ho avuto? Cosa ho realizzato?
La maggior parte di noi ha avuto la fortuna di nascere nel lato più fortunato del pianeta. Non abbiamo vissuto fame, guerre, epidemie. Non siamo stati travolti da eventi storici epocali come le passate generazioni.
Questo non ci ha messo al riparo da vicissitudini umane come malattie, crisi nel lavoro, separazioni coniugali, lutti.
Ma abbiamo vissuto e siamo andati avanti in qualche modo, chi più chi meno.
La vita è un cammino che si snoda nello spazio e nel tempo.
Una marcia a volte lenta – da giovani sembra che il tempo non passi mai – a volte velocissima.
In questo viaggio incontri e persone, alcune fondamentali e importanti, altre dannose e inutili di cui, col senno del poi, avremmo fatto volentieri a meno.
Tutto però, anche le cose negative, hanno contribuito a fare di noi quello che siamo.
Il modo in cui abbiamo affrontato le crisi e le vicissitudini può aver tirato fuori la parte migliore o peggiore di noi. Siamo quello che abbiamo vissuto.
Inevitabilmente.
Tutti abbiamo attraversato delle “sliding door”, dei punti di passaggio che hanno determinato il nostro futuro nel bene e nel male.
La scelta verso una direzione o un’altra, fatta da noi o imposta dalle circostanze, ha determinato quello che è stato dopo.
Il senso della vita: Capita di domandarci cosa sarebbe stato se? What if…
Se avessimo accettato quell’offerta di lavoro. Oppure sposato una persona anziché un’altra. Deciso di andarcene dalla città in cui siamo vissuti tutta la vita, o addirittura dal nostro Paese. Alcune scelte che abbiamo fatto hanno richiesto tanto coraggio.
Altre non siamo riusciti a compierle per paura.
Alcune rinunce hanno comportato grandi rimpianti.
E ci si trova a chiedersi se la vita poteva essere migliore, se avessimo fatto una scelta diversa.
Una unità di misura – effimera ma scontata- è il successo.
I soldi. Essere ricchi o benestanti è sempre meglio che essere poveri.
Ovvio.
Una bella casa. Automobili, vestiti, gioielli, orologi, quadri antichi.
Ognuno dà valore a quello che ama. Essere riusciti a possedere quello che si era sognato tanti anni fa, agli inizi, con pochi soldi in tasca e tanti sogni, può essere considerato un punto di arrivo.
Un buon lavoro, una bella famiglia, una bella macchina, uno status economico soddisfacente, buoni amici, una forma fisica ottimale (belli e vincenti).
Qualcuno c’è riuscito qualcuno no. E magari le cose non sono andate esattamente come ci eravamo immaginato.
Il lavoro ha avuto i suoi alti e bassi e non sempre siamo arrivati dove volevamo.
Per trovare la persona giusta, non è bastato un matrimonio.
Il film da sogno americano che ci eravamo fatti, non è sempre andato come da programma. Non per tutti. E anche il modo per arrivarci a quegli obiettivi è stato diverso condizionato dall’indole, dal carattere, dal potenziale di ognuno di noi.
Nel lavoro, chi non è nato figlio di miliardari – e a volte nemmeno questo basta – ha dovuto faticare.
Nespoli, l’astronauta, ha detto che “per arrivare a volare nello spazio ci sono voluti 30 anni di fatica”. Ognuno ha il suo sogno.
C’è chi si è preparato con un obiettivo preciso, un programma (laurea, master, lingue straniere), chi ha seguito la propria passione, chi invece per caso ha trovato la propria strada, chi si è accontentato di quello che gli è capitato, chi per pigrizia e indolenza si è impegnato il minimo, chi ha dato il massimo e tutto quello che poteva.
Fortuna, casualità, il destino da un lato hanno aiutato o buttato all’aria ogni piano passando dalla riuscita al fallimento in un attimo.
La salute fisica e mentale – fondamentali – hanno sostenuto gli sforzi e se non lo hanno fatto c’è chi è riuscito ugualmente ad andare avanti facendo più fatica e combattendo.
Il senso di riuscita può essere diverso per gli uomini e le donne, anche oggi che le carriere, il lavoro, pongono per entrambi questioni che hanno avvicinato parecchio i due sessi.
Essere madre è certamente uno status che fa sentire molte donne soddisfatte di sé anche a fronte di matrimoni non riusciti.
Ma il senso del tempo, investito in relazioni sbagliate, fa male più alle donne che agli uomini.
E anche questo può diventare elemento di bilancio, nel tirare le somme della propria vita, ora che il viaggio si è compiuto per una buona metà, sapendo da dove siamo partiti.
Molte cose possono aver perso importanza, man mano che passavano gli anni.
La nostra visione è sicuramente cambiata.
E noi possiamo sentirci non dico felici, ma almeno realizzati, oppure no?
C’è ancora tempo per rimediare?
Molti arrivano alla mezza età con una sorta di rancore per quello che poteva essere e non è stato. Quasi i giochi fossero chiusi.
Arrabbiati col mondo per quello che gli è stato negato.
E la colpa è quasi sempre degli altri. Del fato, della sfortuna, del destino cinico e baro.
Quando si tratta di noi stessi è come se fossimo davanti a uno specchio deformante che riflette quello che noi vogliamo vedere.
Nel lavoro ma anche nel matrimonio e nelle relazioni personali, nelle amicizie, nei rapporti con i figli e con i genitori.
Gli altri non vedono quanto siamo nel giusto né le nostre ragioni.
È umano. Non siamo esseri perfetti.
Intendiamoci, a volte può anche essere vero. Ma è sempre più facile vedere le cose dal nostro punto di vista piuttosto che da quello degli altri.
E si cova la rabbia per non essere compresi. Ma ne vale la pena?
Se vi dicessero che vi restano 24 ore di vita, come cambierebbe il vostro modo di vedere le cose?
Sapendo che avete un tempo limitato in cui vivere, sprechereste tante energie in discussioni inutili e arrabbiature?
Dedichereste il vostro tempo a seccatori capaci di risucchiare le vostre energie?
Sicuramente tutti abbiamo dedicato attenzione a cose che non lo meritavano.
A volte trasformandole in ossessioni. Rovinandoci la vita.
Quello che è stato, non sarà mai più.
Ma il futuro, tutto quello che abbiamo, potrebbe avere in serbo per noi cose bellissime.
Per trovarle bisogna mollare le zavorre che ci tengono inchiodati a una vita che magari non ci piace e cercare quello che può finalmente renderci felici.
Catturare i venti dell’opportunità nelle nostre vele, esplorare, sognare, scoprire.
E dare un senso alla nostra vita.
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Foto tratta da: https://www.valigiaacolori.it/frasi-aforismi-citazioni/frasi-belle-sulla-vita-e-sul-senso-della-vita/