Tate modern: Quando l’architettura incontra l’arte

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TATE MODERN: LA NUOVA ALA REALIZZATA DA HERZOG E DE MEURON

La Galleria D’arte moderna TATE è il museo più visitato al mondo di arte moderna e contemporanea.

Per rimanere al passo con i tempi e con il dinamismo insito in Londra, si era reso necessario un ampliamento della sede storica sul Bankside.

Chiamati all’arduo compito gli architetti Herzog & De Meuron

Già nel 1995 erano già stati scelti per intervenire nell’ex cantiere navale, allora all’inizio della loro carriera, tra la perplessità generale di opinione pubblica e critici.

Quindici anni dopo la sfida che si presentava agli architetti svizzeri – nel frattempo insigniti del prestigioso premio Pritzker – era di quelle da far tremare i polsi

La sfida:

Come sviluppare un edificio iconico nella sua convenzionalità costruttiva e formale, riallacciandosi alla sua tradizione storica e proiettando il nuovo corpo edificato nel futuro senza stravolgerne il passato?

Il rischio di “rigetto architettonico” tra vecchio e nuovo era alto ed esempi di realizzazioni fallimentari non mancano.Tate Modern

Herzog & De Meuron:

Hanno scelto un approccio che definirei di rivoluzione nella continuità.

Una piramide con base sostanzialmente quadrata, i cui lati variano lievemente l’inclinazione nel rastremarsi verso l’alto.

La struttura:

La struttura in travi in acciaio viene dissimulata sapientemente con un rivestimento a cortina dello stesso colore dell’edificio originale.

Ciò ha permesso la “bucatura” della moderna piramide per le finestrature con tratti innovativi che permettono dunque di distinguere – al di là della differente forma – il moderno dall’antico nella Tate Modern Gallery.

La facciata:

La facciata cambia in apparenza a seconda del punto di vista dell’osservatore, non solo dal trasparente all’opaco, ma anche dal pattern e dall’orientamento.

Questo involucro continuo di mattoni forati viene interrotto con l’introduzione di tagli orizzontali per consentire panorami e fornire luce naturale e ventilazione naturale agli spazi interni.

La visione:

Secondo i responsabili del progetto “la visione era quella di creare un nuovo modello per i musei dell’arte moderna e contemporanea, integrando le funzioni di visualizzazione, apprendimento e sociale del museo, rafforzando i legami tra il museo, la sua località e la città.

In collaborazione con la Tate, abbiamo scavato un percorso attraverso la giungla di parametri insolitamente numerosi che devono essere presi in considerazione.

I percorsi e le linee di collegamento risultanti, acquisiscono gradualmente la forma, si condensano in una forma piramidale generata dalle geometrie combinate del contesto del sito e dell’edificio esistente.

I serbatoi sotterranei sotterranei a forma di trifoglio sono al centro di questi piani e sono un punto di partenza per il nuovo edificio.

Quando abbiamo convertito la centrale elettrica, abbiamo scavato la Sala Turbina per trasformare le vere dimensioni fisiche della struttura esistente in una realtà tangibile.

Qui, i serbatoi di petrolio costituiscono la base dell’edificio come il nuovo volume si sviluppa e sale dalla struttura sottostante: punto di partenza per approcci intellettuali che sono cambiati per soddisfare le esigenze di un museo contemporaneo all’inizio del XXI secolo”.

Era inoltre importante che l’edificio fosse visibile dal versante nord della città.

Mentre si approccia il Tate Modern dal fiume, la nuova estensione può essere vista emergere dietro il corpo centrale originario senza compromettere l’iconico insieme.

”L’integrazione del nuovo edificio nel tessuto urbano esistente è fondamentale per il progetto, integrandolo nello skyline della città e garantendo che i visitatori possano orientarsi all’interno e all’esterno.

Volevamo che gli elementi combinati di Tate Modern, vecchi e nuovi, venissero espressi nel loro insieme, volevamo farli riunire e funzionare come un unico organismo”

Obiettivo centrato in pieno, secondo chi scrive.

Un motivo in più per visitare la Tate.

Oltre alle numerose opere d’arte contenute nella sezione permanente, nonchè il ristorante panoramico del settimo piano con vista mozzafiato sul Tamigi.

Alex F. Romeo

Tempo di lettura 1’20”

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