Cala il sipario sulla edizione numero 137 di Wimbledon dopo due settimane di altissimo livello tennistico che ha visto anche stavolta l’Italia assoluta protagonista.
A livello maschile si è imposto per la seconda volta consecutiva lo spagnolo Carlos Alcaraz, mentre a livello femminile, sempre ricco di sorprese, è stata la ceca Barbora Krejcikova ad aggiudicarsi il titolo per un soffio contro la nostra Jasmine Paolini.
Il torneo più bello del mondo: Wimbledon, non ha deluso nemmeno stavolta le aspettative, sull’erba londinese sono andati in scena match spettacolari e spesso e volentieri equilibrati.
Un tennis che a livello maschile sta vivendo da qualche anno una mutazione genetica che si sta consolidando dopo l’oligopolio dei fantastici tre, un vero e proprio ricambio generazionale, guidato su tutti da Sinner ed Alcaraz, che riscriverà le mappe future del tennis mondiale.
Discorso più sfuggente quello femminile alle prese con equilibri più sfumati e situazioni estemporanee sempre dietro l’angolo nella quali si è inserita perentoriamente la nostra tigre Jasmine Paolini.
Quel che è certo è che l’Italia del tennis è una realtà costante non legata all’estro di un singolo, ma ad una pluralità di atleti che stanno dimostrando partita dopo partita la loro straordinaria competitività.
CARLOS E NOLE
Dopo il trionfo di Parigi le incognite legate al talento murciano erano inevitabili, tante le pressioni e i punti da confermare dopo il successo dell’anno scorso.
Dopo i primi due turni abbastanza agevoli contro Lajal e Vukic lo spagnolo ha rischiato l’eliminazione contro uno scatenato Tiafoe, battuto in rimonta dopo quasi quattro ore di battaglia.
Cammino, comunque, non semplice dagli ottavi in poi, costretto al quarto set sia da Humbert che da Tommy Paul fino alla semifinale vinta autorevolmente contro Danil Medvedev dopo un primo set perso al tie break.
In finale si ripete la sfida dell’anno precedente, ma stavolta Alcaraz gioca un tennis perfetto, un mix incontrollato di classe e potenza che annichilisce le pochissime chance del fuoriclasse serbo.
Troppo forte lui o troppo inconsistente Nole?
Domanda difficile a cui rispondere, ma il dato oggettivo è sotto gli occhi di tutti ed è legato sia al fattore anagrafico che a quello del recente infortunio che ha costretto Djokovic al ritiro parigino.
Che il serbo sia ancora competitivo è innegabile, raggiungere una finale grazie ad un ottimo tennis non era affatto scontato.
Giocare un match decisivo contro un giocatore incontenibile come Carlos è cosa ben diversa, ma nonostante tutto anche sull’orlo del baratro Nole è riuscito ad annullare tre match point e a portare lo spagnolo al tie break nel terzo set.
Il declino è lento ed inesorabile, ma guai a dare Nole per finito, sarebbe un errore gravissimo e un atto irrispettoso per chi la storia di questo sport l’ha fatta davvero.
LOLLO E JANNICK
E’ innegabile che dopo la delusione parigina i tifosi italiani si aspettassero il riscatto di Jannick Sinner. La confortante vittoria di Halle aveva acceso le speranze e la sua consapevolezza, ma anche stavolta qualcosa è andato storto.
Dopo il primo turno complicato contro Hanfmann è arrivato lo scontro fratricida contro il suo amico Matteo Berrettini, vinto in quattro set con tre tie break sul filo del rasoio.
Agevole il terzo turno contro Kecmanovic e convincente la battaglia contro l’ostico Shelton regolato in tre set, un percorso che lo proiettava ai quarti da favorito contro Danil Medvedev.
Anche qui il diavolo ci ha messo la coda, quello che è successo è l’ennesimo episodio che mette a dura prova a livello psicofisico l’altoatesino, costretto da un calo di pressione a resettare e riaccendere un motore che spesso, ahimè, rischia di ingolfarsi.
Troppo stress, troppa pressione? Forse.
Di sicuro fin qui la stagione di Sinner è da circoletto rosso, ma l’assenza da Roma, causa infortunio, e i due successivi Slam lasciano un po’ di amaro in bocca soprattutto perché è stato il suo rivale ad aggiudicarseli portando i suoi slam a quota quattro con una tenuta che sui cinque set Sinner sembra ancora non avere. La vera splendida notizia di questa edizione è stata la performance di Lorenzo, Lollo, Musetti autore di un notevolissimo torneo in cui ha raggiunto la sua prima semifinale in uno slam.
Frutto di un rendimento in costante crescita, di una maggiore consapevolezza nei suoi mezzi dovuta anche alla partnership Barazzutti-Tartarini e di una maturazione complessiva dovuta alla paternità e alla relativa stabilità affettiva.
Un ragazzo talentuoso come pochi che finalmente ha trovato il modo di esprimere il suo tennis al massimo potenziale ingaggiando dei veri e propri duelli psicofisici, sia con Perricard che con Fritz, facendo la differenza nei momenti decisivi.
Il ranking lo ha proiettato tra i primi quindici, lui vale tranquillamente la top ten, speriamo sia solo questione di tempo………
FANTASTICA JASMINE…….
Trovare gli aggettivi per descrivere l’ennesima impresa della ventottenne toscana è francamente difficile, ma anche stavolta, ahimè, le è mancata la zampata finale.
Contro la Swiatek a Parigi non c’era stata storia, ma stavolta sull’erba il sogno poteva diventare realtà. Dopo un primo set incerto e carico di tensioni la Paolini ha ripreso le redini del suo tennis dominando la ceca nel secondo parziale.
Poi il tennis, purtroppo, si regge su un filo sottile in cui il confine tra l’abisso e la gloria è deciso in pochi e decisivi momenti.
Resta la grande impresa in semifinale contro la Vekic e la straordinaria continuità che l’ha portata in due mesi a vivere una delle più grandi favole tennistiche che mai nessuna azzurra era mai riuscita finora a regalarci.
Il quinto posto nel ranking WTA e la consapevolezza che Jasmine non sia li per caso, ma che possa resistere ai piani alti del tennis mondiale nel medio-lungo periodo.
Il suo tennis coriaceo, combattivo, senza cali di concentrazione sono il marchio di fabbrica di una straordinaria atleta che nonostante un fisico non strabordante è riuscita ad imprimere alla sua carriera quella svolta che fino a poco fa sembrava irrealizzabile.
Grazie per le splendide emozioni e per quel sorriso solare capace di illuminare, nonostante la grande delusione, la grigia e piovosa metropoli londinese………….
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