Integragori alimentari, scopriamo di più sul loro utilizzo e sull’effettiva efficacia. Fino agli Anni ’50, lo stato di salute era valutato sulla base dell’assenza delle malattie: un metodo semplice ed oggettivo.
Poi, nel 1948, cambiò tutto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definì la salute “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale”.
Un concetto dinamico, in base a quale non basta l’assenza di malattia per essere sani, bisogna anche sentirsi bene. Integrando il concetto di salute con quello di benessere.
L’introduzione degli integratori alimentari sul mercato
Così gli scaffali di farmacie e parafarmacie si sono riempiti di prodotti complementari ai farmaci, gli integratori alimentari.
Parliamo di integratori, nutraceutici, prodotti biologici, cosmetici e simili che acquistiamo alla ricerca del benessere, quell’Araba Fenice (“che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa”, affermava Pietro Metastasio), o per gli esterofili, del “wellness” (un termine nato Oltremanica dalla fusione di wellbeing e fitness).
Nel IV secolo A.C. Ippocrate, proprio lui, quello del giuramento, considerato il padre della medicina occidentale, sosteneva: “Lasciate che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo”.
Concetto simile fu sviluppato anche in India dalla medicina Ayurvedica nel V secolo A.C.
Nel più vicino 1800, Ludwig Feuerbach sintetizzava “siamo ciò che mangiamo”.
Insomma in molte delle grandi civiltà del passato erano chiare le proprietà curative di certi elementi presenti in natura e soprattutto il nesso tra dieta e salute.
Forti di questa tradizione millenaria, più o meno tutti abbiamo la convinzione che una alimentazione quotidiana sana e variata è in grado di fornirci tutti i nutrienti di cui abbiamo necessità.
Il principio della sana alimentazione regola il nostro comportamento a tavola: tutti siamo sempre più attenti a ciò che mangiamo.
Basti pensare alla recente impennata dei prodotti biologici, sempre più numerosi sugli scaffali dei supermercati.
Ma l’attenzione che prima era rivolta solo al contenuto calorico degli alimenti, alla loro composizione in termini di carboidrati, grassi e proteine ed alla loro salubrità (nel senso di assenza di sostanze tossiche o di contaminazione batterica di potenziale rilevanza) oggi si è spostata sugli effetti di tipo funzionale che i diversi nutrienti possono esercitare.
Integratori alimentari vs dieta cosa dicono gli esperti di alimentazione
Nella vita esistono momenti “particolari” nei quali può essere necessario integrare la nostra dieta con elementi concentrati di sostanze, per compensare una carenza nutrizionale non risolvibile variando l’alimentazione abituale, per esempio a causa dell’impossibilità di assumere determinati cibi per la presenza di disturbi di masticazione, deglutizione o digestione o per altre ragioni di salute (allergie, intolleranze, malattie metaboliche, ecc.) o per un aumentato fabbisogno.
Questa evidente riflessione ha spianato la strada al successo degli integratori alimentari, ovvero di “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico” (Ministero della Salute).
In una recente ricerca di mercato, il 58% degli intervistati assume integratori per:
- preservare o migliorare lo stato di salute, ovvero per sentirsi più dinamici e in forma,
- supportare il metabolismo degli sportivi e di chi si dedica al fitness,
- rendere di più nello studio, per dimagrire o favorire l’aumento della massa muscolare,
- contrastare la stanchezza fisica o alleviare la stanchezza mentale,
- rinforzare le difese immunitarie,
- proteggere la salute cardiovascolare e la funzionalità intellettiva,
- migliorare l’aspetto della pelle e dei capelli o contrastare l’invecchiamento,
- compensare una specifica carenza nutrizionale.
Spesso, chi fa uso di integratori, dichiara di sentirsi meglio rispetto a prima.
Le ragioni che possono indurre a ricorrere a un integratore alimentare negli ultimi anni si sono moltiplicate parallelamente al numero dei preparati disponibili, alla diversificazione della loro composizione e delle formulazioni in commercio.
Gli integratori alimentari registrati al 28 febbraio 2018, erano 72.540.
Gli integratori, per essere di qualità, devono soddisfare requisiti precisi in termini di igiene, controllo di processo e di standardizzazione.
A tale proposito esiste una normativa che ne regolamenta la produzione e l’immissione in commercio; e vieta di proporli o considerarli come un’alternativa a una dieta sana, variata e bilanciata.
Integratori alimentari: come usarli e quando
Naturalmente “Est modus in rebus”, come dicevano gli antichi latini per ricordare che serve rispettare la giusta misura in tutte le cose.
Una regola assolutamente valida nel campo della nutrizione, non soltanto quando si fa riferimento a macronutrienti come carboidrati, grassi e proteine e al loro apporto calorico globale, ma anche quando si tratta di micronutrienti essenziali.
Infatti, gli integratori alimentari autorizzati dai sistemi sanitari sono stati studiati per offrire tutti i micronutrienti necessari per supportare l’organismo in generale o una sua specifica funzione in modo bilanciato e entro limiti di sicurezza ben precisi.
Nei Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la popolazione italiana (LARN) viene definito per ogni nutriente il livello massimo tollerabile di assunzione (livello di assunzione superiore tollerabile) per evitare possibili tossicità o eventi avversi derivanti dall’assunzione eccessiva di uno o più componenti.
Qualunque sostanza biologicamente attiva, infatti, non è vantaggiosa per la salute in senso assoluto (“naturale” non è sinonimo di “sicuro”), ma sempre e soltanto entro un determinato intervallo di dosaggio efficace e sicuro.
Eccedere nelle assunzioni di un qualunque integratore alimentare, rispetto ai dosaggi giornalieri indicati sulle confezioni o indicati dal medico, non porta a un potenziamento dell’effetto desiderato ma, al contrario, espone al rischio di disfunzioni organiche e interazioni sfavorevoli con altri composti assunti contemporaneamente.
Esattamente come il glucosio o il colesterolo.
Ad esempio le cosiddette “bevande energetiche” a base di caffeina o altre molecole stimolanti possono indurre tachicardia, palpitazioni, ansia, reflusso gastroesofageo, ipersecrezione gastrica.
Integratori alimentari: quando è possibile il “fai da te”
Questi prodotti, liberamente acquistabili in farmacia, nelle parafarmacia (anche online) o in erboristerie, supermercati e altri negozi, sia fisici che in rete, nei supermercati, sono rivolti a persone adulte sane che ritengono di averne bisogno per rispondere a esigenze nutrizionali specifiche non soddisfatte dalla dieta abituale.
Per quanto riguarda gli integratori alimentari per bambini o per anziani o per persone che presentano patologie specifiche e/o sono in cura con farmaci di qualunque tipo, è sempre bene chiedere l’opinione del pediatra o del medico di medicina generale o del farmacista prima di iniziare ad assumerli, compresi quelli per stimolare le difese immunitarie nei bambini o quelli che si definiscono “naturali”, come estratti vegetali e oli essenziali, per esempio il guaranà contro la stanchezza.
In questi casi, lo specifico integratore da assumere, il relativo dosaggio e i tempi della supplementazione dovranno essere stabiliti dal medico, in relazione all’età, al peso e alle problematiche di salute presenti.
In generale, gli integratori alimentari hanno lo scopo di “integrare” un nutriente o un minerale in caso di carenza.
L’evoluzione degli integratori sono i nutraceutici, che si propongono di agire nella fase di prevenzione e di trattamento di problemi specifici.
Ma di questo parleremo in una prossima puntata.
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