Riccardo Cucchi, “Un altro calcio è ancora possibile”
“Un altro Calcio”
La malattia endemica che vive il calcio di oggi è palese e indiscutibile, uno sport che ha perso le coordinate sia etiche che tecniche legandosi indissolubilmente al business di pochi spietati faccendieri.
Materia ostica che viene consapevolmente affrontata da Riccardo Cucchi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, che dopo aver chiuso la sua brillante carriera di giornalista e radiocronista ha cominciato a scrivere una serie di libri sullo sport più amato del mondo, il football.
Un altro calcio è ancora possibile? Cosa ne pensa Riccardo Cucchi?
Un altro calcio è ancora possibile, questo il titolo della sua ultima uscita letteraria, analizza i vari perché del suo decadimento morale con precisa puntualità soffermandosi sui vari aspetti che ne hanno generato l’irreversibile crisi.
Pagine appassionate scritte da un vero uomo di sport che con tono severo riflette insieme al lettore sui valori fondanti di uno sport popolare ed unico nel coinvolgere le masse.
Valori stravolti da logiche affaristiche culminate con l’ultimo scandaloso mondiale in Qatar, una delle pagine più vergognose che il calcio abbia mai raccontato in oltre un secolo di storia.
Un libro attualissimo che mai come oggi invita ad una sana e attenta autocritica che gli altri prelati del pallone devono intraprendere prima che sia troppo tardi, prima che questa disaffezione dilagante diventi pericolosamente contagiosa.
Riccardo Cucchi: I VALORI FONDANTI DEL CALCIO…SHEFFIELD…
Il classico oratorio della scuola gestito spesso dal prete di turno fa nascere questa passione smodata per il calcio a Riccardo Cucchi, destino condiviso da un’intera generazione.
La voglia di correre appresso ad un pallone e dribblare in libertà, indipendentemente dal campo di gioco, era la molla che riuniva un gruppo di ragazzini spensierati, spesso in parrocchia o per strada, per giocare e sognare, inseguendolo, un sogno.
Queste meravigliose fantasie che si traducevano anche in un tifo appassionato per la propria squadra del cuore erano il motore pulsante di un calcio analogico slegato da dettami tattici imposti dalle attuali scuole calcio, che lucrano spesso sulla passione dei giovanissimi.
Anno 1857 Sheffield – Nascita dello Sheffield Football Club
Correva l’anno 1857 a Sheffield quando due giocatori di cricket si interrogano su questo foot-ball praticato coi piedi da studenti universitari come forma di training per l’imminente stagione agonistica.
Le cose sfuggono al loro controllo e questi match di allenamento prendono il sopravvento, nasce lo Sheffield Football Club e il calcio da semplice passatempo diventerà nel tempo lo sport più popolare del mondo.
Lealtà, voglia di misurarsi e di sfidarsi per un obiettivo comune abbattendo le barriere razziali, valori di unità, fair play, rispetto dell’avversario e condivisione che oggi vengono sempre meno tra cori razzisti e violenze sistematiche di frange sempre più fuori controllo, l’odio che soppianta e spodesta la passione………
Riccardo Cucchi: NOTTI MAGICHE…NAZIONALE ALLO SBANDO…SCANDOLO QATAR…
La recente è totale disaffezione verso la nostra Nazionale di calcio, nonostante la vittoria del recente europeo, è un altro sintomo evidente di una criticità del sistema.
La favola di Bearzot e le Notti Magiche di Italia ’90 sono un ricordo ancor vivo nel nostro immaginario, ma lontanamente dissolte da un presente in cui anche la manifestazione calcistica per eccellenza, il Mondiale, è totalmente priva di identità e svuotata di senso.
I recenti scandalosi campionati di calcio in Qatar sono sotto gli occhi di tutti, una violazione lampante dei diritti ed una dimostrazione palese di arroganza e disprezzo della dignità umana.
Vite sacrificate sull’altare del profitto da imprenditori senza scrupoli, nel silenzio totale che ha insabbiato anche la dignità derubricando e cancellando le loro esistenze come un soffio di vento.
La vergognosa omertà dei vertici collusi della Fifa, che ha barattato soldi con la censura, sono la cartina di tornasole di un fenomeno, lo sportwashing, che utilizza il calcio per finalità antitetiche a quelle che ne hanno generato il suo successo planetario.
E’ tollerabile che il potere e i suoi dirigenti si girino dall’altra parte sostenendo un’apoliticità di facciata che li rende complici di soprusi a discapito della sacrosanta parità di diritti?
E’ tollerabile anche la censura imposta all’informazione che viene lesa sistematicamente negando immagini compromettenti in nome della menzogna?
Riccardo Cucchi: L’IMPERO SAUDITA…SCOLLAMENTO TOTALE TRA CLUB E TIFOSI
Una delle più evidenti risultanti di questa bieca mercificazione del calcio è data dall’intrusione araba nel mercato calcistico che rivolge il suo sguardo non solo a top-player a fine carriera come in passato. L’Arabia Saudita vuole fortemente utilizzare il calcio come volano economico acquistando, a suon di ingaggi stellari, le stelle del momento per distrarre l’opinione pubblica dai misfatti e nefandezze che da sempre la contraddistinguono.
Anche qui, come in Qatar, il mondo del pallone si gira dall’altra parte negando l’evidenza e difendendo l’indifendibile. Tornando però a livello nostrano quello che più lascia perplessi è lo scollamento progressivo tra la forza lavoro del calcio, il tifo, e gli attori protagonisti, i calciatori, issati su un piedistallo sempre più alto e incomprensibile.
Il Calcio dei Rozzi e degli Anconetani Presidenti si società di Calcio ma anche appassionati
Il calcio dei Rozzi e degli Anconetani, per capirci, che ispirati da una smodata passione investivano le loro risorse imprenditoriali per condividere con i loro tifosi un sogno sono di fatto spariti dai radar.
Oggi il supporter è visto come un utente, un cliente a cui vendere un prodotto che nel tempo è diventato sempre più caro, estromettendo di fatto i ceti più deboli.
Sono sparite le bandiere, i Maldini, i Totti o i Franco Baresi di un tempo sono ricordi lontani, gli stipendi gonfiati favoriscono transazioni e plusvalenze senza scrupoli a scapito di un legame sempre più sottile e affollato di stranieri mercenari a basso costo.
Riccardo Cucchi: PREGIUDIZI DI GENERE…….PROGNOSI RISERVATA……..
La parabola calcistica di Natali Shaheen, la ragazza palestinese che sin da piccola cullava il sogno di vestire la maglia della sua nazionale è la perfetta metafora del calcio femminile, da sempre vessato e ritenuto geneticamente di razza inferiore.
Un movimento in ascesa in nome della inclusività e della uguaglianza che la sua ragion d’essere sottende, in nome delle lotte paritarie contro un sordido e becero patriarcato.
Pregiudizi antistorici che stridono con la cruda attualità, discriminazioni immotivate da chi tende inutilmente a paragonare la qualità spettacolare dell’offerta calcistica di genere. Il calcio femminile invece andrebbe aiutato a crescere, ad acquisire una maggiore competitività con risorse e strutture adeguate, senza barriere ideologiche lavorando su un cambiamento culturale dal quale siamo ahimè ancora distanti.
Il malato è grave, tante le patologie e pochi i rimedi all’orizzonte nel breve periodo, ma una speranza c’è e sempre ci sarà.
Quella di chi, come Riccardo Cucchi nella sua carriera radiofonica ha dimostrato, gioisce per una rete, adulto o bambino che sia. Quella purezza d’animo che condivide un’emozione nel nome di una passione comune, quella spontaneità che ha un valore intrinseco immenso.
Quell’anima del calcio che mai nessuno sceicco del mondo potrà mai lontanamente immaginare o tentare di acquistare, perché le anime le può comprare solo il diavolo. Meglio stargli alla larga, allora…………..
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