Auto elettrica: opportunità e battaglie di retroguardia

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Alex F Romeo

L’industria automobilistica mondiale sta affrontando una sfida tecnologica che presumibilmente cambierà per sempre lo scenario commerciale globale.

Questa sfida ha un nome – auto elettrica

Indica una  nuova tipologia di vetture la cui propulsione avviene attraverso un complesso di batterie ricaricabili.

Auto elettrica: Quali i motivi che hanno innescato questa spinta innovatrice?

Certamente il dieselgate ha avuto il suo peso.

Uno scandalo mondiale che ha coinvolto uno dei maggiori produttori tedeschi di automobili:

Le prestazioni ottenute dalle auto in prova  in laboratorio non riflettevano quelle nell’uso reale.

Pare a causa di un software che era in grado di riconoscere quando la macchina era sui rulli e quando invece su strada.

Il SW ne alterava il funzionamento falsando i dati, che apparivano artificiosamente migliori – anche di cinquanta volte.

Il danno di reputazione e finanziario subito dai tedeschi ha lambito anche altri costruttori europei.

La conclusione: il motore inventato da Rudolf Diesel  è arrivato al capolinea del proprio sviluppo.

Occorreva rivolgersi verso nuove forme di propulsione:

l’industria giapponese ha mostrato la via, avendo sperimentato con successo da anni il sistema ibrido, in cui il classico motore endotermico veniva affiancato da un propulsore elettrico.

Auto elettrica: Il vantaggio è evidente soprattutto in città:

Le auto incolonnate nel traffico vengono mosse esclusivamente dal motore elettrico, ideale per brevi tratti percorsi a bassa velocità e che non produce alcuna emissione dagli scarichi, migliorando in tal modo la qualità dell’aria nei centri urbani.

Inoltre le batterie vengono ricaricate dall’auto stessa in fase di frenata, quindi non richiedono di essere ricaricate.

Si è poi arrivati alle PLUG-IN (letteralmente attacca la spina), in cui il sistema ibrido è stato implementato con la possibilità di ricaricare la batteria del motore elettrico, incrementando l’autonomia e quindi il range di uso in modalità elettrica e infine alle auto elettriche pure.

I vantaggi di questo sistema sono innegabili, non solo in termini di emissioni nocive, ma anche di industrializzazione:

un motore elettrico è relativamente più semplice da realizzare e più economico da manutenere, dal momento che non abbisogna di  molte parti soggette ad usura necessarie ai motori tradizionali.

Questo ha portato alla nascita di nuovi marchi – come Tesla – che dopo alcuni problemi tipici del noviziato si stanno accreditando come costruttori credibili o di nazioni come la Cina, molto avanti in termini di know-how sulle batterie elettriche.

Tutto semplice quindi?

Non proprio: i detrattori della propulsione elettrica argomentano che l’autonomia (tra i 200 e i 400 km) è ancora insufficiente per chi ne fa un uso lavorativo intenso, quali gli agenti di commercio.

Inoltre mancano infrastrutture per la ricarica sufficientemente diffuse nel territorio, talché il rischio di rimanere appiedati è realistico.

Un altro problema è legato alla velocità di ricarica:

Con le tecnologie attualmente disponibili servono 30 minuti per ottenere una ricarica dell’80 della batteria.

Di tutte le obiezioni  espresse – superabili con l’affinamento tecnologico – ve ne è una probabilmente fondata:

Le industrie che producono queste batterie per autotrazione sono altamente inquinanti, pertanto il risparmio di CO2 che avremmo in città è ampiamente controbilanciato dalle emissioni prodotte da queste fabbriche.

Senza contare che una volta giunte alla fine del loro ciclo di vita le batterie dovranno essere smaltite, e non si tratta di un rifiuto convenzionale o facilmente biodegradabile.

Come si vede, ancora numerose sfide tecnologiche devono essere risolte.

Il futuro però è ormai tracciato e le battaglie di retroguardia non hanno senso. Anche perché, mentre ci dividiamo sulla opportunità dell’elettrico, coreani e giapponesi stanno già lavorando alla propulsione del futuro: l’idrogeno.

Alex F Romeo

Tempo di lettura: 2’00”

Foto tratta da: https://www.formulapassion.it/motorsport/sport-gt/electric-gt-solo-tesla-in-pista-nelle-prime-tre-stagioni-326940.html

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