Cosa ci ha portato di buono l’emergenza sanitaria?

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Che fare con il COVID? Dobbiamo far finta di niente? Cosa ci ha insegnato che merita di essere salvato? Abbiamo intervistato Andrea Maggio, il coach di Men’s Life. Ecco le sue risposte nell’intervista a cura di Maria Luisa Barbarulo

Buongiorno da Maria Luisa Barbarulo, qui nello spazio Social di Men’s Life. Oggi ho il piacere di avere con noi Andrea Maggio. Buongiorno Andrea!

Buongiorno Maria Luisa! Buongiorno!

Buongiorno a tutti i nostri ascoltatori e a nostri follower. Andrea lo conoscete, è uno dei nostri coach. Oggi con lui parleremo di COVID.  O meglio delle conseguenze del COVID. Ovvero di quanto sia importante per tutti noi, cercare di far venire fuori quello che è il cambiamento che abbiamo vissuto tutti noi attraverso il COVID.  Con un pochino più di consapevolezza nei confronti di questa patologia che ha stravolto tutte quante le nostre esistenze. E quindi Andrea la prima cosa che ti chiedo è quasi una domanda retorica: dobbiamo far finta di niente? Ovviamente no… ti cedo la parola.

Sono d’accordo con te Maria Luisa. E’ evidente che il COVID è stato un elemento di rottura, come dire totalmente destabilizzante. Io mi occupo di cambiamento, siamo chiamati ad affrontare il cambiamento, il coaching è una metodologia per affrontare il cambiamento, per ottenere i risultati migliori, dare il massimo di se, ma è evidente che il COVID è stato molto più di un semplice cambiamento, di grande rottura, uno stravolgimento vero e proprio.

Mi piace l’idea dello stravolgimento, perché è proprio l’idea di qualcosa che ti sposta con forza, ti leva dalla normalità, che è quello che è successo a tutti noi.

Dall’oggi al domani ci siamo ritrovati proiettati in una dimensione completa, difficile, dolorosa, non possiamo non tener conto dell’impatto emotivo che ha avuto questa emergenza sanitaria. Come dicevi tu, non possiamo nasconderci quello che ci ha creato, perché inevitabilmente se lo facciamo poi accusiamo dopo le conseguenze, stiamo male. Ecco, cosa è successo? Proverei ad immaginare gli elementi che hanno caratterizzato questa emergenza sanitaria, che ha avuto un impatto non indifferente dal punto di vista emotivo.

Dicevo prima che il COVID è stato totalmente inaspettato, ci ha colti all’improvviso…

Ed è ormai un anno che viviamo questa emergenza, quindi davvero non possiamo più fare finta di nulla, dobbiamo prenderne coscienza a livello emotivo, è importante.

E’ così. Sappiamo anche che le nostre vite sono cambiate in qualche modo, quindi dobbiamo accettare il fatto che siamo stati difronte a qualcosa che ci ha reso impotenti, vulnerabili. Non un caso infatti che ci sono dei picchi di ansia, negli adulti, ma anche nei ragazzi, nel momento in cui affrontano la scuola con grande difficoltà, è evidente che sono aumentati i disagi. Ci ha colto impreparati, una pandemia che ci ha visto in difficoltà, ci ha dimostrato come siamo piccoli difronte alla natura, ai capovolgimenti, quindi nuovamente ci ha messo difronte ai nostri limiti. E ci costringe a fare i conti con le nostre fragilità. Ed è il motivo per cui non dobbiamo temere il fatto di provare sofferenza, che siamo vulnerabili. E’ un modo questo per fare i conti con se stessi. Sai molte volte l’uomo… un po’ di onnipotenza, un po’ il sentirsi in grado di fare qualsiasi cosa, poi tanto ci pensa la natura a dire che “Guarda che nell’universo sareste una cosa molto piccola…“

Ecco, ricordatelo di tanto in tanto…

Ecco, ricordati che appartieni al mondo della complessità. Quindi va bene essere fiduciosi in se stessi, ma ogni tanto fare i conti con l’umiltà, con il sapere che si hanno dei limiti.

Questa è a mio avviso la caratteristica di questa grande emergenza sanitaria, di questo cambiamento, di questa crisi mondiale. Proprio per il suo impatto, così diffusivo, è stato veramente importante, e forse anche questo aspetto, molte volte quando ci sono delle difficoltà, tendiamo a non farle nostre se non ci riguardano in prima persona: c’è una guerra laggiù… c’è un terremoto laggiù, non mi riguarda

E’ vero!

In questo caso invece riguarda tutti, più o meno tutti siamo stati toccati da questa emergenza.

E’ una lezione importante questa: che anche quando pensiamo che c’è un terremoto “laggiù” in realtà la terra, siamo sempre noi!

Infatti è aumentato il senso di connessione in qualche modo!

E’ vero!

Abbiamo capito che non siamo soli, che siamo tutti legati dalla fragilità: una cosa che succede in Cina, poi ce la ritroviamo anche noi. Il mondo non è più , ma siamo tutti connessi.

Quindi questo forse si può considerare una aspetto positivo, una lezione che abbiamo appreso.

Ci può consentire di virare sull’altro aspetto tipico della crisi, la crisi non è mai accompagnata solo dagli aspetti di sofferenza, di difficoltà, ma c’è anche sempre l’altra faccia della medaglia. che è l’opportunità!

Ogni momento di cambiamento, seppur difficile, difficoltoso, faticoso, sofferente, in realtà porta con sé degli elementi di crescita, degli elementi di cambiamento che lo rendono significativo. Ci siamo ritrovati a lavorare in smart working dall’oggi al domani. Fino a due anni fa, timidamente, una volta ogni tanto, le aziende concedevano lo smart Dworkin, adesso è la normalità ed è anche la dimostrazione che si può fare, si lavora, la produttività è aumentata. Sono caduti quegli alibi per cui stando a casa non si lavora…

No, assolutamente!

E ci ha reso più flessibili. Inevitabilmente ci siamo confrontati con la tecnologia, magari persone che non sapevano usare il PC, fare le video conferenze, gli strumenti di digital collaboration erano ignoti, oggi siamo diventati bravissimi a fare le video chiamate con Meet, Zoom, tutti li usiamo…

Saltiamo da uno all’altra come se fosse la cosa più normale. E’ vero!

Dimostriamo anche una grande capacità di adattamento. Alla fine noi ci siamo adeguati anche a qualcosa che non avremmo mai detto: non uscire, non andare in vacanza… è chiaro che è una privazione fortissima. Però in questo momento abbiamo dimostrato che siamo nuovamente siamo in grado di affrontare qualsiasi cosa e di adattarci, con la nostra capacità e plasticità, anche mentale.

Un altro aspetto degno di nota è che questa riduzione anche di cose da fare piuttosto che di una vita un po’ più di basso profilo, ci ha costretto a fare i conti con le cose importanti. Abbiamo rinunciato a cose che erano un di più, non erano necessariamente una cosa importante, concentriamoci invece sugli affetti. Quindi la costrizione casalinga, che è stata molto difficile, in un anno, sempre insieme, ha però dei risvolti positivi: ci si è sentiti più vicini inevitabilmente con la famiglia, con i figli, con i genitori. Qualcosa di positivo nella difficoltà si è creato. E sono nate anche delle New waves on life si dice. Il mondo è cambiato!

Speriamo di riuscire a portarci tutte queste cose positive, anche quando il COVID sarà finito, e preghiamo tutti sia il più presto possibile. Sicuramente tutti noi abbiamo voglia di tornare ad andare a cena fuori, a fare un bel viaggio, a stare con gli amici, a stare vicini vicini vicini…

Esatto!

Un bel concerto, che voglia ho di andare ad un bel concerto!

Il cinema!

Certo, tutti quelli che sono gli aspetti sociali. Però sicuramente ci possiamo portare a casa tante cose da questo COVID, cose positive, che introdurremo, anche quando la nostra vita sarà tornata alla normalità e che la difficoltà a dire “Fino a li non riesco ad arrivare”. Si ma comunque lo posso fare online, o con una modalità differente, secondo me questo è un fatto molto positivo.

Assolutamente. Su alcune cose non torneremo proprio più indietro. Lo smart working farà parte del lavoro di sempre. Non sarà continuativamente, ma due, tre volte alla settimana sarà la normalità e quindi questo per me è un vantaggio: per l’organizzazione familiare, per la riduzione della mobilità, per l’inquinamento. L’impatto è enorme. Sarebbe un peccato perderlo.

Ma anche per le video-visite mediche, adesso sarà più facile poter gestire i pazienti a distanza, li potrai in ogni caso controllare. E’ entrato nell’uso comune di molti studi medici. Penso che anche questo sia un fatto positivo, dal lato della salute. No?

Sì, l’accelerazione tecnologica faciliterà tutte quelle cose che avremmo aspetto 10, 20 anni per farle, invece nel giro di qualche anno le realizzeremo. Perché poi l’infrastruttura regge, lo abbiamo dimostrato, le conoscenze ci sono. Decisamente otterremo dei grandi vantaggi da questo punto di vista.

Certo, continuando però ovviamente ad incontrarci, perché l’aspetto sociale è prioritario per l’essere umano. Questa forse è la cosa di cui forse abbiamo sofferto di più.

Assolutamente sì!

Va bene Andrea, noi ti ringraziamo per essere stato oggi con noi. Speriamo di vederci presto dal vivo. Contiamo di realizzare un evento Men’s Life, speriamo entro la fine dell’anno e quindi già da ora siete invitati tutti voi che ci ascoltate e seguite online e… ci vediamo la prossima!

Ciao Andrea! Ciao a tutti!

Grazie mille! A presto!

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Redazione di Men’s Life

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