Caro Claudio,
mi piacerebbe avere anche solo una minima parte del tuo talento per descrivere l’ammirazione che provo per il tuo coraggio, la tua forza e la voglia che avevi di vivere.
Siamo cresciuti nello stesso quartiere, stessa generazione, stessi valori.
Non ci siamo mai frequentati molto, forse perché avevamo interessi diversi.
Il destino però ci ha avvicinati proprio quando tu avevi iniziato la tremenda guerra contro un destino crudele.
Confesso di non aver letto i tuoi libri storici, quelli più importanti
In un week end invernale e piovoso del 2017 però, mi sono letteralmente divorato d’un fiato l’unico tuo romanzo noir: “Omicidio a Casalpalocco”.
Sentii il bisogno di scriverti per farti i complimenti e dirti che non vedevo l’ora di leggere il seguito.
Da quel momento abbiamo cominciato a sentirci regolarmente e quando, mesi dopo, hai accettato con entusiasmo di collaborare con Men’s Life, ne sono stato felice e lusingato.
Il lunedì era lo spazio dedicato al tuo redazionale.
Hai sempre onorato con grande professionalità questo impegno anche quando la salute non lo avrebbe consentito a nessun uomo “normale”.
Tu invece eri speciale.
Solo pochi giorni fa ti sei aggravato a causa di una emorragia.
Sapevo che avevi subito un intervento di urgenza ed eri in ospedale.
Non mi aspettavo certo di ricevere il tuo articolo ma non avevo fatto i conti con la tua forza d’animo:
“Ciao Robi, ti ho mandato l’articolo. Pubblicalo subito, parla dei fatti accaduti negli USA”
“Sta succedendo l’incredibile, un golpe via social.”
“Dai!!! Io non mollo, finché la testa va vuol dire che sei vivo”
“Ho avuto dei problemi… brutti sogni ma ora va meglio”
“Scrivere è la mia medicina”
Anche poche ore prima di lasciare questo mondo, ho saputo da tua moglie Donatella, che stavi lavorando all’articolo che sarebbe dovuto uscire proprio il giorno in cui ti abbiamo dato l’ultimo saluto.
L’articolo, l’ultimo, verrà pubblicato Lunedì 1° Febbraio 2021
A me piace pensare che ora in cielo c’è una stella in più che brilla per tutti coloro che ti hanno voluto bene.
Il mio pensiero va alla tua famiglia, a tua mamma, a tuo figlio, a Donatella, che ti è stata vicina ogni giorno e che tu hai sempre definito come:
“una colonna sulla quale si basa la mia vita, senza la quale sarei perduto”
Addio amico mio
https://canaledieci.it/news/x-municipio/ricerca-storica-claudio-razeto-giornalista/
Ecco come Claudio ha raccontato la sua drammatica esperienza in un’intervista concessa recentemente al sito disabili.doc:
“Non ho mai immaginato che la disabilità potesse toccarmi. È successo tutto molto in fretta. Avevo un costante mal di gola. Variazioni di voce. Ho fatto visite, accertamenti per un anno.
Niente.
Invece era un tumore alla base della lingua. Grosso e aggressivo.
Con la radioterapia sembrava risolto, poi una recidiva e l’intervento obbligato a Modena, col professor Presutti.
Un grande chirurgo e specialista. E una grande persona.
Mi aspettava purtroppo l’intervento peggiore. Laringectomia totale bilaterale. Asportazione di lingua, corde vocali, linfonodi. Tutto.
La voce, la comunicazione, erano la mia vita. Mi sono trovato muto a 55 anni”.