Intervista a Iole Siena presidente Arthemisia

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di Fabio Bandiera

Iole buongiorno. Partiamo con la situazione attuale, con le riaperture dei musei previste per il 18 maggio. Avete espresso le vostre perplessità in un comunicato molto dettagliato.

Abbiamo espresso dal nostro punto di vista l’impossibilità di riaprire in tempi così rapidi e contestualmente ci stiamo proponendo come interlocutori presso il MIBACT avanzando proposte e richieste mirate con l’intento di sensibilizzare lo Stato sulle difficoltà che tutte le aziende di settore che si occupano di cultura, come la nostra, stanno incontrando e incontreranno nel breve e medio periodo.

E’ meglio esser chiari e far capire a tutti quelli che ci hanno contattato che il 18 maggio non ripartiranno le nostre mostre sparse per l’Italia, perché sarebbe tecnicamente impossibile.

State subendo grosse perdite avendo anticipato ingenti somme nell’organizzazione di eventi che di fatto non sono mai partiti?

E’ necessario specificare che tutte le grandi mostre sono di fatto organizzate e gestite da aziende private che investono qualche milione di euro salvo poi rientrare con i proventi della biglietteria.

Se questo recupero non avviene a causa di chiusure forzate, come il caso di quella di Monet a Bologna la cui inaugurazione era prevista per il 12 marzo, si rimane col cerino in mano.

Abbiamo richiesto dei contributi a fondo perduto per riprenderci dalle perdite altrimenti saremmo costretti ad indebitarci ulteriormente con le banche e per molti sarebbe la fine.

Se non partiamo da qui non andremo lontano, poi a bocce ferme parleremo di altre ipotetiche misure di aiuto e sovvenzione.

Siamo nel periodo dell’anno che è fisiologicamente meno propizio per le mostre in generale e in più c’è un aspetto psicologico che terrà la gente lontana dal frequentare musei?

E’ innegabile che di fatto da maggio a settembre non si organizzano mostre e credo che dopo una quarantena forzata come questa la gente non vada a chiudersi in un museo, ma preferisca stare all’aria aperta.

Riaprire giusto per il gusto di farlo non ha molto senso soprattutto in questa fase di fine primavera inizio estate di per sé inadatta ai grandi eventi espostivi, ma magari potrei essere smentita ed essere assalita da assetati di cultura.

Lo spero, ma ci credo poco.

A questo aggiungiamo i mancati Incassi del turismo, delle scuole e dei gruppi organizzati?

Eh si queste tre tipologie di pubblico ci garantiscono un buon ottanta per cento della torta, l’indotto di spese viaggia tra i seimila e i diecimila euro al giorno, giusto per dare qualche numero.

La gradualità dell’affluenza, che noi stiamo simulando per capirci di più, ci conferma che avremmo tra i cento e i centoventi visitatori al giorno, dandogli dei tempi di visita senza prolungarsi troppo, dotandoli di tutti i dispositivi idonei tra guanti e mascherine, col problema della sanificazione continua della audio guide.

Tutti ostacoli al momento difficili da superare in pochi giorni anche perché i musei non sono dei luoghi sterili o asettici.

I musei quasi sempre non hanno finestre o luoghi di areazione e i quadri stessi non sono né lavabili né disinfettabili.

Il problema degli ambienti espositivi non è affatto secondario.

Il ricambio d’aria con la relativa umidità danneggerebbe le opere che necessitano di una temperatura costante, andrebbe rimossa  la moquette ai pavimenti con i relativi costi, sanificare ambienti del genere in continuazione non garantirebbe l’incolumità.

Basta che una persona sia contagiata per mettere a rischio tutte le altre, il distanziamento sociale di per sé non è sufficiente e c’è anche da aggiungere che nessuna assicurazione ti coprirebbe per un rischio epidemico come questo, e per noi organizzatori il pericolo sarebbe altissimo.

Mancano dei protocolli adeguati, io avrei aspettato un paio di settimane dalla fase due per poi pianificare con calma le riaperture, se dovesse aumentare nuovamente il contagio in questa fase correremmo il rischio di dover richiudere.

In questa fase c’è anche il problema dei prestiti di opere che non possono viaggiare. Impossibile programmare eventi per voi?

Certamente questo è un ulteriore problematica, non solo per le mostre future ma anche per quelle programmate quest’autunno sulle quali c’erano già degli accordi nero su bianco.

I prestatori si sono tirati indietro perché in questa fase nessuno può garantire la certezza dell’arrivo delle opere.

Avevamo organizzato per ottobre a Roma una mostra sui capolavori provenienti dalla collezione del Museo di Tel Aviv, opere che non erano mai uscite dalla loro sede con capolavori di  Van Gogh, Kandisky, Picasso, Chagall, un evento che andava ad indagare il rapporto tra collezionismo ed ebraismo.

Una mostra di tale portata è giusto rimandarla a quando le condizioni permetteranno ai prestiti di poter viaggiare.

Cosa chiedete in concreto al Governo?

Oltre ai contributi a fondo perduto di cui parlavo prima, chiediamo l’applicazione dell’Iva al 4% come per l’editoria, la de-fiscalizzazione per chi sponsorizza le nostre attività e un ulteriore bonus cultura a tutti i cittadini, che in questa fase attraversano una difficile situazione economica, da spendere per mostre e musei altrimenti c’è il rischio che la cultura diventi un po’ superflua.

Abbiamo anche ipotizzato che lo Stato possa mettere a disposizione dei suoi spazi gratuiti per organizzare eventi culturali dando una mano in questo momento.

I nostri interlocutori del MIBACT si sono dichiarati tutti dalla nostra parte, sono perfettamente consapevoli che teatri, cinema, concerti e mostre sono tutti gestiti da privati per cui l’interesse è trasversale e attendiamo fiduciosi gli sviluppi della politica.

Per chiudere. In questi mesi molti musei hanno messo a disposizione online diverse visite virtuali. E’ un’opportunità che prevedete di perseguire in futuro?

Ci stiamo lavorando, abbiamo un progetto in definizione su alcune mostre che vorremmo sviluppare sia dal vivo che virtualmente.

Un progetto ambizioso che porti lo spettatore online a immergersi sala per sala con un curatore che lo accompagni per mano, niente a che vedere con le cose che girano in rete in questo periodo che mi sembrano un po’ approssimative.

Lo stiamo preparando appositamente per le scuole che ben difficilmente potranno assistere a breve dal vivo ai nostri eventi, vorremmo portarli per mano per fargli rivivere le stesse emozioni in maniera differente.

Cercheremo di essere pronti per questo autunno, questo virus  deve insegnarci a diversificare l’offerta per trovare nuovi veicoli di fruizione dell’arte.

Fabio Bandiera

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Foto tratta da: http://www.arthemisia.it/it/category/dal-mondo/page/4/