La poetica dell’accattone – Pier Paolo Pasolini

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Sono nato al vicolo della Marranella vicino alle baracche del “pesciarolo”, al villaggio Carletti, al prato Tavoletti (ora c’è piazza Malatesta); già un po’ più distante la borgata Gordiani.

Molti amici delle elementari provenivano da questi agglomerati

Li vedevo solo un po’ più poveri rispetto a noi.

Non si poteva studiare a casa loro ma non si percepivano differenze nel modo di essere.

In altri bambini, invece, si coglieva una immotivata aggressività che veniva accompagnata da incomprensibili ragionamenti.

Sapevamo che, indipendentemente dal luogo di nascita, sarebbero diventati delinquenti; cosa che si è puntualmente verificata.

Da adolescenti hanno cominciato a spendere la loro esistenza al bar del vicolo, a trovarsi protagonisti di stupide bravate con la moto, a rubare negli appartamenti, ad avere problemi con le Forze dell’Ordine.

Quando si adocchiavano facce insolite, poco raccomandabili, insomma persone

“in cerca di rogna”,

loro erano sempre disponibili; sia per reati di vario genere sia per strambe richieste di natura sessuale.

Lo facevano per soldi e, senza avvedersi del loro stesso livello di miseria morale, deridevano quei depravati trattandoli come persone sporche.

Tra quei frequentatori del vicolo c’era un certo Pasolini che spesso si faceva vedere insieme ai fratelli Citti.

Il film “l’accattone” viene ambientato da Pasolini proprio nelle zone intorno alla Marranella ed alla borgata Gordiani.

La poetica tragica di Pasolini appare come un affresco di una vita priva di spiritualità, incapace di emozioni elevate, destinata unicamente ad un martirio senza redenzione.

Ma questa prospettiva può essere valida solo per chi non è della borgata: La verità vera è che esistono semplicemente persone disgustose cui piace vivere senza sacrifici, pretendendo dalla giovinezza ciò che ritengono un diritto (soldi, macchine, donne) compiacendosi nel rubare a piene mani e nel vessare chi non reagisce.

Se c’è un principio da insegnare ai componenti di una società civile non è certo quello de “l’accattone” per il quale non si deve provare alcuna pena.

Si DEVE comprendere (deve sentirsi come obbligo) che gli altri hanno i medesimi diritti e che la vita va costruita usando le proprie qualità e non la violenza.

Mudir

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Immagine tratta da: http://cinetramando.blogspot.com/2011/10/accattone-premessa-le-traversie-subite.html

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