Languishing, l’emozione dei giorni nostri

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di Andrea Maggio

In un recente articolo apparso sul New York Times,

Adam Grant, psicologo all’University di Pennsylvania, ha descritto il languishing come l’emozione dei giorni nostri.

Tradotta può ricordare il languire che nel caso specifico indica la sensazione di “stagnazione e di vuoto”.

Secondo l’autore, infatti, “Ti senti come se ti stessi confondendo tra i giorni, come se guardassi la tua vita da un finestrino appannato”.

Il rischio di scivolare nella depressione

Questo stato emotivo porta chi lo sperimenta a sentirsi demotivato, a non riuscire a concentrarsi, piuttosto spento.

Non si può ancora parlare di sintomi depressivi veri e propri tuttavia è stato verificato che chi soffre di queste sensazioni oggi potrà sviluppare sintomatologie depressive e stati d’ansia in futuro.

Questo rischio è sospinto dal fatto che chi vive il languishing è inconsapevole di questo malessere che lo sta trascinando sempre più nell’indifferenza, di sé e della vita.

Questo aspetto non è di poco conto perché la consapevolezza di sé e delle proprie difficoltà rappresenta un elemento fondante per avviare la ricerca di cambiamento e di benessere.

La forza della consapevolezza

La consapevolezza di quanto accade dentro e fuori di sé riguarda tutti gli ambiti della propria vita: lavorativa, affettiva, sociale.

Senza piena consapevolezza dei propri stati d’animo, dei propri modi di pensiero e delle proprie convinzioni, dei propri desideri e valori, non si è in grado di vivere una vita autentica ed appagante in tutti i suoi aspetti.

Nella vita frenetica e fin troppo piena di impegni di oggi, non abbiamo mai il tempo di dedicare degli spazi di attenzione anche minimi a noi stessi.

I corsi e le pratiche sulla mindfulness aiutano proprio a fermarsi e ad ascoltarsi. È solo quando ci fermiamo e ci concediamo il tempo dell’ascolto interiore e silenzioso che il nostro sé ci parla.

Ritrovare il benessere

Una volta dato spazio all’ascolto e aumentata la consapevolezza di cosa ci fa languire o anche semplicemente del fatto di rendersene conto, possiamo avviare la ricerca del cambiamento.

Lo stato di benessere psicologico, infatti, è anche il risultato di una ricerca e di una tensione realizzativa.

Nello specifico, un possibile intervento da realizzare nel breve periodo per uscire dal torpore del languishing può essere sperimentare il flow.

Si tratta di quelle attività che ci coinvolgono così pienamente da farci perdere il senso del tempo e dello spazio.

Può essere la lettura, la scrittura, suonare, il giardinaggio, ma anche prendersi cura di qualcuno e così via.

Si tratta di quelle attività in cui esprimiamo attivamente e al massimo le nostre capacità con elevato coinvolgimento e motivazione.

Costruire il benessere

Per costruire, poi, un benessere di lungo periodo è importante avviare un percorso realizzativo vero e proprio.

Come approfondito nell’articolo “Realizzare il proprio benessere”, una volta capito cosa si vuole cambiare nella propria vita, ma soprattutto cosa si vuole ottenere, diviene importante avviare quelle attività propedeutiche a realizzare il cambiamento desiderato.

L’emergenza pandemica che stiamo vivendo ci ha dimostrato nuovamente che gli eventi esterni possono stravolgerci la vita da un momento all’altro.

L’unica possibilità che abbiamo di far fronte agli eventi esterni da noi incontrollabili è concentrarci su di noi.

È solo avendo il totale controllo dei nostri stati emotivi e di quello che facciamo che possiamo realizzare il nostro potenziale di esseri umani.

Questa strada ci permetterà di diventare il professionista, il genitore, il partner, l’amico  che vogliamo veramente essere.

Andrea Maggio

Tempo di lettura: 1’ 40”

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/entry/non-depressi-ma-privi-di-gioia-lemozione-del-2021-e-il-languishing_it_6082c524e4b0e7cb020e80eb?utm_campaign=share_email&ncid=other_email_o63gt2jcad4

 

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