Praticare la mindfulness nel verde: lo shirin-yoku

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di Nicola Fratiglioni

In un precedente articolo ho scritto di quanto sia piacevole e utile per il nostro benessere inserire la mindfulness nella corsa:

Immergersi nelle sensazioni del “qui ed ora” ascoltando il rumore dei nostri passi, sentendo ogni millimetro del suolo toccato dai nostri piedi, osservando nei minimi dettagli ciò che ci sta intorno e sentendone gli odori: appagante!

Se poi “ciò che ci sta intorno” è un bosco o un ambiente naturale, i benefici per il nostro corpo e per il nostro cervello aumentano esponenzialmente.

Lo dice anche, oltre ad un crescente numero di ricerche, lo shirin-yoku.

Mindfulness: Fare un bagno di foresta

Lo shirin-yoku, letteralmente tradotto con “bagno di foresta” è una pratica giapponese che consiste nell’immergersi nel verde concentrandosi sul momento presente: una sorta di mindfuness praticata mentre si cammina in un bosco o in un parco verde.

Camminare prestando attenzione a cosa i nostri cinque sensi registrano fa bene al nostro equilibrio psicofisico e diminuisce i livelli di stress favorendo il rilassamento.

Sembra così scontato: in fondo siamo nati nella Natura e a Lei siamo legati inscindibilmente; eppure le nostre vite ci portano spesso lontano da quel punto originario e atavico di rinascita e rivitalizzazione.

Ma “tornare alle radici” è facile, se prestiamo attenzione a cosa registrano i nostri sensi quando ci immergiamo nel “bagno di foresta”.

Mindfulness:: Come trarne beneficio nel verde

Partiamo dal nostro senso più antico: l’olfatto.

Annusiamo gli odori delle foglie, del legno , della terra, dell’aria: inspiriamo sempre più profondamente e il nostro cuore ci ringrazierà, rallentando il ritmo, riducendo la pressione arteriosa, dandoci un senso di totale relax.

Ascoltiamo i suoni che la natura suona per noi: le foglie calpestate, una pozzanghera d’acqua smossa dal nostro piede, il vento: ci calmerà più velocemente di qualsiasi canzone o di qualsiasi “silenzio”.

Quasi inutile parlare della vista: ormai tantissimi studi hanno provato la potenza calmante e allo stesso tempo stimolante di un panorama naturalistico o anche semplicemente della vista di un albero piuttosto che di un alto edificio in cemento!

Infine il tatto: toccare la corteccia di un albero ci riporta incredibilmente al momento presente, aiuta la nostra presa di coscienza del “qui ed ora”, agevola la nostra pratica di “bagno di foresta”.

Sono pratiche molto facili, adatte a tutti, senza controindicazioni:

Tutto ci è offerto dalla Natura che spesso diamo per scontata, come a volte molti di noi hanno fatto con la propria mamma o con il proprio partner accorgendosi troppo tardi della loro importanza.

Non facciamo questo errore:

Godiamoci il nostro shirin-yoku e facciamo in modo che possano goderne le generazioni che verranno dopo di noi.

Nicola Fratiglioni

Tempo di lettura: 1’30”

nicolafratiglioni.com

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