Omaggio a Philippe Daverio

42801

di Fabio Bandiera

CARO PHILIPPE,

in questo 2020 maledetto e da dimenticare anche tu ci hai lasciato.

In punta di piedi senza clamori, una brutta malattia ti ha portato via lasciando un altro piccolo-grande vuoto nel mondo dell’arte e della cultura contemporanea.

Quel mondo che tu hai coerentemente ravvivato e rappresentato col tuo esempio.

Quello di un uomo colto e intriso di sapere a cui hai abbinato le tue comunicative doti naturali e un’immagine un po’ dandy e un po’ naif che ne hanno sancito il personaggio.

Affascinante, originale, sempre pronto alla battute ironica e sarcastica.

Ci hai accompagnato per mano nei meandri, spesso trascurati dai media tradizionali, della storia dell’arte donandole e donandoci la tua conoscenza.

Frutto dello studio e di una grande intrinseca passione.

Philippe Daverio: IL GIOVANOTTO ALSAZIANO

Perché quel giovanotto alsaziano nato a Mulhouse nel 1949, figlio di padre italiano e mamma francese, si è sin da piccolo nutrito di sapere.

Grazie ai mezzi economici e a quel mix di culture che si respiravano in famiglia.

Questo ti ha permesso di frequentare l’unica scuola europea italiana a Varese.

Un vero college formativo dove hai imparato a menadito le lingue, cominciando dal tanto amato latino di cui sei sempre stato strenuo difensore.

Da lì il passaggio alla Bocconi è stato breve, volevi fare l’economista ma dopo avere sostenuto tutti gli esami non ti sei laureato perché avevi in mente ben altro.

Nel 1975 fondi la tua prima galleria d’arte a Milano, occupandoti dei movimenti d’avanguardia del primo Novecento, dieci anni dopo ne apri un’altra a New York e poco dopo raddoppi a Milano focalizzandoti stabilmente sull’arte contemporanea.

Editore e Gallerista conclamato con più di cinquanta titoli all’attivo ti fai attrarre dal sacro fuoco della politica con spirito di servizio.

Esercitando nella giunta Formentini del comune di Milano le funzioni di assessore con delega alla cultura e al tempo libero.

Philippe Daverio: ARTU’, PASSEPARTOUT , NASCE L’EMPORIO DAVERIO

Siamo a cavallo tra la fine dei novanta e l’inizio del XXI secolo, fase di piena maturità dove decidi di entrare a pieno titolo nel mondo dell’informazione, e Mamma Rai non si lascia sfuggire l’occasione investendoti e incaricandoti di rendere fruibile alla massa una materia tecnica e spesso mal divulgata.

E tu? Ci metti del tuo ed entri nelle nostre case, con quell’aria felpata e sorniona, un pò snob e dal sorriso contagioso, inizi a convertire noi spettatori con i vari Artù e Passepartout, piccole perle di conoscenza che, distribuite in pillole settimanali, diffondono la storia dell’arte lungo lo stivale.

Esperti e neofiti non importa, i tuoi programmi sono dei distillati di sapere trasversale, dall’arte antica a Giotto, da Leonardo al Barocco, dagli Impressionisti al Novecento tutti gli stili vengono trattati e approfonditi in maniera concisa ed efficace.

E’ qui che l’uomo universale Daverio fa la differenza, grazie ad un linguaggio semplice e diretto collegando in modo inscindibile il mondo dell’arte alla storia del proprio tempo, connessioni che i tuoi programmi disvelano e approfondiscono fornendoci un quadro completo dei vari movimenti e delle varie epoche.

Il tuo look fa il resto e nasce il personaggio, quello con l’occhialetto rotondo da intellettuale e l’immancabile papillon, le camicie a quadroni sgargianti e il sigaro sempre in mostra nei successivi notturni e aperitivi dell’arte, altro format vincente del tuo Emporio in cui il divulgatore condivide il suo sapere,dibattendolo con altre eminenze, sui secoli dell’arte.

Philippe Daverio: A STAR IS BORN

Chiudere dopo dieci anni Passepartout (2002-2012) è stato un errore e per noi una grave perdita.

Ma la stella eccentrica Daverio è lanciata a trecentosessanta gradi nell’Olimpo della fama consacrata da numerosi incarichi e riconoscimenti, sia politici che artistici.

Incarichi che procedono di pari passo alle docenze universitarie, alla pubblicazione di numerosi testi che racchiudono il tuo mondo di storico e comunicatore dell’arte.

Un vero e proprio testamento da lasciare in eredità ai posteri, e a numerose collaborazioni con le maggiori testate nazionali culminate con la nomina a Direttore del periodico Art e Dossier.

Tra le ultime imprese del tuo instancabile cammino c’è la fondazione del movimento di opinione no profit Save Italy.

Nato nell’anniversario dei 150 di unità nazionale e portatore sano di idee e progetti per la tutela e la salvaguardia dell’immenso patrimonio artistico dello Stivale.

Attraverso un’opera di sensibilizzazione e di conoscenza volta ad evitarne il deturpamento.

Philippe Daverio: UN LASCITO PREZIOSO

Non mancheranno polemiche e scambi di vedute, invidie e gelosie sulla tua persona e sul tuo personaggio.

Un prezzo da pagare necessario per la coerenza delle tue idee.

Contro l’ignoranza becera di chi non ama questo nostro meraviglioso Paese.

Paese che tu hai contribuito col tuo inconfondibile stile a farci amare un pochino di più.

Ti immagino al cospetto degli eletti del Regno dei Cieli.

Intento a discutere e a filosofeggiare su questo o quell’altro argomento con i grandi artisti che hai amato e con i quali avrai tutto il tempo per poterti finalmente confrontare.

Fabio Bandiera

Tempo di lettura: 1’45”

1 commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.