L’Alzheimer è una malattia subdola. Ecco le cause, come si manifesta e come si effettua la diagnosi.
Il morbo di Alzheimer è il più frequente tipo di demenza senile. Si tratta di una malattia cronico degenerativa della corteccia cerebrale. Colpisce il 5% delle persone con più di 60 anni, tuttavia l’esordio è possibile anche in un’età compresa tra i 40 e i 50 anni.
Si presenta gradualmente, con vuoti di memoria, per poi evolvere verso una condizione più grave in cui il soggetto mostra enormi deficit cognitivi e comportamentali e, talvolta, perde la sua autosufficienza. La diagnosi di Alzheimer è difficile perché i sintomi si confondono con quelli tipici di altre forme di demenza.
Alzheimer, i sintomi
I sintomi tipici dell’Alzheimer si presentano gradualmente e comprendono:
- perdita di memoria: è il primo campanello dall’allarme; colpisce soprattutto la memoria a breve, per cui il malato può avere difficoltà a immagazzinare nuove informazioni ma invece essere in grado di ricordare episodi successi molti anni prima;
- disorientamento spazio-temporale, che può portare la persona colpita a perdersi anche in luoghi conosciuti;
- alterazioni dell’umore e della personalità;
- agnosia, ossia difficoltà a riconoscere persone e oggetti;
- aprassia, ossia incapacità di movimento e coordinazione;
- afasia, ovvero perdita delle capacità linguistiche;
- difficoltà di comunicazione;
- comportamenti aggressivi.
L’evoluzione del morbo attraversa vari stadi e varia da persona a persona. Una volta diagnostica generalmente è in uno stadio avanzato, da quel punto mediamente il malato ha un’aspettativa di vita di circa 8-10 anni.
Alzheimer, le cause
La malattia di Alzheimer non è normalmente ereditaria. Avere nella propria famiglia alcuni malati di Alzheimer non significa, quindi, essere destinati ad ammalarsi. Per la maggior parte dei casi la causa di Alzheimer è ancora sconosciuta, anche se esistono diverse ipotesi che cercano di spiegare l’insorgere della malattia.
Secondo diversi studi, la malattia è dovuta a una diffusa distruzione di neuroni, principalmente attribuita alla proteina beta-amiloide. La malattia è accompagnata da una forte diminuzione di acetilcolina nel cervello (una sorta di neurotrasmettitore). Ciò impedisce ai neuroni di trasmettere gli impulsi nervosi e porta alla morte dei neuroni stessi. Una spirale che causa un’atrofia progressiva del cervello.
Alzheimer, la diagnosi
Non esiste un test specifico per determinare se una persona è affetta dal morbo di Alzheimer. Il medico arriva alla diagnosi per esclusione, basandosi su esami clinici (analisi del sangue, delle urine o del liquido spinale), neurologici, somministrazione di test cognitivi per valutare memoria e grado di attenzione. Può essere utile una TAC cerebrale. L’insieme di questi dati permette al medico di escludere altre patologie e di indirizzarsi verso la diagnosi di morbo di Alzheimer.
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