In corso nella suggestiva sede dell’Ara Pacis la mostra “C’era una volta Sergio Leone” che commemora il trentennale della scomparsa del grande regista romano ripercorrendone il mito e la leggenda.
Evento dovuto ad uno dei più grandi cineasti italiani autore di alcune della più belle pagine della cinematografia nostrana frutto di un amore incondizionato per quell’incredibile mestiere chiamato CINEMA che Sergio (1929-1989) ha attraversato in tutte le sue diverse fasi……
Sergio Leone: Figlio d’arte! Gli inizi di una grande passione
Leone è figlio d’arte, papà Vincenzo è un attore e regista del muto che esercita sotto lo pseudonimo di Roberto Roberti mentre la mamma Edvige Valcarenghi è una celebre attrice del muto.
Entrambe personaggi affermati negli anni dieci e venti invogliano e incanalano la passione del giovane Sergio che non perde tempo.
Dal 1947 al 1961 si tuffa in un fruttifero e decisivo apprendistato fatto di collaborazioni formative con calibri nostrani quali:
- Steno
- Blasetti
- Soldati
- Zinneman
- Wise
- Wyler.
E’ in questa fase di vorace appassionato che Leone getterà le basi del suo futuro, quello che lo proietterà nella storia, un’esperienza sia tecnica che stilistica che gli permetteranno a trentadue anni di dirigere il suo primo lungometraggio con estrema sicurezza.
Sergio Leone: Dal Colosso ai Colossi…….
Il Colosso di Rodi del 1961 ne segna l’esordio alla regia:
Un degno antipasto, girato con mezzi limitati, della grande sua maestria nella gestione ottimale del set.
Leone da grande divoratore di cinema qual è assiste nel 1963 al capolavoro di Kurosawa “La sfida dei Samurai”.
Ne rimane folgorato e decide di riadattarlo in chiave western riuscendo a convincere i produttori della Jolly Film ad investire sul progetto.
Uscito nel 1964 in sordina, Per un Pugno di Dollari ottiene un successo strepitoso al botteghino consacrando di fatto l’astro nascente Sergio Leone.
Sergio Leone: Un immaginario nutrito svariate fonti
Leone non è solo un regista cresciuto a pane e cinema, ma una figura più complessa che si nutre di conoscenza quale fonte inesauribile per alimentare le sue idee.
L’America al centro di tutto, ma non solo Ford, Chaplin o Curtiz perché nel sogno americano sono inclusi anche i romanzi di Hemingway, Scott Fitzgerald e Chandler.
Se a questo aggiungiamo l’amore per i personaggi di Cervantes, le strutture narrative del teatro di Goldoni e gli eroi dei fumetti otteniamo una visione del west autentica e personale frutto anche di una notevole cultura visiva ricca di prospettive illusorie e brutali pianosequenza.
Ama Degas, Goya e in special modo le architetture figurative di De Chirico che lo influenzeranno notevolmente nella ricerca di un’immagine cruda e di inquadrature scenograficamente efficaci senza inutili e arzigogolati ghirigori.
Sergio Leone: La rivoluzione si compie……..
Il resto è storia, quella che si legge sui saggi o sui libri a lui dedicati.
Una rivoluzione unica che stravolge il mito del west minandolo nelle sue fondamenta visive, narrative e sonore.
Leone non sintetizza, dilata i tempi dell’azione arricchendo il lessico del suo cinema con sperimentazioni visive che alternano campi lunghi e primissimi piani
I dialoghi rarefatti cedono il passo agli effetti sonori che assumono una valenza figurativa assoluta.
L’analitica ricerca storiografica si riflette nelle scenografie anti veriste che mescolano epoche diverse creando voluti anacronismi.
Le musiche di sua maestà Ennio Morricone irrompono sublimi donando quella dimensione epica inscindibile dal montato delle immagini.
Sergio Leone: Once upon a time………
Dopo la mitica saga del dollaro degli anni sessanta Leone si invaghisce di Mano Armata:
Romanzo di Harry Grey sui gangster ebrei newyorkesi degli anni trenta.
Capisce che da questo scritto può tirarne fuori una storia universale sul mito del cinema ripercorrendo i ricordi di un uomo, Noodles, alle prese col proprio passato e i propri rimpianti.
C’era una volta in America (1984) è un film nostalgico, pieno di salti spazio-temporali:
Intriso di un’aura malinconica, alla ricerca del tempo perduto dallo scorrere fluente e impietoso della vita.
Una sorta di analisi collettiva e ultimo atto di amore di un maestro-artigiano del cinema scomparso troppo presto lasciando una scia polverosa come il suo west, che a trent’anni dalla sua morte riecheggia ancora nelle nostre anime e rivive in questa imprescindibile mostra.
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Foto tratta da: https://www.zerkalospettacolo.com/c-era-una-volta-sergio-leone-la-grande-mostra-all-ara-pacis/