Ci mancava il coronavirus: Frutto di ignoranza che blocca il mondo e ci costringe a pensare

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di Claudio Razeto

 

Ci mancava il coronavirus! 

Una malattia, trasmessa come un raffreddore, ha improvvisamente messo in crisi un mondo dominato da delirio di onnipotenza, in cui tutto sembrava possibile e a portata di mano, anche solo con un click.

 

Invece, con un semplice starnuto il sistema umano va in tilt, il panico si diffonde, le mascherine impazzano, le economie si bloccano, città intere si spopolano, le economie tremano. 

 

E si cerca di correre ai ripari. 

 

Si sospendono le partite di calcio, le lezioni all’università, le grandi manifestazioni.

Intanto le mascherine – che forse nemmeno servono – sono esaurite o addirittura in vendita a prezzi triplicati da “mercato nero”.

Il governo fornisce istruzioni alla popolazione come in un serial tv. 

Ma non è una fiction. E’ tutto vero.

I morti per ora in Italia sono relativamente pochi, ma gli ammalati aumentano e iniziamo tutti ad essere preoccupati. 

 

http://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioFaqMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=228

 

E ci si chiede:  sarà il caso di andare al cinema con tutta quella gente? Il tuo vicino non aveva quel brutto raffreddore? Conosci qualcuno che è tornato dalla Cina? 

Mai ci eravamo trovati, come generazione, a vivere una simile emergenza nemmeno ai tempi della SARS e della Mucca pazza.

E’ bastato pochissimo e il sistema, apparentemente invulnerabile, è andato in crisi. 

Siamo così potenti eppure così fragili.

La natura, colpita, violentata, brutalizzata, ce lo dimostra in un istante. 

Generando uno sgorbio microscopico, un virus, invisibile, ma che può essere letale.

Eppure viviamo in una società estremamente avanzata.

Il XX secolo è stato definito il secolo breve per la velocità con cui ha portato mutamenti epocali. 

Trasporti, comunicazione, scienza e tecnologia. Tutto è cambiato.

 

Il secolo targato 2000 che stiamo vivendo e in cui siamo entrati, da solo vent’anni, potremmo definirlo istantaneo nei suoi sviluppi, nelle sue invenzioni e nelle soluzioni che offre.

 

Tutto si evolve a velocità crescente. Vivremo in città green, ci muoveremo con mezzi futuristici non inquinanti, nasceranno lavori basati sull’intelletto e sulla reale crescita interiore umana, nel senso migliore del termine. 

Il lavoro come lo intendiamo oggi non ci sarà più, perché lo faranno le macchine.

L’operaio alla Charlot di “Tempi moderni”, che imbullonava pezzi, trasformando il lavoro in nevrosi, sarà un ricordo del passato. 

L’impiegato allo sportello non ci sarà più e nemmeno lo sportello.

Il futuro è già qui e l’ha creato l’uomo con la sua intelligenza e la sua genialità.

Restano grandi temi da affrontare ma c’è una visione, un mondo scientifico che studia, scopre, osserva e ne studia gli sviluppi. Cercando soluzioni. Globali. Planetarie.

 

Il coronavirus però proprio non ce l’aspettavamo.

Questa cosa rischia di cambiarci la vita.

Via abbracci e baci, aboliamo i contatti, abbracci o strette di mano, evitiamo la diffusione di particelle di saliva potenzialmente infettanti.

Se possibile si resta a casa. In alcune regioni si sta già correndo ai ripari.

Nel contesto più delicato e sensibile, che è quello della salute, ci è piombata addosso questa calamità. 

Non è la sola ma ora fa sicuramente più notizia di tutte le altre. E si diffonde.

Anche grazie al tam tam mediatico continuo e quasi ossessivo. 

Cosa sta succedendo?

Non è l’unica emergenza. 

E’ di pochi giorni fa la notizia che nei prossimi anni aumenteranno i tumori e le malattie genetiche.

Patologie che a volte si potrebbero prevenire ma che si preferisce ignorare fino a che non ci si ritrova in una corsia di ospedale.

  • Fumo,
  • alcol,
  • sesso promiscuo,
  • cattiva alimentazione,
  • abitudini sociali sbagliate.
  • Inquinamento,
  • avvelenamento delle acque,
  • sostanze nocive. 

Mentre c’è chi vive col solo problema di andare dal chirurgo estetico a rifarsi labbra e seno, si combatte col cancro, la leucemia, la SLA o con altre malattie che a volte potrebbero anche essere prevenute ed evitare malattie importanti. 

Intanto la scienza continua a studiare. 

Anche se a volte, le soluzioni che già ci sono, non vengono utilizzate.

Vaccini come quelli per l’influenza e la polmonite, che ogni inverno fanno più morti, ad oggi, del coronavirus, non sono una pratica così diffusa.

Per disattenzione e ignoranza.

Ricordate quelli che hanno falsificato i certificati per non vaccinare i figli che andavano a scuola?

Cosa faranno adesso?

Continueranno a negare l’importanza della profilassi preventiva?

Il problema sono ancora le multinazionali farmaceutiche? I complotti per vendere medicinali? 

Il profitto è sicuramente il traino della maggior parte delle imprese umane, comprese quelle più nobili come la cura del cancro, dell’Alzheimer o del Parkinson.

Ma si può fare senza? 

Tutto ha un costo. Anche la medicina e la ricerca. 

Non è facendo finta di niente che si evitano le malattie e il coronavirus lo sta dimostrando con drammatica evidenza. 

Nella storia sono sempre state le crisi, eventi drammatici, capaci di cambiare il modo di vivere. 

Un tempo erano crisi localizzate, oggi sono sempre più connesse e la foresta che brucia in Amazzonia tocca anche noi che abitiamo in Europa. 

Un virus dalla Cina prende l’aereo e fa il giro del mondo. Come un qualsiasi turista.

Solo che ammazza la gente. Tante persone in Cina. Ora anche in Europa e in Italia.

Questa minaccia ci riguarda tutti e ci connette ancora di più. 

Ormai siamo tutti collegati, anche dal punto di vista sociale, economico, culturale, e sanitario. 

La soluzione, ora più che mai, è nella conoscenza.

Sapere equivale a difendersi e ad immunizzarsi da incidenti di percorso.

E persino a salvarsi la vita.

Ma è anche l’ignoranza il grande nemico da combattere.

Questo virus è nato in Cina. Nei mercati di animali vivi di Wuhan.

Indiziato numero uno, il pipistrello.

Un animale che provoca per sua natura reazioni emotive contrastanti.

Di certo non è considerato proprio una creatura da compagnia. 

Ci sono tradizioni popolari orientali che lo considerano bene augurante, altre ne fanno il simbolo del male.

Alcuni credono che mangiarli porti ben 5 benedizioni. Servito in brodo zampe e ali comprese.

Un retaggio diremmo medievale, con tutto il rispetto per il medioevo.

Sul web girano video in cui si consumano zuppe di pipistrello, ma anche serpenti e altri animali che normalmente non compaiono nei menù dei ristoranti. 

Il mercato di animali vivi utilizzati a scopo terapeutico in Oriente esiste da anni. 

Il commercio di pozioni e ritrovati basati su queste credenze si è diffuso anche in occidente.

La polvere di corno di rinoceronte è considerata afrodisiaca.

Estratti del corpo della tigre vengono pagati cifre altissime (400 dollari al chilo) e sono utilizzati per fare estratti alcolici che, secondo questa medicina, aumentano le capacità sessuali.

Persino la bile degli orsi è sfruttata per questi usi, come le piastre del pangolino, un altro mammifero sfruttato da queste cure alternative.

Alcune di queste specie – vedi il rinoceronte e la tigre – sono a rischio estinzione proprio a causa dei contrabbandieri e del business che li uccide. 

Eppure non solo a Hong Kong, Singapore o nelle metropoli asiatiche ma anche in città moderne come Londra e New York ci sono negozi che vendono polveri ed estratti basati sulla medicina orientale.

Cultura alternativa o ignoranza? Conoscenze di medicina o pericolose baggianate? 

Che il pipistrello portasse il “coronavirus” lo si sa dagli anni ’90. 

Anzi questo animale può trasmettere altre malattie altrettanto pericolose come la rabbia, la SARS, l’Ebolavirus e altre.

E allora perché nessuno ha mai fermato questo mercato di sostanze “magiche” fatte con pezzi di animali per di più protetti? 

La nostra cultura oggi ci spinge – giustamente – verso il rispetto delle consuetudini e usanze degli altri popoli.

Certi fenomeni saranno anche pittoreschi e a volte diventano addirittura di moda divenendo oggetto di gruppi di culto, associazioni alternative, siti internet, gruppi. 

La magia è a suo modo una contro cultura e c’è ancora chi si fa spillare soldi per consulti magici, tarocchi, chiromanzia, talismani e altri “ritrovati”, per un giro che solo in Italia muove 8 miliardi di euro esentasse.

Ma a volte si gioca col fuoco. E l’ignoranza fa il resto. 

Il coronavirus sta mostrando la nostra limitatezza di fronte a nemici “semplici” e quasi elementari.

D’altra parte il coronavirus si conosce. Si sta persino studiando il vaccino. Ma questo non elimina la sua diffusione. E si comincia ad avere paura. Anche in Italia.

La prevenzione avrebbe potuto evitare questa nuova crisi? Forse.

La gente si ammala di tante patologie pur sapendo che si potrebbero prevenire. 

Il dubbio è che sia più conveniente dal punto di vista economico, curare, operare, utilizzare farmaci, che prevenire: Dubbio lecito ma inaccettabile. E certo non è questo il caso.

Stranamente sono spariti i no vax. 

I guru della medicina alternativa, della sola omeopatia, delle cure green.

Anche alcuni politici che sostenevano le medicine alternative ora tacciono. 

Tutto crolla davanti a un’epidemia come quella partita, forse da un pipistrello, dal mercato di Wuhan.

Anche sul web. Le fake news girano sempre, ma la contro-informazione è finalmente arginata da quella ufficiale e seria. 

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2020/02/03/coronavirus-ce-anche-epidemia-fake-news-_a13378d6-076f-4ba4-8903-5f0f03f926bc.html

 

Sui social escono ancora stupidate in libertà ma per fortuna si è sempre più propensi a dar loro il peso che meritano. Zero. 

I vaccini servono e speriamo ne trovino in fretta uno abbastanza efficace da farci uscire da questa brutta situazione.

Se già ci fosse per il virus arrivato dalla Cina credo verrebbe imposto in massa a tutti quanti. 

Alla faccia dell’ignoranza dei negazionisti, dei terrapiattisti e dei “laureati” all’università della vita che circolano ancora, con i loro cervelli sprecati. 

Chissà se tra i vaccini più urgenti ne faranno mai uno che curi l’ignoranza e l’idiozia dilagante?

Speriamo di sì. 

Il mondo, che sta trovando risposte tecnologiche enormi, in tanti campi, ha bisogno di specialisti che ci si prendano cura anche delle menti oltre che del corpo. 

C’è ancora tanto da fare.

Usare una porzione più larga di massa cerebrale ed evolvere ancora verso qualcosa di migliore.

E dare vita a menti illuminate che dovranno affrontare le sfide del futuro, e farci vincere battaglie che, come il coronavirus, mettono in crisi, con un solo starnuto, il futuro e la vita di tante persone.

 

Claudio Razeto

Tempo di lettura: 2’30”