Oltre la carne:
Viviamo in un periodo storico di enormi trasformazioni.
Il clima, le comunicazioni, i trasporti ed anche il cibo.
La maniera in cui mangiamo e soprattutto il cibo con cui ci nutriamo sta cambiando e non tutti se ne sono accorti.
La popolazione cresce a ritmi elevatissimi, ma le superfici da dedicare all’agricoltura restano le stesse.
Si potrebbe disboscare per ottenere nuovi terreni coltivabili, ma sappiamo benissimo che sarebbe un suicidio ecologico per il nostro pianta.
Si potrebbe coltivare nel fondale degli oceani o sulle pareti dei grattacieli, ma la tecnologia ha bisogno ancora di qualche anno per perfezionare come farlo.
Nel frattempo cosa possiamo fare?
L’idea che in tutto il mondo si possa mangiare carne 3/4 volte a settimana è follia, come è follia che si possa fare colazione tutte le mattine con un avocado toast e qualche fetta di salmone.
I motivi sono svariati, principalmente ambientali ed etici, ma oggi non parleremo di questo.
Oggi parleremo di come stiamo cercando di sostituire questi alimenti per nutrire tutto il pianeta ed assicurarci che la salute del nostro pianeta non venga ulteriormente compromessa.
Insetti?
Tranquilli di quelli ho già parlato in un mio vecchio articolo
http://www.fomm.it/arrivano-gli-insetti-pronti/
Oggi parleremo di surrogati proteici.
Hamburger che sanno di carne, senza provenire da animali.
Possibile?
È quanto diverse aziende, tra cui Beyond Meat ed Impossible Meat, ormai da anni cercano di fare.
La carne a base di verdure è una soluzione per soddisfare la domanda di proteine in modo molto più sostenibile.
La sfida non è solo quella di appagare il consumatore dal punto di vista gustativo, ma anche di fornirgli il giusto apporto di macro-nutrienti.
Molte aziende come Burger King, Mc Donald, Nestlè ed Unilever hanno iniziato ad esplorare questo mondo comprendendone le infinite potenzialità per l’uomo e per il pianeta.
La carne è solo la punta dell’iceberg di questa transizione.
Uova strapazzate senza uova, salmone fatto con carote e tonno di legumi ed alghe che odora d’oceano.
La tecnologia corre veloce e speriamo non si perda dei pezzi per strada.
Ma se queste innovazioni si dovessero radicare ed entrare nelle nostre case, allora si che la trasformazione sarebbe epocale.
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