Continuando il nostro viaggio nel mondo delle bollicine, vi parlerò oggi del Metodo Charmat
Metodo Charmat o Martinotti (Champagne, Franciacorta)
Lo Champagne è meraviglioso, ma necessita di tantissima attenzione, mano d’opera e perizia.
Quindi come succede per tutte le cose complesse si tende a trovare un metodo alternativo, ma altrettanto efficace, per ottenere un prodotto che si avvicini il più possibile a quello che si sta provando ad imitare.
Questo è l’inizio della storia del Metodo Charmat o Martinotti.
Siamo a cavallo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 quando Federico Martinotti in Italia ed Eugene Charmat in Francia decidono di provare a far partire la seconda fermentazione non più in bottiglia, come avveniva per il metodo classico, ma all’interno di grosse vasche pressurizzate, chiamate autoclavi, con tutto il vino assieme.
Il prodotto che si ottiene ha sicuramente una bollicina meno elegante di quella dello champagne ed è meno caratterizzato dal lavoro dei lieviti, ma questo non vuol dire che non possa essere altrettanto valido.
Il Metodo Charmat ha in un certo senso democratizzato la bollicina, dando a chiunque la possibilità di farsi inebriare dalle bollicine senza dover spendere una fortuna.
Con questa metodologia sono prodotti il Prosecco, l’Asti spumante, la maggior parte delle tipologie di Lambrusco e molti altri vini frizzanti apprezzati in tutto il mondo.
Per questa tipologia di vini come per il metodo classico viene fatta una distinzione in funzione di quello che è il residuo zuccherino nella bottiglia.
· Pas dosé o Dosaggio zero
· Extra brut · Brut · Extra dry · Dry o Sec · Demi sec · Dolce o Doux |
· < 3
· ≤ 6 · < 12 · 12-17 · 17-32 · 32-50 · > 50 |
Ricapitolando quello che abbiamo imparato sul Metodo Charmat:
- Le bollicine non sono solo Champagne
- Non tutte le bollicine costano una fortuna
- Se abbiamo un gusto più o meno incline al dolce dobbiamo fare sempre attenzione alla dicitura presente in etichetta
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