LA SCUOLA ITALIANA E LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA

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La pubblica istruzione per la scuola italiana fu una grande conquista sociale.

Una volta ottenuto il diritto allo studio, la gioventù ebbe la possibilità attraverso lo studio, di migliorare il proprio stato sociale.

Migliorare il proprio futuro, a volte affrancandosi dal lavoro nei campi, nelle fabbriche, perfino in miniera.

Capita ancora oggi di ascoltare i racconti di anziani che da bambini facevano chilometri a piedi per raggiungerla.

Se rileggiamo i libri alla De Amicis abbiamo la visione di questi bambini con la cartella, il grembiule e il fiocco, le lavagne, le lettere a e b scritte in bella grafia con il gesso, i maestri autoritari e autorevoli.

Gli studenti più fortunati, perché provenienti da famiglie benestanti e quelli meno, in cui i genitori “si levavano il pane di bocca” pur di far studiare i figli e garantire loro un futuro migliore.

Le aule di scuola erano luoghi di conoscenza e persino le mappe geografiche alle pareti e i libri ne rappresentavano il cuore.

LA SCUOLA PUBBLICA GRANDE ASCENSORE SOCIALE

In un Paese in cui l’emigrazione dal Sud al Nord creò veri sconvolgimenti sociali, per decenni la scuola pubblica ha funzionato come un grande ascensore sociale permettendo a molti di migliorarsi in virtù della propria preparazione, cultura e dei titoli di studio faticosamente acquisiti.

Il fenomeno di degrado del sistema è arrivato dopo, con il ’68, il sei politico e in parte con i decreti delegati, l’assemblearismo che invasero scuole e università.

All’epoca però le istituzioni avevano ancora un grande vantaggio, quello di conservare strumenti di conoscenza non accessibili ai singoli studenti se non attraverso le aule, i laboratori, le grandi biblioteche scrigni di conoscenza.

Il massimo che le famiglie potevano permettersi erano libri ed enciclopedie un tempo decisamente più diffuse e molto costose.

LA RIVOLUZIONE DI INTERNET E LA PUBBLICA ISTRUZIONE

Tutto è cambiato con l’avvento di internet. Con il web e le nuove tecnologie touch.

Chi ancora si ricorda le ricerche fatte utilizzando la Larousse o la Treccani le vede oggi come qualcosa di antico e dimenticato, obsoleto e per certi versi anacronistico. Personalmente sono convinto che in quei volumi di carta, così come nelle grandi biblioteche e nelle emeroteche nazionali, c’è ancora tanta conoscenza a cui attingere. Perché non basta una ricerca su Wikipedia per trovare tutto quello che c’è da saper su un evento storico, un personaggio o un tema scientifico. Ma è indubbio che tanta disponibilità di informazione e ad una tale velocità sta cambiando il mondo. E Wikipedia è sul telefonino. Non serve andare in classe, né un professore per consultare la grande banca dati gratuita on line.

Il degrado fisico in cui versano molte scuole italiane ci ha messo, poi, il suo. In molte aule, dai banchi rovinati e sporchi, i muri pieni di graffiti, le finestre rotte, non ci sono più nemmeno le mappe geografiche, del resto surclassate da Google maps o addirittura da Waze.

Oggi c’è più conoscenza in un telefonino touch di ultima generazione che in un’aula scolastica rimasta anacronisticamente spoglia e vuota a parte i cervelli degli studenti e degli insegnanti.

Anche le scuole professionali più avanzate rischiano oggi di vedersi surclassare da un software scaricato dal web su un qualsiasi laptop poggiato sul tavolo del tinello di casa. Basta pensare ai simulatori, un tempo apparati analogici costosissimi e complessi. Oggi sono programmi scaricabili gratuitamente.

Le scuole pubbliche, tra ristrettezze economiche e tagli, fanno fatica ad attrezzarsi persino sulle aule pc. In alcuni casi si devono difendere addirittura dai furti di quel poco che hanno.

Nella maggior parte dei casi fanno grande fatica ad aggiornare parchi macchine che almeno ogni cinque anni andrebbero rinnovati. E la complessità della spesa pubblica italiana, per l’acquisto di nuovi strumenti, fa il resto rendendo le cose ancora più difficili.

INTEGRARE LE TECNOLOGIE NELL’INSEGNAMENTO

I ragazzi e le ragazze interessati ad apprendere su software o hardware tecnologicamente più avanzati, devono molto spesso fare riferimento a strutture private che li rendono disponibili a prezzi elevati che gravano sulle famiglie.

Se la tecnologia e la sua profonda conoscenza stanno diventando un plus, la loro disponibilità è accessibile solo a chi se lo può permettere.

All’estero le Università più avanzate hanno tecnologie avanzate ma se le fanno pagare profumatamente. Ma se anche si potesse disporre del meglio disponibile sul mercato, resta un elemento a valore aggiunto che invece viene sempre più svilito per ragioni di costi. E’ quello umano.

IL VALORE DEGLI INSEGNANTI

Il valore degli insegnanti, dei professori, degli accademici, la loro preparazione, la capacità di indirizzare e ispirare giovani menti non è sostituibile e chi ha avuto la fortuna di incontrare dei veri maestri ne sa qualcosa.

Il nostro mondo, tra tecnologia e automazione, è giunto ad un grande bivio: solo il mix tra modernità e ispirazione umana potrà portare a soluzioni nuove nella scuola come in molti altri campi. Solo una nuova rivoluzione culturale capace di integrare le moderne tecnologie sarà in grado di cambiare e migliorare, fin dai banchi di scuola, il mondo e le vite di tutti noi.

Claudio Razeto

Tempo di lettura 1’55”

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