di Claudio Razeto
“E se tutto questo è un sogno, che importa. Mi piace e voglio continuare a sognare”.
(Y si todo esto es un sueno, qué importa. Me gusta y quiero seguir sonandolo)
Luis Sepúlveda (Ovalle, 4 ottobre 1949 – Oviedo, 16 aprile 2020) scrittore e saggista cileno ucciso dal Coronavirus
Ciao Alex, come stai ? Immagino che stai dormendo.
Nel limbo sospeso, della terapia intensiva dell’ospedale.
Ti capisco. Non sai quanto.
Anche io combatto per la vita.
Non come te. Ma lo sto facendo anche io.
E il sonno spesso è il rifugio migliore.
Come scrive Sepulveda addormentato per sempre per colpa di un maledetto virus.
Chissà chi lo ha inventato? Il sonno. E il sogno.
Sogni d’oro si dice ai bambini. Se li guardi dormono come angeli.
Si sogna in maniera diversa, con l’età. Ma sogniamo tutti.
Persino il mio cagnolino che quando dorme si muove come corresse sul prato.
Il sonno ci salva la vita. Psichica, mentale a volte anche fisica.
Dicono sia una eredità ancestrale. Di quando vivevamo nelle caverne e la notte era un muro nero e impenetrabile. Dal quale il sonno ci proteggeva.
Questo abbandono totale che ci avvolge ogni notte.
Che fa parte di noi.
Della nostra vita come una cosa reale, anche se reale, non è.
Il sonno che porta i sogni più strani. A volte così vividi da sembrare veri.
Tu cosa starai sognando Alex? Le corse in auto ? La tua bicicletta speciale ?
Le tue imprese al limite dell’impossibile.
Un disabile non può più fare alcune cose.
Poche o tante che siano, credo che ogni persona priva di facoltà, le sogni di notte.
Come in una seconda vita. Priva di limiti e barriere.
Voi cosa sognate ?
Provate a descriverli in quei pochi secondi appena svegli in cui ancora li ricordate. Annotateli. Perché i sogni, quasi tutti, svaniscono.
Ma sono una seconda vita. Un mondo a parte.
Cosa provate abbandonati a voi stessi e a voi stesse?
Cosa vivete in quel mondo parallelo?
Amori proibiti? Piacere? Dolore? Momenti perduti?
Oppure un futuro diverso?
A me succede.
In sogno vivi, ami, parli, corri, nuoti, respiri e senti come se fossi sveglio.
Io sono in fondo al mare spesso, come nelle immersioni che ho fatto.
Ma l’ossigeno delle bombole non finisce mai.
O in cielo come su un deltaplano. Volo. In silenzio. Solo.
Ma il più delle volte, parlo, litigo, telefono a qualcuno che magari nella vita reale non esiste. Amo. Vedo posti mai visti. Mischiati a persone e luoghi che conosco ma che sembrano diversi. A volte piango e sembra così vero.
Ho sognato la guerra che ho visto in Albania e Kosovo. Le facce dei bambini.
Mentre mi operavano in anestesia totale. Era tutto così vero. Forse per le medicine.
Quando sogno però quasi sempre, provo tutto, come se fosse reale.
Ma non sento dolore fisico. Mai.
Solo paura o dispiacere. Pena a volte.
Non sempre per fortuna. Quelli sono i sogni “brutti”. Che non vorremmo provare.
Incubi e pensieri neri. Che talvolta mi toccano l’anima e mi fanno soffrire, persino in quel mondo ovattato.
E tu che fai? Starai nuotando Alex? Correndo ?
Che strano destino, il tuo. Quello di Shumi. Campioni.
Eroi dei nostri tempi.
Entrambi sospesi in un limbo, come eroi omerici, in attesa di tornare in vita.
Come Artù che un giorno si sveglierà ad Avalon per tornare a salvare l’Inghilterra, armato di Excalibur.
Eroi che tornano.
Non per salvare il mondo o gli uomini da se stessi.
Missione impossibile a cui, ogni tanto, sembra aver rinunciato persino Dio.
Ma per mostrarci le cose che si possono fare e realizzare.
Per combattere una nuova epica battaglia.
Superare i limiti. Anche se quella sfida, sarà la loro condanna.
O forse solo per scontrarsi col fato beffardo che gli dei non annullavano mai.
Nemmeno per gli eroi più grandi.
Eroi. Che significa oggi essere eroi?
A volte è semplicemente alzarsi dal letto la mattina.
E cercare di fare ciò che si deve.
Un poliziotto, un minatore persino un edile su un ponteggio o un operaio in una fabbrica che si avvelena giorno per giorno.
Un povero vecchio intubato col Coronavirus.
Un malato di cancro combatte la sua battaglia chimica tra chemio e medicine.
Un uomo onesto che denuncia l’ingiustizia di criminali e mafie.
Una donna che si ribella alla violenza. Questo nella vita vissuta e vera.
Poi ci sono quelli tramandati dalla storia.
“Al Piave tutti eroi o tutti accoppati”, scrivevano sui muri, ragazzini della Grande Guerra del 18.
Giovinetti imberbi mandati al fronte. A morire. Per l’Italia.
Eroi loro malgrado. Chissà cosa sognavano. Di notte.
In attesa di morire ammazzati.
Chi sono gli eroi? Sono quelli che affrontano una prova avversa?
Che si scontrano con un destino più forte di loro?
Tra Achille immortale ed Ettore, umano, che lo affronta, è il principe troiano il vero eroe. Perché dei due, lui mortale, sa che morirà per mano del semidio.
Eroi sono gli uomini che si oppongono agli dei. Gli dei del fato.
Il destino avverso. Che non si rassegnano.
Anche se, probabilmente, non ce la faranno.
Questo nel mondo reale.
Ma in un universo onirico?
Lì tutti siamo eroi. Perché in sogno l’impossibile diventa possibile.
In quel limbo sospeso e fluttuante .
Sarebbe bello che il grande passaggio avvenisse, così, nel sonno.
Tra sogni belli. Magari in tarda età, dopo una serata con gli amici e gli affetti più cari.
Tra musica, balli, amore. La morte del giusto.
Non spetta a tutti. Purtroppo.
D’altra parte esiste un sonno, dicono eterno.
Inutile far finta di no. Ci addormenteremo tra le sue braccia. Tutti, prima o poi.
Anche un mio caro amico si è addormentato per sempre. Pochi giorni fa.
Spero per il bene che gli ho voluto, che se ne sia andato sognando una grande festa. Come quelle che sapeva fare lui.
Prosecco, amici e il suo grande sorriso.
Se puoi offri una coppa a Luis, lo scrittore. Festeggia e canta.
Come gli eroi.
Come i vichinghi del Valhalla. Un paradiso di vita. Surreale ma vera.
Come i sogni che facciamo.
Il sogno ama gli eroi, Alex. O almeno spero sia così.
Che ti dia sogni belli. Luminosi. Pieni di vita.
Che Dio, gli angeli o chi per loro, scaccino il lato oscuro e nero.
La paura, il male che stanno persino lì.
Solo sogni puri e felici, ristoro dell’anima Alex.
Tu, li meriti tutti.
Spero anche che tu ce la faccia.
Che ancora torni, tra noi, a sfidare la vita.
Finché ti sarà dato.
Abbracciato da chi ti vuole bene e ti ammira. Perché hai dato tutto.
Senza mai risparmiarti. Come si dovrebbe.
Vivi come se non fossi steso in quel letto.
Vivi lo stesso.
In sogno lo starai facendo sicuramente. Starai sfrecciando sulla tua incredibile bici.
Il vento e il sole in faccia. Come gli eroi a cavallo, di un tempo.
Ma spero tanto che tu ti svegli presto e torni a vivere.
Nel frattempo fai bei sogni Alex. Ciao e a presto.
In attesa di riaverti con noi col tuo contagioso sorriso e la tua fame di vita.
Tempo di lettura: 2’00”
Foto tratta da: https://serial.everyeye.it/notizie/alex-zanardi-terribile-incidente-campione-paralimpico-condizioni-gravi-452912.html