La splendida locandina del Festival di Roma dedicata a Marcello Mastroianni (1924-1996), icona imprescindibile della Dolce Vita romana, ci riporta inesorabilmente indietro nel tempo tra ricordi e suggestioni.
Un attore unico, Marcello Mastroianni, indefinibile ed inimitabile, un prodotto di quegli anni d’oro furono, nonostante i cento anni trascorsi dalla sua nascita, i cui sapori e profumi sono ancora ben vivi e saldi nel nostro immaginario collettivo.
Tre volte candidato all’Oscar, vincitore di due Golden Globes e premiato per le migliori interpretazioni come attore protagonista in tutti massimi festival italiani e internazionali, Mastroianni è stato ricordato in questa edizione romana con una serie di iniziative ed eventi.
Un’ampia retrospettiva dei suoi film, alcuni in versione restaurata, da De Sica, Scola e Fellini, documentari sulla sua vita artistica, mostre ed esposizioni tra l’Auditorium e la Casa del Cinema e un meraviglioso incontro con sua figlia Chiara a cui la festa ha dedicato un omaggio speciale.
Un orgoglio italiano esportato nel mondo, un protagonista indiscusso del periodo aureo del Cinema mondiale che ha traghettato il Belpaese accompagnandoci per mano con i suoi ruoli iconici ed indimenticabili.
Questo ha rappresentato Marcello, nato il 28 settembre 1924 a Fontana Liri, interpretando tra il comico e il brillante, il disilluso e il grottesco un’ampia gamma di caratteri e sfumature del nostro essere italiani a cavallo tra dopoguerra e boom economico, anni cruciali e ricchi di trasformazioni sociali e mutamenti genetici……….
GLI INIZI TRA QUARANTA E CINQUANTA…….PRIME AFFERMAZIONI……..
Nato in piena epopea fascista, la storia del piccolo Marcello è ricca di spostamenti e di instabilità legata all’incedere della Guerra, la famiglia si trasferisce dapprima a Torino per poi spostarsi definitivamente a Roma.
Vicende rocambolesche lo collocano dopo il diploma come disegnatore tecnico tra Roma e Firenze per poi essere assorbito dall’Organizzazione Todt che si occupava di costruzioni per la Germania nazista.
Al trasferimento a Dobbiaco avrebbe fatto seguito quello in Germania che Marcello rifiuta fuggendo. Per fortuna il 1945 è alle porte e si torna alla vita normale, il nostro potrà tornare a seguire le prime lezioni di recitazione, dopo le prime comparse di fine anni Trenta.
Il debutto al cinema con Riccardo Freda ne I miserabili, nel 1948, poi diverse esperienze teatrali in cui viene notato da Luchino Visconti che gli offrirà due parti da protagonista al Teatro Eliseo.
Ritorna al cinema con diversi ruoli in commedie neorealiste, registi del calibro di Lizzani, Blasetti e lo stesso Visconti lo emancipano da un certo stereotipo offrendogli i primi ruoli drammatici, occasione che non sfuggirà al quasi trentenne Marcello che incontrerà sul set di Peccato che sia una canaglia, di Blasetti, una giovanissima Sophia Loren……….
ANNI RUGGENTI……..ANNI SESSANTA…………….LA DOLCE VITA…….
Negli anni Cinquanta il suo talento si dispiega in tutte le possibili sfumature, Mastroianni è un attore versatile e totale, tra cinema e teatro, in grado di ricoprire i ruoli più svariati, cosa che non sfuggirà ai registi italiani che sapranno utilizzare le sua capacità attoriali consacrandolo tra i più grandi interpreti del suo tempo.
Nel 1958 la svolta con I Soliti Ignoti di Monicelli, ruolo che gli offre quella visibilità nazionale che darà il là ad una serie innumerevole di personaggi che resteranno per sempre nell’immaginario collettivo. Nasce un sodalizio decisivo con Federico Fellini, arrivano gli anni Sessanta e arriva La Dolce Vita, un film epocale che racconta meglio di mille aggettivi il divenire post-bellico del Belpaese.
Un ruolo fondamentale per la sua ascesa, Marcello esplode come personaggio in bilico tra il latin lover e un divismo a cui cercherà sempre di sottrarsi con tutte le sue forze.
Nel 1961 il successo di Divorzio all’Italiana lo proietta nei gota delgi interpreti italiani e internazionali, un Nastro d’argento, un Bafta e un golden Globe come migliore attore di commedia sono il segno inequivocabile della nascita di una star internazionale unica nel suo stile, sornione, timido distaccato e a tratti malinconico…………in poche parole Marcello………
VITTORIO…….SOPHIA……..CATHERINE…………PARIS…………
Oltre all’amore viscerale e reciproco con le visioni felliniane, sarà Vittorio De Sica uno dei suoi numi tutelari in grado di fortificare quel granitico sodalizio artistico con la divina Sophia Loren.
Ieri Oggi e Domani, Matrimonio all’Italiana e i Girasoli, tutti diretti da De Sica, sono tre pietre miliari di questo rapporto simbiotico che si snoderà tra la metà e la fine dei Sessanta, anni d’oro del nostro cinema e socialmente fondamentali per il cambiamento sociale e di costume del nostro Paese.
Non si faranno attendere anche ruoli internazionali, intrepretati perfettamente in lingua inglese, che si fondono senza soluzione di continuità a lavori con altri grandissimi registi italiani.
Siamo all’inizio degli anni Settanta e sul set di La Cagna di Marco Ferreri l’incontro con Catherine Deneuve si rivelerà decisivo a trecentosessanta gradi, una relazione stabile e duratura che in quattro anni porterà alla nascita di Chiara, trasferendo il suo baricentro artistico ed esistenziale a Parigi.
Anni intensi di grande lavoro e di enormi soddisfazioni professionali, il cinquantenne Mastroianni in bilico perenne tra Italia e Francia lascerà la sua impronta indelebile su tantissime pellicole che hanno fatto la storia, premi e riconoscimenti si succederanno senza soluzione di continuità consolidando la sua posizione nel firmamento degli attori più grandi di tutti i tempi………
ANNI OTTANTA………..MALATTIA………..MITO………….
Sarà ancora Federico Fellini a volerlo, a circa vent’anni di distanza, al suo fianco per le sue ultime trasognanti ed emozionanti fatiche, tra La città delle Donne e Ginger e Fred, che lo traghettano nell’ultimo scorcio della sua storia di attore.
Arriverà anche la Coppa Volpi, condivisa col grande Massimo Troisi, per Splendor di Ettore Scola, uno degli ultimi acuti con un’interpretazione di rara intensità.
Il Leone alla Carriera consegnatogli da Fellini in persona nel 1990 chiude il cerchio di una storia umana e professionale che si dispiegherà solo per uno scorcio degli anni Novanta, prima che un male incurabile al pancreas se lo porterà via a soli settantadue anni.
Da quel 19 dicembre 1996 in poi Mastroianni non ha mai smesso di esistere, la sua persona e il personaggio dialogano a braccetto tra luoghi comuni e modi esprimersi che lo connotano da sempre consacrandone il mito.
Pigro, dimesso, seducente, elegante, determinato, ironico e dotato di quel sano senso dell’umorismo con il quale ha preso in giro soprattutto sè stesso, Marcello lo vediamo davanti a noi con quell’aria incerta e annoiata, ma pronta ad illuminarti come un lampo con quel sorriso disincantato.
Quella celeberrima foto, che appare sulla locandina del Festival di Roma, tratta dal set di Otto e Mezzo dice più di tante inutili parole.
Quella leggiadria un po’ naif che traspare da quel cappello leggermente alzato e da quello sguardo apparentemente assente ci appartengono, ci emozionano lasciandoci sognare rendendolo eterno ed immortale………
Tempo di lettura 2’30’’