Omaggio a Gianni Mura

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Omaggio a Gianni Mura

di Fabio Bandiera

Caro Gianni,
ma davvero te ne sei andato per sempre?

In un surreale sabato di marzo con tutti noi blindati nelle nostre case.

E’ arrivata questa notizia quasi di soppiatto, e noi quasi increduli abbiamo perso uno dei Grandi, uno di quelli che ha dato del “tu” alla professione, senza sé e senza ma.

Non lo avrai mica fatto di proposito?

Sparire così senza le luci dei riflettori, in sordina come hai sempre gradito tu, e senza clamori e tipico del tuo modo di essere, burbero e gentile poca forma e molta sostanza.

Ma chi era Gianni Mura?

Come facciamo a raccontarti a chi oggi ha vent’anni e sa poco dell’odore della carta stampata?

Correva l’anno 1976 e un giovanotto poco più che ventenne, formatosi come stagista alla gazzetta dello sport,  faceva il suo ingresso nel quotidiano Repubblica.

Testata che per altri quarantaquattro anni accompagnerà la tua vita di giornalista.

Talento, acume, ironia e quella dose sfrontata di incoscienza fanno di te una penna graffiante e mai banale, insofferente alla stupidità e alle verità precostituite.

Il tuo mito Gianni Brera ti illumina il sentiero dettandoti la strada che traduci nei primi articoli picchettati sulla tua Olivetti 22.

Cominci col calcio, vai a Montreal a seguire le olimpiadi, una gavetta preziosa che si traduce nell’indimenticata rubrica di culto “Sette giorni di cattivi pensieri”.

Le tue analisi mai retoriche fanno nascere una schiera di proseliti che da li in poi non ti abbandoneranno.

Omaggio a Gianni Mura:

Nel 1982 tu e Brera inviati in Spagna ci raccontate la favola mundial.

Quella dei senatori Zoff, Pertini, Causio e Bearzot che giocano a scopone sull’aereo di ritorno contro i quali tuo e il tuo vate avreste potuto tranquillamente competere.

Ma per un personaggio eclettico e complesso come te c’è spazio per ancora tanto altro, senza steccati e senza recinti.

Il ciclismo e l’enogastronomia per chi non lo sapesse.

Nel 1992 una tragica fatalità ti porta via il maestro, ma i suoi insegnamenti sono ben saldi e il delfino è pronto a prendere le redini e a farne le veci, con umiltà, con quel pizzico di saccenza ed arroganza pronta commuoversi come un bambino quando a cantare è la sua penna.

Omaggio a Gianni Mura: dal 1991 inizi ad occuparti del Tour de France.

Corsa snob e sublime tra le Alpi e i Pirenei a cui vanno abbinati le portate e i vini giusti e anche qui, mettendoci del tuo, riesci a farci digerire la noia del Navarro, le gesta del Pirata e il grande bluff dello yankee rendendo poetica una corsa che nulla ha a che spartire con le meraviglie dello stivale rosa.

Ah già dimenticavo, la tua Paola.

Vi inventate una rubrica, da subito cult, di recensioni enogastronomiche che inondano i lettori del venerdì repubblichino di recensioni e consigli per gli acquisti aiutandoli nella scelta, spesso non facile, del giusto sedersi a tavola.

Omaggio a Gianni Mura: Mangia & Bevi,

questo  il suo nome, è l’ennesima perla nel cammin di un uomo che ha creato un suo stile e una sua riconoscibilità senza mai stancare cedendo alla mediocrità, ma il bravo giornalista professionista non può non cimentarsi nella scrittura, quella vera.

Il primo romanzo nel 2007 si tinge di Giallo, tra il noir e le strade della Grande Boucle, in cui col tuo ineludibile nonsense ti prendi gioco dei canoni del generi tra false piste, gangster e prostitute su cui indaga uno spaesato e solitario ispettore Magrite.

Esordio col botto a cui va il premio Grinzane per la narrativa, e allora ci prendi gusto confezionando altri racconti tra aneddoti, gregari e bidoni dello sport fino ad arrivare alla tua adorata Ischia, dove il redivivo commissario e turista Magrite, tra cibo e vini pregiati, si imbatte in un misterioso omicidio che sconvolge l’isola e sul quale si trova giocoforza ad investigare.

Proprio su quest’isola che tanto hai amato negli anni, ti vidi in un giorno assolato di luglio pranzare lucullianamente in un ristorantino affacciato alla spiaggia dei Maronti.

Non ebbi il coraggio di fermarti, non volli darti fastidio sicuro che avresti apprezzato la mia discrezione.

Ma ripensandoci oggi mi pento di non averti detto grazie di tutto perché per noi scribacchini che tentiamo di fare il tuo mestiere.

Averti avuto come esempio e riferimento è stato e sarà un dono ed un’ opportunità della quale ti saremo eterni debitori.

So per certo che lassù sei col tuo maestro Brera e amabilmente conversate delle nostre tristi sorti terrene mentre decidete in quale trattoria cenare e quali vino abbinare all’ottima fiorentina fornitavi direttamente dal regno dei cieli, dove è giusto che voi stiate.

Addio Gianni:  testardo, brontolone,  ironico, poetico, caparbio, umano, sublime fanciullo, semplicemente unico………………..

Fabio Bandiera

Tempo di lettura: 1’30”

Foto tratta da: https://www.ilsole24ore.com/art/addio-gianni-mura-giornalista-e-scrittore-e-morto-un-attacco-cardiaco-ADNjNyE