di Simone Buffa
Ricordate quel film del 2001, “Serendipity – Quando l’amore è magia”, con Kate Beckinsale e John Cusack?
Ecco, bene. Ma sapete dirmi cosa vuol dire esattamente la parola “Serendipity”?
In quel film i due protagonisti fanno una serie di incontri per puro caso.
E, sempre per puro caso, finiscono con l’innamorarsi.
Il “caso”
Il termine Serendipity significa scoprire qualcosa, per caso, mentre si cercava altro.
Il caso, certo. Ma non è solo quello.
Se si stava cercando altro, si era focalizzati su un obiettivo che ci si era prefissati.
E questo cercare, questo dare la caccia alla dimostrazione di un’intuizione, produce un’eccitazione particolare.
Chi sta cercando qualcosa ha in mente un piano, un progetto.
O meglio, un’idea. Freme, non vede l’ora di metterla in atto.
L’animo di un cercatore ha in sé qualcosa di estremamente peculiare.
Fateci…caso.
Serendipity è un’attitudine.
L’attitudine a buttarsi, a fare nuove scoperte. Fortunate ed impreviste.
La Serendipity è uno stato d’animo che accoglie il caso e, nella lentezza, ne sa cogliere i tesori inattesi. È una predisposizione interiore, in grado di allontanare i rumori ed il frastuono.
E produrre il silenzio.
Serendipity è sapersi godere il viaggio più della meta.
Non deve meravigliare che è proprio per caso sono state compiute alcune delle più sensazionali innovazioni del mondo scientifico.
Sono state tutte Serendipity, infatti, scoperte e invenzioni come la dinamite, la gomma, il teflon, la colla dei post-it, il viagra, l’LSD, Urano, i raggi X, il prozac e molte altre.
E non dimentichiamo della scoperta dell’America.
Nelle piccole cose
Nel film del 1964 “Insieme a Parigi”, William Holden spiega a Audrey Hepburn il significato di Serendipity.
E lo definisce come il piacere nel vedere un nuovo giorno iniziare, luminoso e tutto da scoprire.
Nel 2010 Einaudi pubblica “Momenti di trascurabile felicità” di Francesco Piccolo, dove questo concetto viene sviscerato molto bene.
“Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio? Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d’abbigliamento. Quando all’improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato.”
https://www.ibs.it/momenti-di-trascurabile-felicita-libro-francesco-piccolo/e/9788806205515
Serendipity è proprio questo: “Trovare piacere, eccitazione e felicità in tutto ciò che accade, non importa quanto inatteso”
“dai diamanti non nasce niente,
dal letame nascono i fior”
(Fabrizio De Andrè)
Anche la situazione peggiore nasconde risvolti interessanti.
Facile a dirsi.
Serendipity: tre semplici regole
1) “La vita è come andare in bicicletta: per rimanere in equilibrio bisogna continuare a muoversi” (Einstein)
Muoversi. In bicicletta, come Einstein. Oppure correndo, come Forrest Gump.
Riguardando Forrest Gump in questa chiave, l’intero film è in effetti una sequela di tante Serendipity, tutte magistralmente concatenate tra loro.
Nel concetto di Serendipity risiede un messaggio positivo, di speranza.
Un messaggio oggi più che mai attuale, dopo i disastri di quest’anno col covid:
Saper cogliere il nettare dagli innumerevoli fiori che troppo spesso non sappiamo riconoscere.
2) Quello che non posso cambiare? Lo accetto.
Se non posso cambiare qualcosa, cambio invece il mio atteggiamento di fronte a quella cosa.
Proprio come Forrest Gump, che comprende che piuttosto che affrontare i bulli ha più senso mettersi in fuga, correndo.
In quel preciso istante non poteva immaginare che un giorno avrebbe attraversato a piedi gli Stati Uniti, con molti fan al seguito.
3) Accettare l’errore.
Anzi, accoglierlo. E nel frattempo imparare, con animo pronto a vivere una nuova avventura.
… e voi avete mai fatto una scoperta importante per puro caso?
Vi è mai capitata, insomma, una vera Serendipity?
Scrivetecelo tra i commenti!
Epilogo
Etimologicamente
la parola “Serendipity” deriva da “Serendip”, l’antico nome persiano dello Sri Lanka dove erano ambientate le favole persiane tradotte da Cristoforo Armeno nel XVI secolo. I “Tre prìncipi di Serendippo“, viaggiando, facevano scoperte casuali e mirabolanti.
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