Cosa sono i BTP Futura?

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Caratteristiche dei BTP Futura: nuovi Titoli di Stato

 

Il motivo principale per cui vengono emessi BTP è perché lo Stato, come molti di noi, ha bisogno di soldi. Questi titoli di Stato (BTP Futura) hanno una scadenza di 10 anni e sono stati messi in collocamento dal 6 al 10 luglio. Una delle caratteristiche principali di questi Btp è che sono riservati alla categoria di investitori retail; ovverosia, sono destinati ai piccoli risparmiatori individuali e, questo elemento, desta fin da ora qualche dubbio sul loro valore.

Le Emissioni dei BTP Futura sono fatte alla pari, per cui saranno emessi a 100 e saranno rimborsati tra 10 anni a 100.

Le cedole dei BTP Futura

In questo arco temporale di 10 anni le cedole saranno pagate semestralmente. Il tasso di interesse di queste cedole ancora ad oggi non è possibile conoscerlo, verrà rivelato durante il periodo del collocamento.

Ma cosa significa che su questi BTP Futura ci sarà una cedola step up?

Vuol dire che saranno cedole crescenti nel tempo secondo la progressione 433, quindi verrà stabilita una cedola fissa per i primi quattro anni. Dopodiché per i successivi tre anni ci sarà un’altra cedola superiore a quella dei primi quattro anni e, infine, per gli ultimi tre anni ci sarà un’altra cedola superiore a quella precedente.

Si tratta di cedole crescenti ma non significa che i nuovi BTP Futura alla fine del periodo, negli ultimi tre anni pagheranno il 20% di cedole. Saranno leggermente più alte di quelle precedenti ma non saranno delle cedole clamorose.

La tassazione dei nuovi BTP Futura

La tassazione dei BTP avrà un regime agevolato. Le tasse infatti così come per tutti i titoli di Stato sarà il 12,50% percento sulle cedole e sulle eventuali plusvalenze.

Eventuali vuol dire in caso di guadagno dalla rivendita dei titoli di Stato sul mercato secondario prima della scadenza a luglio 2030 e qualora i prezzi fossero più alti di quanto sono stati acquistati, ossia in collocamento a 100.

Anche in questo caso le decisioni di investimento non devono essere prese in funzione dei vantaggi fiscali perché altrimenti si finisce come con i PIR dove i risparmiatori italiani per il vantaggio fiscale hanno poi preso sonore coltellate ai loro investimenti.

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