Economia Globale: Cigni neri, Cigni bianchi, Rinoceronti grigi

9895

di Roberto Bitelli

Non tutte le crisi possono essere definite esattamente, come “cigni neri”.

In una economia globale, il concetto di “cigno nero” introdotto da Nassim Nicholas Taleb si riferisce a eventi estremamente rari, imprevedibili e di grande impatto, che hanno il potenziale di cambiare drasticamente il corso della storia.

Tuttavia, non tutte le crisi si qualificano come tali.

Taleb stesso ha sottolineato che molte crisi, anche se gravi, non sono del tutto imprevedibili o improbabili.

Spesso si tratta di situazioni che, sebbene complesse e difficili da gestire, possono essere anticipate attraverso una corretta analisi dei dati, la comprensione delle dinamiche di rischio e l’osservazione di segnali premonitori.

Ad esempio, molte crisi finanziarie, catastrofi ambientali o problemi sanitari possono derivare da vulnerabilità note e non affrontate, rendendole più prevedibili rispetto a un vero “cigno nero”.

Il fatto che una crisi non sia un “cigno nero” non la rende meno significativa o devastante, ma implica che la sua origine è spesso radicata in fattori conosciuti o prevedibili, anche se difficili da evitare o mitigare.

Questo distingue le crisi più comuni dai rarissimi eventi di cigno nero, che sono appunto caratterizzati dalla loro assoluta imprevedibilità e dalla sorpresa che causano a livello globale.

Il concetto di “cigno nero” si riferisce quindi a eventi rari, imprevedibili e di grande impatto, che vengono compresi appieno solo a posteriori.

Cigno NeroEventi come il Lunedì Nero del 1987, l’attacco alle Torri Gemelle del 2001 e la crisi finanziaria del 2008 sono stati considerati cigni neri perché non erano previsti dai modelli economici tradizionali e hanno avuto conseguenze devastanti e durature.

Tuttavia, alcuni eventi, anche se catastrofici, non sono totalmente imprevedibili.

Ad esempio, la crisi pandemica del 2020, pur avendo avuto un impatto enorme, non è stata del tutto inaspettata; esperti di salute pubblica avevano avvertito per anni della possibilità di una pandemia globale.

Allo stesso modo, le crisi finanziarie successive, le emergenze climatiche, ambientali e sociali sono, in molti casi, prevedibili e già ben note agli analisti e ai decisori.

La distinzione tra cigni neri e crisi “prevedibili” è cruciale per una gestione efficace del rischio.

Mentre i cigni neri richiedono approcci innovativi e flessibili, le crisi più prevedibili possono essere mitigate attraverso una pianificazione preventiva e strategie di resilienza.

Pertanto, riconoscere e differenziare le due tipologie di minaccia è fondamentale per prepararsi adeguatamente e ridurre l’impatto di futuri eventi avversi.

I leader, sia in ambito aziendale o governativo, non sono esenti da condizionamenti e bias che possono influenzare le decisioni e la capacità di analisi.

Hans, Ola e Anna Rosling nel loro libro “Factfulness” (2018) mettono in evidenza proprio questi aspetti, delineando una serie di “istinti” che spesso distorcono la percezione della realtà.

“Factfulness” si basa sull’idea che la nostra visione del mondo è influenzata da una serie di errori cognitivi, o bias, che possono ostacolare una comprensione accurata delle dinamiche globali e socioeconomiche.

Gli autori identificano dieci istinti cognitivi che influenzano il modo in cui le persone interpretano i dati e le situazioni.

Alcuni di questi istinti includono:
  1. Divisione: La tendenza a vedere il mondo come diviso in due gruppi distinti, spesso polarizzati, come “noi” contro “loro”, o paesi ricchi contro paesi poveri, piuttosto che comprendere la complessità e le sfumature che esistono tra queste due categorie.
  2. Negatività: La propensione a focalizzarsi maggiormente sulle cattive notizie rispetto a quelle positive, portando a una visione distorta del progresso globale. Questo può portare i leader a prendere decisioni basate su una percezione eccessivamente pessimistica delle condizioni attuali.
  3. Generalizzazione: La tendenza a trarre conclusioni troppo generiche o a stereotipare sulla base di esempi limitati, senza considerare le variabili che possono influenzare i dati o la situazione.
  4. Destino: La credenza che certe cose siano predeterminate e che alcune situazioni o culture siano immutabili, il che può portare a una mancanza di azione o a un’accettazione passiva delle condizioni attuali.
  5. Paura: La paura può distorcere la nostra percezione dei rischi reali, portando a reazioni eccessive o a politiche che non affrontano i problemi reali in modo proporzionato.

Questi istinti, tra gli altri, possono indurre i leader a prendere decisioni non ottimali basate su percezioni errate o informazioni distorte.

“Factfulness” invita quindi a un’analisi più critica e basata sui dati reali, promuovendo una maggiore consapevolezza dei bias cognitivi che influenzano il nostro pensiero.

L’obiettivo è migliorare la qualità delle decisioni, sia a livello individuale che collettivo, incoraggiando un approccio più razionale e basato sui fatti.

Il concetto del “rinoceronte grigio”,

Rinoceronte Grigiointrodotto dall’economista Michele Wucker, si riferisce a rischi e minacce che, pur essendo evidenti e prevedibili, vengono spesso ignorati fino a quando non è troppo tardi per affrontarli efficacemente. Questo fenomeno è particolarmente rilevante in contesti caratterizzati da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità (noti con l’acronimo VUCA), come quello attuale.

In un mondo dominato da incertezze, le persone e le organizzazioni tendono a concentrarsi su problemi più immediati o meno spaventosi, trascurando questioni più grandi e difficili da affrontare.

Questo comportamento porta a una mancata percezione realistica della realtà, lasciando spazio a rischi che potrebbero essere evitati se riconosciuti tempestivamente.

I “rinoceronti grigi” rappresentano quindi minacce prevedibili e significative, che però vengono ignorate fino a quando non diventano così ingombranti da essere impossibili da trascurare.

A quel punto, però, affrontarli diventa molto più complicato e costoso.

Il concetto del “rinoceronte grigio” serve quindi da monito per sottolineare l’importanza di prestare attenzione a segnali precoci di rischio e di adottare misure preventive per evitare che questi rischi diventino crisi difficili da gestire.

Ignorare i segnali d’allarme, sia a livello individuale che collettivo, è un fenomeno complesso influenzato da diversi fattori psicologici, comportamentali ed economici.

Ecco alcuni dei motivi principali:
  • Bias di ottimismo:
  • Bias di conferma:
  • Effetto dello spettatore:
  • Perdita di opportunità:
  • Paura del cambiamento:
  • Sovraccarico di informazioni:
  • Interessi economici:
  • Complessità e incertezza:

Il concetto di “cecità collettiva” che impedisce di riconoscere tempestivamente i segnali d’allarme e di agire di conseguenza è estremamente rilevante nella gestione delle crisi e dei rischi.

Tale cecità può derivare da vari fattori, tra cui la compiacenza, la dissonanza cognitiva, l’eccesso di ottimismo, la bassa consapevolezza e il timore di prendere decisioni difficili.

Questi elementi contribuiscono a un atteggiamento di inerzia o di negazione di fronte a minacce evidenti, portando a una vulnerabilità maggiore in caso di crisi.

Ignorare un rinoceronte grigio è pericoloso quanto ignorare un cigno nero, se non di più, proprio perché la minaccia è sotto gli occhi di tutti.

Questo concetto ha avuto un impatto significativo nel rimodellare le politiche economico-finanziarie a livello globale, ponendo l’accento sull’importanza della preparazione e della consapevolezza per affrontare le crisi in modo efficace.

Il concetto dei “cigni bianchi”,

Cigno BiancoRappresenta invece eventi altamente probabili ma con un impatto relativamente basso. Poiché il loro effetto è limitato, spesso vengono considerati di priorità minore. Nonostante ciò, trascurarli del tutto può essere rischioso, soprattutto se questi eventi si verificano in combinazione.

Il framework di Wucker invita leader e decision maker a rivedere il modo in cui affrontano i rischi e le opportunità.

Va sottolineata l’importanza di un’analisi proattiva e della gestione tempestiva delle crisi.

Questo approccio è particolarmente rilevante nel contesto attuale, caratterizzato da cambiamenti geopolitici, turbolenze di mercato e sfide aziendali sempre più complesse.

Roberto Bitelli

Tempo di lettura: 3’00’’

Fonte: https://www.theleadershipforum.it/dal-cigno-nero-al-rinoceronte-grigio-i-rischi-sottovalutati-delleconomia-globale/

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.