L’estate italiana non è sempre stata così

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di Claudio Razeto

Per chi c’era, e se la ricorda, l’estate italiana non è sempre stata così.

Forse faceva meno caldo o lo soffrivamo meno, visto che l’aria condizionata non ce l’aveva nessuno.

O forse eravamo solo più resistenti.

Se si pensa alle ammucchiate nelle Fiat 500 e ai viaggi lunghissimi che le famiglie compivano carichi di bagagli, qualcosa nella genetica italica deve essere cambiata per forza.

Oggi nessuno di noi potrebbe sopravvivere.

Al mare si andava carichi di vettovaglie quasi fosse una migrazione anziché la villeggiatura.

Come nei film con Aldo Fabrizi e Ave Ninchi.

I treni poi erano dei convogli sovraccarichi e caldi come ciminiere.

Feci un viaggio partendo il 1° Agosto da Roma verso la Sicilia.

Io e un mio amico.

Ne vedemmo di tutti i colori.

A partire dal viaggio fino al campeggio in spiaggia.

Un avventura memorabile.

Il primo viaggio da solo.

La stazione presa d’assalto.

Le carrozze strapiene.

Un’epopea.

Tanti ragazzi tutti sudati come operai in officina.

Le turiste tedesche con i peli sulle gambe e sotto le ascelle.

Donne italiane che sembravano uscite dal film La Ciociara.

Bambini urlanti portati in petto come nei quadri dei madonnari.

Un piccolo mondo antico, quello dell’Italia com’era.

In seconda classe intere famiglie ammucchiate nei corridoi, sedute per terra.

Intorno valige di cartone, buste, roba da mangiare.

Una stalla con dei vagoni che correva, si fa per dire, verso il meridione su una linea lentissima che faceva tutte le fermate.

Nelle stazioni venditori abusivi di caffè e pagnottelle imbottite di tutto un po.

Niente a che vedere con le vacanze italiane di oggi.

Anche se in fondo parliamo degli anni 80 non di un secolo fa.

È il mondo che è cambiato omologandosi e migliorando.

Le turiste in giro oggi sembrano uscite da una rivista di moda.

Almeno nei gadgets.

Quanto all’eleganza beh non sempre emerge sovrana, anzi.

L’omologazione va verso il basso complice l’estate torrida e i 40 gradi.

Fossimo al mare. Ma le città italiane sono invase da un’orda barbarica smutandata.

Persino gli uomini.

Se all’epoca dei vecchi tempi era folklore oggi si chiama trash.

Ragazze tatuate dal viso alla punta dei piedi.

Cosi cariche di piercing da far impazzire qualsiasi metal detector.

Strizzate da pantaloncini che non lasciano nulla alla fantasia e con le inevitabili ciabatte flip flop che schiaffeggiano i sampietrini di Roma come le pavimentazioni delle altre città d’arte.

Audrey Hepburn, in Vacanze romane, elegante e sofisticata come una first lady, è un lontano ricordo.

I piedi curati di tante belle ragazze a contatto con la sporcizia.

Gli uomini non sono da meno.

Alcuni sembrano vichinghi appena sbarcati dai drakkar.

Barboni lunghi, code di cavallo rune gotiche persino sul collo.

E poi “canotta” e ciabatte.

Sarà il look ma con questo vestiario ci si permette di tutto dai bagni nelle fontane e nei canali di Venezia alle sbronze notturne con abbandono di cocci e bottiglie.

E danno loro manforte anche un buon numero di cafoni italiani.

È il turismo low cost affiancato da residenti low education. 

Però nei mezzi con cui ci si sposta la rivoluzione è stata radicale.

Treni con aria condizionata, posto a sedere prenotato, giornali a bordo, wifi, iper-connessi e tecnologici.

Puliti quasi sempre. Decisamente più costosi. Ma un altro livello.

Se si vuole provare il brivido antico del carro bestiame ci sono sempre i locali e gli Intercity.

Lì la calura, la gente ammassata, la lentezza esasperante sono sempre garantiti.

Ma almeno pagando c’è un’alternativa. Pagando.

Alta velocità, treni asettici e futuristici.

Viaggi comodi al fresco leggendo il giornale o guardandosi un film.

Però i barbari li trovi anche qui con piedi sbragati sul sedile di fronte, musica degli smartphone a palla, suonerie esagerate o telefonate esternate tanto da poter conoscere ogni dettaglio della vita di alcuni viaggiatori una volta arrivati.

Dai più intimi ai più riservati.

Gli aerei invece sono peggiorati.

Il low cost ha trasformato un mezzo di elité in trasporto di massa.

E nella massa c’è di tutto come possiamo constatare negli aeroporti.

Più discreto il viaggio in auto. Per alcuni, specie se si ama guidare, più comodo.

Le Fiat 500 stracariche non ci sono più.

l comfort e la tecnologia hanno rivoluzionato le nostre abitudini stradali.

Anche se in autostrada le file le trovi lì stesso, a volte chilometriche.

Ma le auto sono comode come salotti di casa, connesse alcune attrezzate con consolle di videogiochi per i bambini e TV.

Suv e berline iper tecnologiche che tra un po’ si guideranno da sole e dove basterà impostare la destinazione e ricaricare la batteria.

Al massimo l’inciviltà, se voi siete dalla parte dei civili, la vedrete fuori dai finestrini o nelle aree di sosta, nelle stazioni di servizio e negli autogrill.

Presi d’assalto dalla stessa massa d’invasione.

Canotte e ascelle sudate posate sui banconi dei bar.

L’Italia è cambiata col mondo e anche le ferie estive.

In questi giorni ci metteremo in viaggio a milioni.

Verso i mari, i monti, i laghi.

Un po’ come quando andai per la prima volta in vacanza senza genitori tanti anni fa.

Ne vedremo di tutti colori. A partire dal viaggio fino al campeggio in spiaggia.

Ma forse il bello delle vacanze sta anche in questo.

Una varietà eterogenea in movimento di cui facciamo parte tutti.

E che volenti o nolenti entrerà nella nostra estate 2019.

Rendendola, ve lo auguro di cuore, bella e memorabile.

Claudio Razeto

Tempo di lettura 1’50’’

Foto tratta da: https://www.noidegli8090.com/jerry-cala-ricorda-sapore-di-mare-2/

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