Nell’800 nei circhi americani si potevano ammirare esseri considerati deformi (uomini altissimi o di bassa statura). In realtà costoro erano affetti da disfunzioni ormonali.
Il termine ormone (introdotto nel 1905), dal greco “mettere in movimento, azionare”, ha almeno due significati: quello di potente agente terapeutico e quello di “messaggero chimico”.
La nozione di ormone emerse nel 1889, quando, all’età di 72 anni, un brillante fisiologo, Charles-Edouard Brown-Séquard si iniettò alcune sostanze estratte da testicoli di animali, descrivendo in maniera dettagliata il ringiovanimento e il miglioramento delle proprie facoltà intellettuali che, a suo parere, ne erano conseguiti.
I ciarlatani ben presto cominciarono a sfruttare le proprietà degli ormoni sessuali e, verso la fine del XIX sec., si commercializzavano estratti ovarici per le “malattie delle donne” che andavano dalla sterilità all’isteria.
La chimica degli ormoni cominciò ufficialmente nel 1901, quando fu isolato il primo ormone: l’adrenalina. Seguirono la tirossina, nel 1914; l’insulina, nel 1922.
I maggiori traguardi furono raggiunti intorno al 1935, grazie alla collaborazione tra medici, fisiologi, chimici e farmacologi.
Vari ormoni vennero prodotti in grande quantità dall’industria farmaceutica che partecipò a questo enorme lavoro di isolamento, estrazione e purificazione.
Gli ormoni. Cosa sono
Gli ormoni sono prodotti dall’organismo in piccole quantità ma sono in grado di causare grandi cambiamenti nell’organismo.
Hanno la proprietà sia di stimolare il funzionamento delle cellule di vari organi sia di regolare l’equilibrio di molti processi vitali (accrescimento e sviluppo; metabolismo; funzioni sessuali e riproduzione; sviluppo psichico e umore).
La loro diminuzione o l’aumento può causare seri problemi di salute.
Gli ormoni, prodotti dalle ghiandole endocrine (es. ipofisi, timo, tiroide, ghiandole surrenali, pancreas) e nei testicoli e nelle ovaie, esplicano la loro azione solo su alcune cellule, quelle che hanno i recettori per quel dato ormone:
il legame ormone-recettore agisce come una chiave nella serratura: apre la porta (scatena una reazione intracellulare) solo se la chiave è quella giusta.
Dunque, gli ormoni determinano i loro effetti caratteristici solo su determinate cellule bersaglio modificandone l’attività cellulare.
Gli ormoni. I motori propulsori dell’attività del nostro corpo.
Gli ormoni agiscono in piccolissime quantità provocando effetti importanti sui processi metabolici. La secrezione ormonale deve essere regolata entro limiti molto ristretti al fine di mantenere uno stato di equilibrio (omeostasi) nell’organismo.
La diminuzione o l’aumento di un ormone può causare seri problemi di salute e, in presenza di manifestazioni cliniche (sintomi), va portata all’attenzione dell’endocrinologo, l’unico specialista che, occupandosi a tutto campo delle molteplici funzioni del nostro corpo legate alle nostre ghiandole, è in grado di poterle ripristinare, con terapie accuratamente personalizzate.
L’impiego degli ormoni in medicina è molto diversificato e va dall’assunzione quotidiana di corticoidi per vari tipi di patologie e di insulina per i diabetici alla terapia sostitutiva in menopausa e alla contraccezione orale, all’ormone della crescita nei bambini ritenuti poco o troppo sviluppati.
Purtroppo oggi si sta ampliando il loro uso in soggetti sani.
Ricordiamo l’uso di ormoni dopanti da parte degli sportivi, o il “ringiovanimento” delle persone anziane.
Risulta chiaro che oggi si travalica in maniera evidente l’ambito della patologia, le stimolazioni ormonali necessarie per la fecondazione in vitro, ponendo nuovi problemi di ordine etico, economico e politico.
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