Sono stato sveglio tutta la notte, ma alla fine ne è valsa la pena. Alle prime luci dell’alba il mio avatar guidato dall’intelligenza artificiale era pronto.
È uguale a me. Beh, non proprio, visto che c’ero l’ho fatto più giovane e gli ho tolto pure cinque centimetri di circonferenza addominale.
È decisamente più in forma, il fisico è tonico, la muscolatura leggermente definita. Persino lo sguardo è più attento, vigile.
Non ha nessuno dei miei problemini. Niente artrosi al ginocchio e cervicalgia. Via anche i piedi piatti. Ha due piedini di fata, lui. Camminerà con passo felpato, elegante. Gli calzano a pennello tutti quei vestiti che a me non entrano più e che stavano nell’armadio ad occupare spazio.
Ho anche avuto la tentazione di aggiungergli cinque centimetri, sì esatto, avete indovinato, di statura. Vorrei mandarlo agli allenamenti di pallavolo e di beach volley e quei centimetri in più sarebbero molto comodi sotto rete.
Ma per questo ci penserò più in là, adesso ci sono impegni più urgenti.
Il mio avatar farà cose che io non posso più fare, cose che avrei tanto voluto fare ma che per qualche motivo non ne sono stato capace e farà cose che non ho mai avuto il coraggio di fare.
Per questo, rispetto a me, l’ho dotato di una maggiore curiosità, di una maggiore spregiudicatezza. L’ho fornito di un moralismo più blando e l’ho privato del tutto delle mie inquietudini teologiche e della mia cronica pigrizia.
Per prima cosa lo manderò a fare un viaggio indimenticabile, zaino in spalla, per tutto il Sudamerica. Voglio che faccia un resoconto fotografico sui posti incredibili che visiterà e che scriva un libro sulle sue esperienze e sugli incontri che farà lungo la strada, iniziando dal Brasile e poi Colombia, Perù e giù passando per l’Argentina, attraversando le Ande fino al sud del Cile.
Poi voglio che si imbarchi su una delle navi di Greenpeace, che partecipi attivamente alle azioni non violente contro la pesca indiscriminata delle balene.
Al suo ritorno lo manderò insieme agli attivisti ad imbrattare monumenti con la vernice lavabile, a tirare torte in faccia ai politici in conflitto di interessi.
Gli farò mettere su una rock band per suonare fino a tarda notte nei locali della zona e poi si muoverà da una parte all’altra della città andando di skate e facendo evoluzioni spericolate come in Dogtown and Z-Boys.
Farà surf, sulle coste australiane e alle Hawaii, e giocherà a rugby buttandosi in mischia.
Andrá ai concerti di musica Metal per pogare e poi prenderà la patente A per farsi un bel giro in moto, senza meta, fermandosi dove ne valga la pena o accelerando e fuggire via quando tira una brutta aria.
Farà un sacco di cose il mio avatar, scoverà la pace e la serenità negli angoli più sperduti del mondo e si innamorerà perdutamente mille volte e poi ancora una.
E forse un giorno, il più bello, verrà da me e mi chiederà di seguirlo.
Foto da Pixabay