L’ultimo libro di Piero Trellini: R4 da Billancourt a via Caetani

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di Fabio Bandiera

Il mondo della scrittura è un universo sterminato in cui pullulano miriadi di uscite editoriali, spesso e volentieri inosservate nel magma indefinito del consumo librario.

Poi c’è qualcuno che, grazie al suo stile e al suo modo di narrare, entra e fa breccia in una certa categoria di lettori ai quali si rivolge con testi fluviali,  ricchi di aneddoti e ricostruzioni.

Questo scrittore è indiscutibilmente Piero Trellini, scoperto ai più dal libraio Marco Guerra, che grazie ad un esordio col botto dal titolo “La Partita” ha innescato un vero e proprio fenomeno virale degno di nota.

Il libro uscito nel 2019, vincitore del premio bancarella sport, ha dato il là alla nascita del Trellinismo, una vera e propria setta di adepti pronti ad abbeverarsi alla sua sublime fonte narrativa.

Nelle successive uscite editoriali Piero ha trattato temi più disparati, da Dante a l’Affaire Dreyfuss, narrati ed approfonditi con tomi oscillanti tra le ottocento e le oltre mille pagine.

Un vero fiume in piena pronto a travolgere i trellinisti più virtuosi e desiderosi di conoscere dalla A alla Z ogni piccola informazione che il nostro riesce a distillare senza tralasciare nessun particolare.

Un impressionante metodo di ricerca e di lavoro che procede per gradi al quale Trellini si dedica anima e corpo senza indietreggiare di un millimetro, cosa che avviene anche nella sua ultima fatica letteraria dal titolo “R4 da Billancourt a via Caetani”.

Piero Trellini: R4 L’AUTO DI TUTTI…….L’EPOPEA TRAGICA DI LOUIS RENAULT…….

Raccontare le incredibili vicende del primo Novecento legate alla nascita, e allo sviluppo, dell’automobile e di per sé un romanzo storico.

 

 

Trellini parte dall’incipit primordiale, l’assassinio del granduca d’Austria Francesco Ferdinando e della sua moglie polacca che viaggiavano a bordo di una Graf & Stifts “Bois de Boulogne” la cui sorte segnò tragicamente chiunque ne entrò in possesso.

 

Questa intro ci dice già molto del suo stile che pur non trascurando la saggistica immergendoci nel mondo automobilistico francese focalizzandosi sulla figura cruciale di Louis Renault che incarnerà a pieno lo spirito di quei tempi in bilico tra conflitti mondiali e voglia di modernità.

Una fitta rete abilmente ricostruita dove le diverse famiglie francesi, Citroen, Renault e Michelin si intrecceranno segnando in parallelo le loro sorti, spesso tragiche, andando a braccetto con la cupezza agghiacciante dell’incedere degli eventi storici, segnati tragicamente dall’avvento del Reich.

Le pagine ci fanno rivivere il sogno e la perseveranza di chi ha voluto fortemente che il mondo delle quattro ruote divenisse realtà.

Tra evoluzioni tecnologiche e l’alienazione di chi nelle fabbriche di Billancourt, luogo simbolo delle industrie Renault, vedeva svilire inesorabilmente il proprio ruolo sotto i colpi dell’automazione come privazione del proprio esistere.

Dietro ogni passo la voglia di rendere un sogno possibile, quello di creare un’auto a misura e dimensione di tutti, abbienti e non, gettando le basi di una società moderna i cui costi sono tutt’oggi tangibili e proporzionalmente devastanti.

Le vicende automobilistiche riguarderanno inevitabilmente anche la FIAT, la nascita dell’impero finanziario della famiglia Agnelli che delineerà nel dopoguerra profondi mutamenti sulla società italiana trasformandola radicalmente……..

Piero Trellini: FELTRINELLI, CURCIO, FRANCESCHINI……..L’ANIMA PULSANTE DELLE BR………….

Il famelico istinto narrativo di Piero prosegue sull’onda lunga degli anni Settanta, la Renault 4 è il simbolo macabro del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro.

Quella morte per niente casuale, ma legata alle complesse vicende italiche del tempo, vede protagoniste indiscusse le anime proletarie delle BR, strumento armato di un disegno più ampio. Le vicende umane e storiche dei vari Feltrinelli, Curcio, Franceschini, Mara Cagol, Morucci e Moretti sono il filo conduttore che lega l’anti-comunismo made in Usa e il compromesso storico ventilato da Moro e Berlinguer.

Quest’ultimo, scampato miracolosamente ad un misterioso attentato in Bulgaria, detterà la linea del Pci in un momento storico instabile e convulso che porterà al terrorismo di matrice rossa, un tentativo di destabilizzare le gerarchie dello Stato a cui verrà apertamente dichiarata guerra.

Trellini delinea minuziosamente le posizioni diverse e le personalità multiple di tutti gli attori in campo, ognuno portatore sano di un pezzo di storia del nostro Paese.

Evidenziando le contraddizioni e i punti deboli del sistema Italia, passato troppo presto dal boom a suon di dollari americani ad uno scollamento sociale a cui di sicuro l’industria automobilistica ha dato manforte.

I terroristi, tragici eroi di un disegno utopistico, pagheranno anche loro un altissimo prezzo riuscendo parzialmente a riconciliarsi con loro stessi nello scorrere inesorabile del tempo che va di pari passo con le dense e stratificate pagine del libro………

Piero Trellini: 9 MAGGIO 1978…….VIA CAETANI………RENAULT 4……..

L’incedere è spesso maniacale e stride come le tracce dei pneumatici sull’asfalto, nulla viene tralasciato al caso e ogni dettaglio è fondato su studi e di ricerche tipici del Trellinismo.

La morte annunciata di Moro, e le tortuose vicende che precedono l’attentato, vengono tracciate con un analitico incedere romanzesco degno del montaggio alternato di un thriller.

Trellini ci fa rivivere una delle pagine più intense della nostra Storia dando voce ed argomenti alle diverse scuole di pensiero, dalla pista amerikana anti-comunista targata Henry Kissinger a quella sovietica, una spy story degna di un Le Carrè in ottima forma.

E le Brigate Rosse, esecutori materiali di un disegno altrui, eroi tragici imbottiti di armi e resistenza, di dottrine Marxiste e le lezioni Feltrinelliane.

Un mix letale di utopica anarchia farcita di simbolismi Gauche Proletarienne e di tecniche di guerriglia alla Tupamaros.

Un frullatore ideologicamente letale che li condurrà inesorabilmente alla sconfitta, relegandoli insieme a Moro nel bagagliaio di quella Renault 4 amaranto dove finisce questo viaggio, a perdifiato, che attraversa quasi in toto il ventesimo secolo.

Un ennesimo capolavoro di un autore che non ha paura di perdersi inseguendo il suo incorreggibile istinto di ricerca e verità, un narratore senza dubbio coraggioso oltre ogni limite nella sua apparente e scoraggiante prolissità.

Piero Trellini è un unicum nel suo mood stilistico, un incedere fisico oltre che mentale che lo mette e ci mette a dura prova sia che si parli del Mundial 1982, di Dante o dell’Affaire Dreyfuss.

L’innegabile certezza dopo la lettura di quest’ultimo copioso distillato di sapere è che se ne esca più arricchiti e consapevoli.

Merito evidente di chi ha saputo riannodare gli innumerevoli fili del racconto con sapiente e certosina logicità.

Un libro consigliato a tutti gli adepti della setta animati dalla loro consueta vorace curiosità.

Fabio Bandiera

Tempo di lettura: 2’30’’

https://it.wikipedia.org/wiki/Piero_Trellini

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