Sono passati poco più di vent’anni dalla prima volta che ho pranzato a casa dei miei suoceri.
Mi ricordo come se fosse ieri Billina, una simpatica cagnolina che indossava maglioncini dismessi, riveduti e corretti da mia suocera.
Billina, a causa di una malattia era totalmente senza pelo.
Da qui la necessità di coprirla d’inverno per il freddo, ma anche d’estate per il troppo sole che l’avrebbe ustionata, insomma era sempre vestita… e anche bene!
Ma l’argomento dei vestitini per cani, se pur interessante, lo tratteremo un’altra volta; oggi parliamo di bisogni primari!
Billina era molto furbetta, aveva la produttiva abitudine di orbitare accanto a mio suocero che, con comprovata maestria trovava sempre il modo, il tempo e la motivazione per rifilarle del cibo, cominciando dall’antipasto per concludere al dolce; e sì, molto spesso riusciva ad accedere a tutte le portate!
Tante volte mi è stato chiesto quale era la migliore cosa da fare in quei casi, qual era il giusto comportamento da tenere a tavola per rimediare a quella brutta abitudine, ovviamente con altrettanta puntualità le mie indicazioni venivano disattese.
Molti cani sono vittima della necessità, del bisogno di mangiare, per fortuna non tutti, ho usato la parola vittima non a caso; molti mangerebbero all’infinito fino a scoppiare, non parlo ovviamente di soddisfare il bisogno primario, ma dell’ossessione del mangiare.
Se possiedi un cane sai di cosa parlo, se non lo hai immagina la scena;
tu stai mangiando tranquillamente quando percepisci una strana sensazione, ti senti osservato e li vicino alla tua coscia scorgi due occhioni che ti guardano con fare persuasivo, ed è li che invece di fare la cosa giusta, molti fanno la cosa più facile: danno da mangiare al tenero “mendicante”.
Ovviamente in questi casi il problema è alimentato, se non generato, dalla persona che gestisce il cane; dare da mangiare di per se’ non è reato, anzi, ma cedere al ricatto, soprattutto se reiterato e sistematico, può diventare un problema, anzi due!
Il primo è un problema di “controllo del comportamento”, sia della persona che del cane, il secondo un problema di salute.
Sul problema di controllo è evidente che è la persona di turno ad averlo, a vantaggio del persuasore, il cane, che, se gli lasci spazio di manovra, entra come un coltello caldo nel burro.
Due occhioni che ti entrano dentro e ti mettono a soqquadro tutta la corteccia pre frontale cioè la regione del cervello deputata al ragionamento complesso e a prendere decisioni “razionali”.
A questo punto superato questo ostacolo il cane ha davanti a se’ praterie piene di cibo, distese di fuori pasto e leccornie varie.
Attenzione non è un problema culturale, è un problema di coinvolgimento emotivo;
Conosco persone intelligenti e profondi conoscitori di certe dinamiche, cadute nella rete come principianti.
A questo punto facendo finta che questa abitudine non influenzi la relazione dal punto di vista del comportamento, rimane il problema di salute, perché i cani in oggetto fatta la prima esperienza ci stanno pochissimo a acquisirne la procedura e affinarla nel tempo.
E in men che non si dica ci si ritrova ad avere cani decisamente sovrappeso e con annessi problemi di salute.
La cosa divertente è che se ti trovi a parlare con una persona che ha un cane in sovrappeso ti sentirai dire che, non mangia niente, è grosso perché è sterilizzato, perché ha il metabolismo lento, perché ha problemi ormonali, perché…
Un po’ lo stesso meccanismo che porta gli irriducibili della dieta a cambiare sempre dieta con la speranza di trovarne una che li faccia dimagrire mangiando all’inverosimile, senza muoverti dal divano.
Insomma c’è sempre una scusa valida per giustificare questa situazione;
Ora io dico dando per assodato che nutrendosi solo d’aria non si ingrassa, escludendo ovviamente quelli che realmente hanno dei problemi di salute, se si trova il giusto equilibrio tra attività svolta e nutrizione il problema è risolto.
Ma vista così diventa troppo facile e le soluzioni facili purtroppo tendiamo a sottovalutarle e spesso a scartarle a vantaggio di quelle più esotiche che perdono di vista i reali bisogni soggettivi, ma che invece appagano i nostri bisogni interni.
Per esempio, il bisogno di “prendersi” cura, di occuparsi di qualcuno o qualcosa, di sentirsi utili, quindi in realtà non si fa altro che soddisfare una nostra necessità interna, un nostro bisogno.
E nell’inconsapevolezza di colmare una nostra necessità a farne le spese è sempre il cane, che “misteriosamente” ingrassa senza mangiare…
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