Per tutto il periodo della mia adolescenza l’arrivo dell’estate ha significato la liberazione dalle fatiche scolastiche, la possibilità di dormire fino a tardi e, soprattutto, tornare a provarci con le ragazze al mare.
Si riallacciavano i rapporti bruscamente interrotti l’estate precedente con le villeggianti abituali e si facevano nuovi e affascinanti incontri che ci portavano notizie di città e luoghi per noi lontani e sconosciuti. La disinibizione da ombrellone e la sfrontata esibizione giovanile facevano il resto.
I ricordi più teneri sono quelli delle vasche notturne sul lungomare, a sfoggiare le scarpe nuove e a cercare di attaccar bottone con le ragazzine straniere scottate dal sole.
Nella mia ingenua e romantica visione del mondo la fama dell’italiano latin-lovers trova la sua origine proprio nelle estati italiane di ogni epoca e si riflette poi negli occhi trasognati delle villeggianti di un tempo al ricordo delle vacanze al mare e di quella schiera di inopportuni ma desiderabili “poliponi”.
Purtroppo, nonostante l’arrivo della stagione estiva e l’Italia praticamente tutta in zona bianca, il rischio è che gli italiani vadano ancora per un bel po’ in bianco.
Oltre a tutto il resto, la pandemia ha infatti ridimensionato anche la nostra fama di grandi amanti e sciupafemmine. I numeri parlano chiaro. Il 60% degli uomini ha dichiarato un evidente calo del desiderio e di aver diminuito drasticamente la sua normale attività sessuale.
8% in meno delle nascite a nove mesi dal lockdown della primavera scorsa e l’aumento dei nuovi utenti sulle piattaforme streaming lo stanno a dimostrare. Insomma, per superare l’incertezza, la paura e lo stress da Covid-19, invece di stringersi sotto le lenzuola si è preferito stringersi sul divano per maratonare le serie televisive.
Il graduale ritorno alla normalità, dicono gli esperti, non porterà necessariamente anche ad un miglioramento della nostra sessualità. Il traumatico cambiamento delle abitudini di vita e il disagio psicologico dovuto al distanziamento sociale avranno effetti molto più duraturi sui nostri comportamenti.
Ma, a parte questo, le attenzioni scientifiche sono adesso rivolte agli studi sui sintomi e le conseguenze del Covid-19. Siccome il virus attacca principalmente l’endotelio, e cioè il tessuto epiteliale che riveste anche i vasi sanguigni, il coronavirus potrebbe attaccare anche la nostra efficienza (quella di noi maschietti intendo) in camera da letto: se, come dice il professor Jannini nel suo studio pubblicato su Andrology, “il virus lascia, oltre al danno vascolare di natura polmonare documentato dalle TAC, anche degli strascichi nei corpi cavernosi del pene”.
Un risultato che aspettiamo tutti con grande interesse, anche perché da questo ne va un po’ della nostra reputazione Nazionale.
Eppure, snobbata dai giornali italiani ma rimbalzata dai tabloid inglesi, ha richiamato la mia attenzione una notizia che in parte smentisce la paura di una sessualità assopita.
In un ospedale di Milano, tra marzo e aprile 2020, in pieno lockdown per la prima terribile ondata pandemica, sono aumentati i casi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di sifilide e gonorrea. In barba alle restrizioni e all’obbligo di distanziamento sociale le persone hanno continuato imperterrite ad incontrarsi e ad avere rapporti sessuali non protetti.
E così ho pensato alla mia adolescenza, agli innamoramenti stagionali nati sotto l’ombrellone e che, almeno per gli Inglesi, siamo ancora un popolo di irresponsabili amanti.
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