La maledetta tentazione

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di Gaetano Buompane

A prima vista potrebbe sembrare una cosa da niente, una semplice debolezza.  Chi non ne ha mai avuta una?

Chi non è mai stato provocato da quel diavoletto dispettoso che se la ride osservando i nostri tormenti, in bilico tra pulsioni e razionalità.

Ma poi passa, non è vero? Si rientra nei ranghi. Si dà ascolto alla nostra coscienza, si reprimono certi pensieri finché rimane solo un calore indefinito dietro la nuca che lentamente scompare.

È così, mi è successo spesso e poi tutto alla fine è filato liscio come l’olio.

Fino alla volta successiva.

Il vero problema è che la tentazione esprime in sé l’illusione dell’inconseguenza, ecco svelato il potere del suo fascino.

Perché continuare a prendersi in giro, quindi? Perché non la finisco per una buona volta e lascio perdere l’ipocrita favoletta della redenzione, della retta via. Il fuoco è stato ormai acceso e arriverà il momento in cui non sarà più sufficiente solo osservarlo.

Per quale motivo insistere e reprimere certe pulsioni che per il solo fatto di esserci, che esistono, non si può certo affermare che siano innaturali?

Immaginate la forza esplosiva della tentazione e quale altrettanta forza occorra per contrastarla.

Ciò che tale attrito, tale tensione sprigiona internamente è un terribile sconvolgimento ormonale e di sentimenti. Per questo la razionalità, il più delle volte, va a farsi benedire.

Sono un uomo, che diamine! La fragilità è la mia maggior disgrazia.

In certe situazioni mi cedono le forze e mi si annebbia la vista. Spariscono in un sol colpo determinazione, lucidità e persino la fede.

Sono pronto a rinnegare tutto, le mie convinzioni, i miei valori, le mie conquiste. Scompare addirittura il timore del giudizio, di ciò che penseranno gli altri. Che si dannino tutti, si tratta della mia vita, ne faccio un po’ quello che mi pare.

Ecco, arrivo persino a mettermi in discussione, ad incastrarmi dalla parte della ragione pensando che tutto il resto sia sbagliato. Cadono, ad uno ad uno, tutti i tabù e sono pronto a scivolare nell’ignoto affrontando a pugno chiuso anche i dogmi della società.

Chissà da dove spunti, ma un improvviso e sconosciuto coraggio mi anima così tanto da essere pronto a combattere contro i mulini a vento.

Il fatto rilevante, e a suo modo esplicativo, è che nella tentazione esiste solo il presente, il momento esatto. Il futuro perde definitivamente di ogni suo significato. Del passato, addirittura, ce ne dimentichiamo, non se ne ha più memoria.

Solo l’attimo ha un senso reale e la realtà diventa effimera al di fuori di quell’attimo.

Questa è la vera fregatura. Se la vita fosse fatta di momenti a sé stanti e non di una successione di eventi, lasciarsi irretire dalle tentazioni sarebbe la parte più gratificante della nostra esistenza.

Purtroppo non possiamo esimerci dal pensare alle conseguenze, altrimenti saremmo pronti a vivere di sole pulsioni, come le bestie.

Ma purtroppo pensare è già peccare. E io sono un peccatore.

Già in passato mi sono illuso di riuscire a smettere di guardare per ore i video su YouTube dei gol della Bundesliga e di quelli in cui schiacciano brufoli giganti e punti neri. Adesso sono giorni che combatto con la maledetta tentazione di scaricare TikTok sul mio cellulare.

Il Sofà è una rubrica settimanale.
Ogni lunedì, se ti va, ci sediamo comodi per una nuova chiacchierata.

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Foto da Pixabay

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