Quegli italiani di 70 anni fa nelle caverne tra passato e futuro

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di Claudio Razeto

“In passato ci sarebbero state 5 estinzioni di massa. Questa, la sesta, è causata dallo sfruttamento del pianeta da parte di una specie tecnologica” l’uomo.

“Ma ogni volta – la Terra – è tornata a rifiorire…”.

Massimo Sandal dopo la fine del mondo, da Le Scienze Settembre 2020

La scienza non si ferma. È in costante movimento.
Arricchita ogni giorno da scoperte e novità.
Per nostra fortuna.

Lo stesso vale per ogni studio. Compresa la Storia.

Allora perché una parte dell’umanità vive convinta che la Scienza o la Storia siano fatte di dogmi intoccabili?

La ricerca è parte del progresso. Il progresso che ci fa crescere, progredire.

Ci sono stati dei momenti storici caratterizzati da una grande fede nel progresso.

L’umanità ha creduto fermamente che lo sviluppo avrebbe migliorato la vita di milioni di persone.

Che la medicina, la tecnologia, la modernità avrebbero portato pace e prosperità. Sconfiggendo la malattia, la fame, la miseria.

Solo 70 anni fa a Napoli, durante la guerra, per esempio, la gente era tornata a vivere nelle grotte.

Per sfuggire ai bombardamenti tanti sfollati, avevano trovato rifugio e costruito case nelle caverne.

Come uomini e donne della preistoria.

In altre città villaggi di baracche. Poco più che capanne.

La guerra era riuscita a far regredire di millenni la vita di persone non così differenti da noi. Non così distanti. Anagraficamente come i nostri nonni.

Incredibile ma vero. Tutto il progresso, il benessere, cancellati.

In un attimo, dalla brutalità della guerra.

Napoli 1943 -1944.

https://youtu.be/oBXWvI4Gow0

Oggi le stesse città, tante altre metropoli italiane e mondiali, combattono con il virus.

Con la crisi economica. Con i dubbi verso un futuro che si è fatto oscuro.
Pieno di incertezze. E paura.

La malattia ha messo in crisi tante delle nostre sicurezze.

Fatto saltare programmi, aspettative, speranze.

Come tutte le crisi, quella generata dal Covid19, anche questa ha scalfito la fede nel futuro. Sono in tanti a vedere nero.

La modernità come condanna, il progresso come complotto contro l’umanità inerme.

https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2020/02/24/tra-bufale-e-leggende-il-virus-corre-sul-web_5ab7d15a-342f-438d-999d-ae2a02d3741f.html

C’è chi si alza la mattina con un senso di sconforto profondo.

C’è chi posta sui social veri Sos via web.

Chi pensa che il futuro sarà peggiore del passato.

E dispera nel futuro.

Eppure il passato è stato ben peggiore di quello che stiamo vivendo.

Nessuno, o quasi, in Occidente vive oggi nelle grotte come nel dopoguerra in Italia.

Abbiamo città moderne, servizi, cibo, medicine.

Stiamo passando un periodo duro. Ma possiamo farcela.

Con la forza della resilienza si può superare questa difficile fase.

In questa fase complessa.

Come lo sono tutte le transizioni, i passaggi epocali.

https://www.ansa.it/ansa2030/notizie/lavoro_sviluppo/2020/04/07/rifkin-e-lera-della-resilienza-dopo-leta-del-progresso_7d1a21d4-79f2-4abf-b517-121493c5006e.html

Certo l’emergenza esiste.
Anche se c’è chi, al contrario, c’è chi esagera e chi minimizza.

Come l’hair helmet che trasforma tutti in astronauti a passeggio.

Forse un pò troppo per difendersi dal Covid.

https://www.futuroprossimo.it/2020/10/air-helmet-il-casco-contro-il-covid-e-un-incubo-distopico/

Si parla di 1 milione di morti per Coronavirus.

Qualcuno dice che sono “pochi per preoccuparsi”.

Che moltissimi asintomatici non giustificano mascherine, gel, guanti e prevenzione.

Senza pensare che ognuno di noi poteva, per sventura, finire in quel milione di vittime.

Dicono: lasciamo fare alla natura che colpisce soprattutto gli anziani.

Che si muore più di infarto e di cancro che di Virus.

Come se si dovesse fare una selezione delle patologie da curare.

E non tentare di guarirle tutte. Anche quelle rare che colpiscono 1 bambino su milioni.

Lucida follia? Di certo esternazioni di webeti ingiustificate dalla logica.

Che accusano tutti, dai medici agli scienziati seri, di far parte di chissà quale disegno oscuro.

Senza pensare che nel malaugurato caso di guai, saranno quei medici a curarci.

Per non parlare dei vaccini.

La Scienza va sostenuta. Non denigrata.

https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/07/12/appello-di-200-ricercatori-stop-a-fake-news-sul-clima_286c8070-9f68-48d0-9735-36e5f6e329ef.html

In questi mesi la ricerca non si è fermata.

Contrariamente a quanto scrivono sui fake molti allarmisti, negli ospedali si continuano a curare tutti i malati.

Nessuno vive nelle caverne e nessuno è lasciato a se stesso.

I bravi medici, specialisti, infermieri ci sono.

Ne servono ancora ma ci sono. La crisi Covid ha messo in luce tanti limiti della nostra Sanità. Ma stanno arrivando fondi per intervenire.

Se la politica farà il suo dovere.

Se prevarrà la buona sanità. La professionalità dei più preparati.

Il nostro Paese può ancora migliorare.

Magari sui suoi problemi cronici.

La disoccupazione giovanile, il recupero delle aree socialmente degradate.

Una scuola più efficiente. Fatta per gli studenti e non per dare occupazione ai disoccupati meno preparati.

E per premiare e far crescere i docenti migliori.

Eliminare le baronie. I potentati in ogni settore.

Dar spazio alle donne, a quelle brave soprattutto.

https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2020/07/15/cosa-vogliono-le-donne-dal-lavoro-basta-luoghi-comuni-le-imprese-con-loro-ci-guadagnano_d56f847e-a4c3-42c5-9a76-d6c75268edfa.html

Un tema che tocca molto la Sanità ma anche la Ricerca e la Scienza che di eccellenze si nutrono e vivono.

E che arriva fino all’intera classe dirigente. Dopo il fallimento dell’Uno vale uno.

La crisi ci ha dato modo, col lockdown, di fermarci a pensare.

Al futuro dell’umanità e del nostro pianeta, la Terra.

Nuova politica energetica, rispetto della natura – anche quella sotto casa nostra – e dei nostri simili.

Il clima e gli effetti di politiche dissennate che hanno negato per anni l’emergenza.

Inquinamento, stile di vita, uso etico e responsabile di tutte le risorse web compreso.

Perché anche internet è una risorsa se non usato per seminare odio e bufale.

Migliorare il nostro mondo – che poi non è nostro ma solo in comodato d’uso -a vantaggio di tutti. Meno rabbia più tolleranza.

Invece degli insulti parlarsi ad ogni livello.

Pensare e dialogare con tutti, prima di esternare o agire. Imparare usare il web e i social e non diventarne uno strumento o una pedina inconsapevole.

Affrontare il cosiddetto “Social dilemma”…raccontato dalla docu-fiction di Netflix.

https://formiche.net/2020/09/the-social-dilemma-inconscio/

Non siamo perduti o schiavi di un complotto internazionale.

La persuasione più o meno occulta esiste ma gioca su soggetti inconsapevoli, disinformati, facili da ingannare e persuadere.

Non siamo in balia di una distopia da fantascienza.

Nemmeno siamo finiti a vivere in caverna.

Almeno non ancora per fortuna.

Chissà se ci fossero stati i social a quei tempi.

I post sarebbero stati altrettanto catastrofici?

Quale e quanta disperazione avrebbero trasmesso?

Curzio Malaparte nel suo vivido romanzo “La pelle” lo ha fatto.

Ancora oggi, a distanza di tanti anni, sono toccanti.

Ma quello che stiamo vivendo è diverso.

Nel 43 se non ci fossero stati gli Alleati, gli Italiani sarebbero morti di fame e di stenti.

Dipendevamo dai Paesi ricchi e vincitori.

Oggi invece molto dipende anche da noi. Non solo dall’Europa.

Da noi Italiani. Non solo politici. Anche i semplici cittadini.

Non sarà dando fiato al catastrofismo che ci risolleveremo.

Bisogna darsi da fare.

Conosco imprenditori che chiusa l’azienda si sono messi a fare di tutto.

Persino una piccola ditta di trasporti e traslochi. Non c’è da vergognarsi a rimboccare le maniche.

Chi ha la salute, ha tutto. Va messa a valore senza piagnistei isterici. Non siamo soli. Non sempre per fortuna.

La rete delle nostre relazioni come elemento di sicurezza.

Chiedere aiuto a parenti e amici. Far affidamento sulla famiglia, da noi così solidale.
Prima tutti…

Potrebbe essere il motto.

Cercare di non lasciare nessuno indietro.

Nemmeno quella coppia di anziani che ti abita davanti e non parla con nessuno.

Magari hanno bisogno…anche solo della spesa.

Perché non chiederglielo.

In fondo la forza degli italiani, quella autentica, è anche questa.

Non è con un cupo, rabbioso, rancoroso piagnucolio che ne usciremo.

Ci sono parti del mondo che cambiano in un attimo.

Per catastrofi naturali, guerre, tracolli economici.

Non è il nostro caso.

Non viviamo nelle caverne come quei poveri napoletani nel 1943.

Ogni tanto dovremmo ricordarcene.

E guardare al futuro con occhi migliori.

Claudio Razeto

Tempo di lettura: 2’50”

Foto tratta da: http://www.ildomaniditalia.eu/italiani-allestero-un-sito-per-raccontare-le-eccellenze-del-bel-paese-nel-mondo/

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