Il teatro e la magia delle luci

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Il teatro la mia vita:

Una delle cose che mi ha sempre affascinato dell’universo che gira intorno al teatro è la magia che si viene a creare per mezzo delle luci.

A mio modo di vedere le cose, le tre anime che compongono uno spettacolo constano non solo del recitato.

Sono fondamentali anche la scelta audio-musicale e la progettazione della parte illuminotecnica.

Costituiscono, infatti, un trittico che si muove simultaneamente in un gioco di influenza reciproca, come un dialogo stretto e intimo fra le tre parti.

La sintesi additiva dei colori:

Ero poco più che un bambino quando, in una delle prime performance a cui ho assistito in teatro, estraniandomi momentaneamente dalla scena ho sollevato in alto lo sguardo e ho notato un fatto che all’epoca trovai quantomeno curioso

Due fari puntati sulla scena, un controluce blu ed un taglio ambra davano luogo sul palco ad una suggestiva tinta viola.

Avevo appena assistito a quella che viene definita “sintesi additiva dei colori”.

La mia scoperta da bambino:

Ero abituato a giocare con i pastelli e fu con stupore che notai come quella mescolanza non dava luogo ad una tonalità di verde, come invece mi sarei aspettato.

L’esperienza con i pastelli mi aveva insegnato che giallo e rosso danno luogo all’arancione, ad esempio, o che continuando a mescolare i colori primari (magenta, ciano e giallo) alla fine ottenevo il nero.

L’esperienza mi ha portato a conoscere, senza saperlo, come funzionasse la “sintesi sottrattiva dei colori”. E’ il principio su cui si basano i pigmenti: ogni superficie assorbe selettivamente luce a diverse lunghezze d’onda, riflettendo solo la luce non assorbita.

Il nero, dunque, altro non è che l’assorbimento di tutte le lunghezze dello spettro visibile.

Ma con la luce proiettata il discorso cambia:

La mescolanza dei tre colori primari (brevemente chiamati RGB), in diversi rapporti, crea tutto lo spettro da noi percepito e, sommati in pari proporzioni, dà luogo alla luce bianca.

A ben vedere, è esattamente lo stesso principio con cui funzionano i nostri monitor, le nostre tv e anche i nostri smartphone.

 

Simone Buffa

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