TV: LA LINEA VERTICALE E IL TABU’ DELLA MALATTIA

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La Linea verticale è una serie tv tratta dall’omonimo libro di Matteo Torre andata in onda nei giorni scorsi su Rai 3 e ora visibile su Rai Play http://www.raiplay.it.

E’ andata in onda sul tardi, il sabato alle 21,45. Un peccato perché avrebbe meritato un orario in grado di valorizzarne maggiormente l’audience, anche a discapito di Gramellini e del suo Le parole della settimana.

Valerio MastandreaNella storia il protagonista, interpretato da Valerio Mastrandrea, si trova catapultato nel reparto oncologico di un grande ospedale italiano e si ritrova a combattere inaspettatamente per la sua vita contro un male che solo a sentirlo nominare fa paura, il cancro.

LA LINEA VERTICALE E’ QUELLA DI CHI E’ VIVO

La linea verticale è quella conservando la quale si rimane vivi. Quella orizzontale è la fine di tutto, la malattia che vince, la morte.

Ciò che è inusuale di questa fiction è il modo in cui l’autore ha voluto raccontare una storia certamente non inedita.

Sì perché La linea verticale è un viaggio a suo modo ottimista, ironico nella realtà di un reparto di urologia oncologia come ce ne sono tanti nel nostro Paese, un mondo popolato non solo di ammalati ma anche da medici, infermieri, portantini. Ci sono i tic, le manie, le fobie non solo dei pazienti, che nel perdurare del loro stato di malati galleggiano come in un limbo, ma anche dei sanitari che popolano questo universo in cui nessuno di noi vorrebbe mai entrare.

LA MALATTIA, IL TUMORE E LA DESCRIZIONE DI UN MONDO

La malattia del protagonista apre le porte su un mondo, quello della sanità, che visto dal di dentro è diverso da quello che troviamo descritto nei servizi dei tg soprattutto quando si parla di malasanità. E’ un mondo fatto di persone che soffrono, i malati, ma anche di piccoli grandi eroi di mestiere, i medici e i sanitari, che insieme quotidianamente danno vita a migliaia di storia diverse ma tutte incredibilmente vere. Finire in questo mondo è come ritrovarsi a fare un viaggio inaspettato, un viatico che nessuno vorrebbe mai percorrere ma che se intrapreso costringe una persona a fare i conti con sé stesso, con la propria forza, i propri limiti.

ESSERE AMMALATI E’ COME UN VIAGGIO INASPETTATO

Nessuno quando sta bene può immaginare cosa vuol dire stare bloccati in un letto di ospedale o attaccato a una flebo di cisplatino con altri malati di tumore o sdraiato nella capsula spaziale di una macchina di radioterapia che ti brucia dentro cercando di annientare il male. La guariremo ma le faremo male, dicono i medici e spesso per fortuna hanno ragione. Hanno ragione perché oggi il male si può sconfiggere anche se chiunque può immaginare che non si tratta di un’esperienza facile né indolore.

Quando le certezze vacillano tutte e si viene declassati dallo stato di sano a quello di ammalato viene fuori il meglio e il peggio di ognuno di noi.

GLI OPERATORI DELLA SANITA’ E IL MONDO DEGLI OSPEDALI

Se questo vale per i pazienti c’è da chiedersi cosa voglia dire tutti gli operatori della medicina che per scelta e per mestiere, con queste vite sospese, si incontrano spesso sostenendole con uno sforzo estremo. Se ne possono incontrare di buoni e di meno buoni, ma non c’è dubbio che siano loro, le persone, la spina dorsale del nostro sistema sanitario che a dispetto di tanti difetti, di mancanze e lacune fa ancora il suo lavoro e nella maggior parte dei casi a costo zero: guarisce la gente o almeno fa di tutto per riuscirci. Come sempre nel nostro Paese sono le eccezioni che portano avanti le strutture, sono quelli che nonostante tutto fanno il proprio mestiere come fosse un dovere civile lasciando intatta la propria umanità e rispettando, anzi proteggendo, quella degli altri.

A 40 ANNI DALLA NASCITA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Il Servizio Sanitario Nazionale istituito nel ’78 e che proprio quest’anno compie 40 anni a volte con pochi mezzi e personale, con le sue liste d’attesa, le sue spinte verso la privatizzazione, le lusinghe delle polizze assicurative, fa questi miracoli a volte. Certo anche in medicina si sbaglia e quando accade il prezzo è terribile; ci sono vite umane di mezzo, ma tantissime volte i pazienti tornano a casa guariti pronti a riprendere le proprie vite e questo non fa notizia.

IL RACCONTO LEGGERO DI UN MONDO

La Linea verticale racconta questo mondo, lo fa con leggerezza e sensibilità estrema ma ci riesce benissimo. Per questo va visto e fatto vedere. In un frame all’interno dell’ospedale su una parete la scritta Tutto è possibile a chi crede. Quella frase c’è davvero in un grande ospedale di Roma. Ci ricorda che la vita può prendere, a volte, strade dure e terribili ma anche che c’è chi può aiutare a sanarla e proteggerla quando viene messa in serio pericolo da malattie come il cancro che solo a nominarle mettono paura.

Claudio Razeto

Tempo di lettura: 1’30”

 

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