Da sempre cerchiamo di evitare l’assunzione di grassi, che riteniamo i massimi responsabili delle nostre rotondità addominali. Ma chi ha detto che i grassi non fanno bene?
Come sosteneva Einstein “tutto è relativo”, pensiamo ad esempio agli acidi grassi polinsaturi, o ai moltissimi alimenti di origine vegetale, abbondanti sulle nostre tavole (oli di semi, extravergine di oliva, di germe di grano, di mais nonché frutta secca, noci, mandorle e nocciole) ricchi di vitamina E, che protegge le membrane cellulari e svolge un’azione antiossidante. Bandire i grassi dalla dieta, dunque, è un errore da evitare. Le diete ipocaloriche per essere complete da un punto di vista nutrizionale devono comunque prevedere una componente grassa, proveniente dall’olio o dalla frutta secca.
Il corpo umano invecchia. È una legge di natura, anche se qualcuno sostiene che siamo programmati per vivere 120 anni e in realtà giorno dopo giorno ci stiamo avvicinando a questo traguardo: in un secolo la vita media è cresciuta da 45 a 80 anni.
A conti fatti ogni giorno la vita si allunga di 15 minuti. Per arrivare a questo traguardo, Madre Natura ha messo a punto un paio di trucchi.
Il rinnovamento delle cellule e la riparazione dei danni cellulari che avvengono ogni giorno. Ogni volta che una cellula si divide, le due cellule risultanti sono più giovani di quella di partenza, quindi più efficienti.
Haruki Murakami scrive: “Le cellule del corpo si rinnovano ogni mese, anche in questo esatto momento; ciò che credi di conoscere di me, non sono che ricordi”.
Ma, nonostante i nostri tessuti vengano costantemente rinnovati con cellule “fresche”, i processi di invecchiamento non possono essere fermati: con il passare del tempo questo ricambio diventa sempre meno frequente ed efficiente.
Nel tempo si accumulano “danni” molecolari e cellulari indotti dai radicali liberi e dal conseguente stress ossidativo, a livello di DNA, RNA, dei lipidi delle membrane cellulari e delle strutture proteiche che si manifestano con un declino di funzionalità riscontrabile a livello fisico, cognitivo, endocrino, fisiologico e immunitario e contribuiscono alle cosiddette fragilità nell’anziano.
Occorre dunque un pit stop dinamico in grado di rimuovere/limitare le sostanze dannose.
La Vitamina E, una sostanza liposolubile ad attività antiossidante, rappresenta una delle sostanze più importanti disponibili.
La vitamina E. È semplice farne il pieno
È la più diffusa e comune tra le vitamine, resiste abbastanza al calore ma è molto sensibile alla luce e all’ossigeno.
Gli alimenti ricchi di vitamina E vanno conservati al riparo dalla luce e in recipienti ermetici.
Il fabbisogno giornaliero si aggira intorno a 8-10 mg, facilmente raggiungibili in quanto questa vitamina è molto diffusa soprattutto nei frutti oleosi come le noci, le olive, le arachidi.
Ma si trova anche nelle verdure, nel grano e nei cereali.
È dunque difficile registrare una sua carenza, di solito presente solo nei casi di malnutrizione.
In genere basta aggiungere un filo d’olio a crudo nelle nostre pietanze o, quando si è in ufficio o in vacanza, mangiare delle mandorle al posto dello spuntino di metà mattina o prima dello sport.
Le mandorle costituiscono una grande riserva di vitamina E oltre che di sali minerali, calcio, magnesio e ferro.
Va anche ricordata la presenza di questa vitamina praticamente in tutti gli alimenti industriali: l’additivo E306, che corrisponde alla vitamina E di origine naturale, viene utilizzato per preservare le materie grasse, le sostanze coloranti e le vitamine dal deterioramento dovuto all’ossigeno. Trova inoltre impiego anche nelle formulazione cosmetiche, soprattutto nei prodotti per l’abbronzatura: la vitamina E prepara la pelle all’esposizione solare e combatte il processo di invecchiamento.
Rallentare l’invecchiamento è dunque possibile se seguiamo una dieta variata e ricca di alimenti di origine vegetale, avremo a disposizione il pieno che soddisfa il fabbisogno giornaliero.
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