ALFIE EVANS : QUANDO IL LEGISLATORE DIMENTICA LA COMPASSIONE

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Alfie Evans : una storia di un piccolo angelo che ha commosso e diviso l’opinione pubblica sulle due sponde della Manica.

I FATTI:

Ad inizio anno il piccolo Alfie Evans viene ricoverato in terapia intensiva presso l’ospedale

Alder Hey di Liverpool a causa di una infezione delle vie respiratorie.

Viene diagnosticata una rara malattia neurodegenerativa, la Sindrome da deplezione del DNA mitocondriale.

In breve gli organi vitali del bimbo, tra i quali il cervello e le vie respiratorie, invece di svilupparsi stanno regredendo; un processo irreversibile, per il quale ad oggi non esistono cure.

Un verdetto straziante, cui i giovani coniugi Evans non vogliono arrendersi, al quale si aggiunge poco dopo una sentenza dell’Alta Corte Britannica, che intima lo spegnimento dei macchinari che mantengono in vita la sfortunata creatura. Perché alla battaglia contro i medici – che non lasciano alcuna speranza di sopravvivenza al piccolo – si aggiunge la battaglia contro il sistema legale inglese, che in questi casi mostra un approccio calvinista e privo di compassione: se non vi sono fondate possibilitá di guarigione per un paziente, le cure devono essere interrotte, dirottando risorse umane e tecnologiche verso altri pazienti ugualmente bisognosi ma con maggiori probabilitá di recupero.

Il nostro Paese si mobilita,

concedendo ad Alfie la cittadinanza italiana per motivi umanitari su appello di Papa Francesco, e l’Ospedale pediatrico “Bambin Gesú” di Roma offre il proprio aiuto.

Invano: i giudici d’Oltremanica non autorizzano l’espatrio e dispongono l’immediato distacco dei dispositivi salvavita. Nonostante spasmi e convulsioni il piccolo Alfie Evans non sembra volersi arrendere e sopravvive cinque giorni senza respiratore. Fino a spegnersi ieri alle 2.30 del mattino, dopo che il coraggioso padre aveva praticato un’ultima respirazione bocca a bocca.

Chi scrive é padre di una creatura che ha grosso modo l’etá del piccolo Alfie e la vicenda ha riempito il cuore di tristezza ed angoscia: quante volte abbiamo assistito a prodigiosi recuperi di pazienti senza una plausibile spiegazione medica? Il Regno Unito – paese per altri versi piú progredito e civile dell’Italia – deve porsi seri interrogativi etici, medici e legislativi, valutando l’opportunitá di riformare la legge, tutelando maggiormente la volontá genitoriale.

Altrimenti la linea di demarcazione tra chi sopravvive e chi non ce la fa finirá con coincidere con il censo di chi puó permettersi o meno le cure di una clinica privata.

Alex F. Romeo

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