Gestire i comportamenti irritanti dei figli

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di Andrea Maggio

Sei al telefono e tuo figlio si è aggrappato prepotentemente sulla tua gamba perché vuole a tutti i costi che giochi con lui…

Siete a tavola e tua figlia non ne vuole sapere di mangiare le lenticchie che hai cucinato con amore per lei, la sua bocca è serrata e ogni tentativo di farle assaggiare le lenticchie si trasforma in una fontana…

Queste sono situazioni piuttosto ricorrenti in famiglia e sono un esempio di quei comportamenti che fanno dannare ed irritare i genitori. Vediamo qualche indicazione per provare qualcosa di diverso dalle solite urla e scapaccioni.

Perché un bambino si comporta “male”

Per riuscire a gestire al meglio capricci, piagnucolii, aggressività dei nostri pargoli è importante capire cosa si cela dietro questi comportamenti.

A tal proposito, come genitori dobbiamo considerare che i comportamenti dei nostri figli sono sempre finalizzati al raggiungimento di uno specifico obiettivo. Nello specifico, in queste occasioni gli obiettivi perseguiti sono prevalentemente:

  • Ricerca di attenzioni
  • Esercizio del potere
  • Vendetta e/o rivincita
  • Assunzione di inadeguatezza

Quello che emerge è che i figli perseguono questi obiettivi in modalità erronea sbagliati per ottenere quello di cui hanno bisogno e che in realtà è giusto e bene che ottengano: attenzioni, connessione, capacità decisionale ed autonomia, amore e rispetto, fiducia ed incoraggiamento.

Pensare di più ai nostri comportamenti di genitori

La noia, la frustrazione spingono i nostri piccoli a riempire questi vuoti scomodi con la nostra presenza, soprattutto se siamo stati lontani da casa tutto il giorno o se siamo con la testa sempre altrove.

Se decidiamo tutto per i nostri figli è normale che cerchino la prima occasione di esercitare un minimo di potere decisionale visto che è un loro bisogno primario.

Quando siamo autoritari, e ogni occasione è buona per riprendere, sgridare o punire i figli ecco che stiamo generando risentimento che inevitabilmente si trasformerà in rabbia, vendetta o rivincita.

Se non diamo fiducia ai nostri figli lasciandoli sperimentare, mostrando loro che siamo convinti che ce la possono fare, anche a costo di sbagliare, allora stiamo minando la loro fiducia in se stessi facendoli sentire inadeguati.

Essere consapevoli ed agire in maniera diversa

Aumentare la nostra consapevolezza del perché i nostri figli si comportano in un certo modo ci consente di accogliere la loro frustrazione e il loro bisogno prima di giudicarli e punirli. Intervenire nel modo appropriato, equilibrato, senza urlare o dare in escandescenza è una responsabilità degli adulti.

I nostri figli non sono in grado di controllare emozioni e pensieri fino alla tarda adolescenza.

Agire avendo in mente i bisogni dei nostri figli e aiutarli a capire come interagire quando hanno bisogno di qualcosa è il modo migliore per ridurre le occasioni di scontro e avviare un percorso di crescita che è inevitabilmente lungo.

Ecco allora l’importanza di dedicare ai nostri figli del tempo di qualità tutti i giorni, non serve molto ma serve continuità e presenza totale.

Non meno importante è la necessità di lasciarli liberi decidere ovviamente garantendo sicurezza: quali cibi sperimentare, quali vestiti mettere, quale sporta praticare, ecc. Le piccole e grandi decisioni aiutano i nostri figli a crescere sicuri ed autonomi.

Limitare se non azzerare le punizioni magari facendo leva sulle conseguenze ci consente di rispettare la libertà decisionale di nostro figlio/a e di far capire che ogni scelta genera delle conseguenze di cui si è responsabili.

Dare spazio all’incoraggiamento, infine, dovrebbe essere la normalità e non l’eccezione. E’ bene premiare l’impegno, celebrare i successi anche piccoli, per dimostrare che i nostri figli ce la possono fare e che possono contare sulle loro capacità

 Andrea Maggio

Tempo di lettura: 1’ 50”

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