In Marocco la lavorazione dei pellami è un’attività piuttosto diffusa. Si lavorano pelle di pecora, capra, dromedario e cuoio bovino.
Fes è la città più famosa per questa attività e soprattutto il luogo più antico del mondo per le lavorazioni delle pelli. Le origini della conceria di Fes risalgono al medioevo e il metodo della concia è invariato da 1000 anni.
Più volte ho visitato la conceria di Fes la quale non e’ facilmente accessibile dai vicoli della medina, ma puo’ essere vista dall’alto di una terrazza di un negozio di articoli in pelle. Lo spettacolo è unico, ti lascia incantato. Ma dietro a tutto ciò si nasconde anche una dura realtà.
I conciatori/tintori ossia colore che lavorano in questo luogo (come in tante altre parti del Marocco e del mondo) sono immersi per tutto il giorno nelle pozze contenenti una miscela di acqua ed escrementi di piccione.
Questa miscela sviluppa ammoniaca che agisce come soluzione per il rammollimento e permette alla pelle di diventare malleabile in modo da assorbire perfettamente il colorante.
Il processo di lavorazione nella conceria di Fes è piuttosto complesso e richiede essenzialmente tre passaggi:
- Tre giorni circa di lavoro per pulire le pelli, immergendole in una miscela di orina bovina, calce viva, acqua e sale; questa operazione serve a far staccare il grasso e i peli dell’animale. Si continua con un’operazione manuale, dopodiché le pelli vengono inserite in vasche contenenti il guano (escrementi di piccione) per ammorbidire la pelle e prepararle ad assorbire il colore.
- Dopo aver asciugato le pelli al sole per tre, quattro giorni, si passa alle vasche per la colorazione della pelle, utilizzando colori naturali: il fiore di papavero per il rosso, l’indaco (blu), l’henné (arancione), il legno di cedro (marrone), la menta (verde) e lo zafferano (giallo). Altri materiali utilizzati per la tintura sono la polvere di melograno, che viene strofinata sulle pelli e l’olio d’oliva per dare lucidità.
- Ultimo step le pelli vengono messe nuovamente ad asciugare lungo le staccionate o i muri che separano la conceria di Fes dalle normali abitazioni.
I visitatori che vanno ad affacciarsi per ammirare la Conceria di Fes vengono forniti di menta fresca da tenere attaccata al naso per alleviare, per quanto possibile, la puzza di carne in putrefazione e di concianti chimici. Vi assicuro che la menta è servita a ben poco …
Quello della conceria di Fes è un lavoro duro, a contatto continuo con liquidi nocivi per la salute. Va da se capire l’effetto spesso letale nel tempo che questo lavoro ha sugli uomini. Negli ultimi anni lo stato del Marocco ha imposto un orario ridotto e adeguato al lavoro e riconosciuto un’ indennità ai conciatori.
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