La città ideale.

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di Fabrizio Daloiso

Il concetto di “città ideale” nacque in Italia durante il Rinascimento, con l’obiettivo di rendere più razionale l’organizzazione degli spazi urbani.

Questa idea di “città ideale” mi fa venire in mente il bellissimo dipinto appunto “La Città ideale” di fine 1400, una delle immagini simbolo del Rinascimento italiano, creato alla corte di Federico da Montefeltro e oggi conservato nella Galleria Nazionale a Urbino.

Nelle corti dell’Italia rinascimentale l’armonia e la bellezza dell’architettura urbana coincidevano con la saggezza e la lungimiranza del governo politico.

Altri tempi direi.

La ricerca della città ideale, anche quella dove pensare di trasferirsi un giorno, lontano dalla caotica e sempre meno vivibile Roma, è una delle mie fissazioni quando viaggio.

Ma quali caratteristiche dovrebbe avere la “città ideale” ai giorni nostri, e quali per il futuro?

Oggi chi progetta e costruisce o trasforma una città moderna, deve rispondere a nuovi quesiti.

La spinta all’urbanizzazione, considerando che in pochi decenni la maggioranza della popolazione mondiale sarà concentrata in megalopoli, pone problemi complessi ai progettisti e ai politici.

Come potranno queste città, caratterizzate da un’altissima densità di popolazione, garantire il benessere minimale per i cittadini?

Potranno assicurare l’accesso ai servizi, dimostrarsi inclusive per tutti, offrire una vivibilità sufficiente?

Avranno modo di mettersi in relazione con il territorio circostante nel rispetto dell’ambiente, assieme a tutti i servizi indispensabili per la nostra vita?

Sono tutte domande importanti e difficili da risolvere in poco tempo, che si vanno a scontrare con problematiche globali come:

  • il cambiamento climatico,
  • la progressiva scarsità di risorse energetiche e idriche, o alimentari,
  • i flussi migratori mondiali.

Oltre ai politici, scienziati, ingegneri, architetti e urbanisti, serve il contributo di tanti esperti fisici, chimici, agronomi, geologi, medici, tutti per rispondere alla complessità del vivere moderno.

E allora nel mio girovagare, anche all’estero, recandomi spesso in Spagna mi sono imbattuto in città interessanti che hanno affrontato e qualche volta risolto con il passare degli anni alcune di queste tematiche, venendo incontro alle esigenze dei loro abitanti.

Tra le tante città spagnole visitate, a sud e nord del paese, a distanza di 15 anni, ho visitato nuovamente la splendida Valencia, incredibilmente vivibile, a dimensione di uomo, funzionale, rispettosa, accogliente, pulita, ecologica, gente cordiale e gentile.

Trasporti urbani funzionanti a meraviglia, un bel sistema integrato di metro, bus e tram, poco traffico cittadino di auto, lunghe e integrate piste ciclabili, e un centro cittadino praticamente un’isola pedonale.

Valencia è una città in cui convivono armoniosamente due anime: quella antica del centro storico, con splendidi edifici barocchi e gotici, con le chiese medievali e quella più giovane, al di là del fiume Turia.

L’antico letto del fiume Turia, fiume che è stato deviato per evitare le continue inondazioni della città, è un immenso giardino, uno spazio verde di dieci chilometri transitabili a piedi, in bici, con i pattini, che attraversa la città con zone ludiche e sportive, con gente di tutte le età che passeggiano amabilmente e passano momenti di relax all’ombra di alberi e piante rigogliose.

Percorrendo in bicicletta il giardino del fiume Turia si scopre l’altra anima di Valencia: la zona moderna di fronte al centro storico e poi la zona verso il mare costruita alla fine degli anni ’90.

E lì si rimane incantati ad ammirare la Las Ciudad de las Artes y las Ciencias:

il complesso architettonico costruito da Santiago Calatrava, formato da 5 edifici, circondati dall’acqua.

Mi è sembrato proprio di essere proiettati nel futuro.

E poi sempre in biciletta si arriva qualche chilometro al mare, incontrando il grande porto che ha ospitato la Coppa America di vela nel 2007, e si può camminare lungo la bianca playa de Las Arenas.

Negli ultimi anni, sempre più turisti hanno deciso di visitare questa città.

Sempre più studenti si sono recati a studiare presso quelle Università, e qualcuno è rimasto lì.

Mi è sembrata una città adatta per giovani, per adulti, per anziani, per famiglie, per amici, insomma per chiunque.

Insomma Valencia è una città tranquilla, a dimensione, ha un clima sempre mite, è ricca di eventi, di sera è viva.

È una città di tradizioni, che fanno assaporare la Spagna autentica, e nello stesso tempo è anche moderna, innovativa e giovanile.

Valencia è una città che si lascia voler bene, è una città adatta per viverci, e posso dire che rientra nella mia lista delle città ideali.

Fabrizio Daloiso

Tempo di lettura: 1’50”

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