L’Italia, i format TV sul cibo e l’eccesso alimentare

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Una volta, a quelli che non avevano la voglia o la possibilità di studiare si diceva: “finirai a fare il manovale o il cameriere”.

Senza nulla togliere a queste due oneste e lodevoli attività professionali, fatte di sacrifici e di fatica vera, è in atto una vera e propria rivoluzione dei mestieri.

Se quella del manovale è una professione che soffre la crisi del settore edilizio, quella del cameriere sta subendo un grande cambiamento.

Tocca tutti quelli che oggi lavorano in ristoranti, trattorie e pizzerie persino tavole calde.

E la televisione con i suoi format su cucina e ristorazione ci ha messo parecchio del suo.

Complici i vari Masterchef e i talent dedicati alla gastronomia, le figure di cuochi e chef sono diventate quelle di star televisive di primaria grandezza.

Alcuni personaggi come:
  • Antonino Cannavacciuolo
  • Joe Bastianich
  • Bruno Barbieri
  • Giorgio Locatell
  • Carlo Cracco

sono ormai nell’immaginario collettivo così come i loro programmi.

Masterchef Italia, Cuochi d’Italia, Cuochi e fiamme, Il boss delle torte, Top Chef Italia, Alessandro Borghese di 4 Ristoranti in Italia, Cuochi e fiamme con Simone Rugiati, Unti e bisunti con Gabriele Rubini, ex rugbista, al secolo Chef Rubio, Ci pensa Mainardi, I Menù di Benedetta con la Parodi e poi Hell’s Kitchen con la star tv Gordon Ramsey , Spie al Ristorante con il detective della ristorazione Charles Stiles tanto per citarne alcuni sia italiani che internazionali.

Tutti questi programmi mettono il cibo e il buon bere al primo piano sia quando sono basati sul:
  • meccanismo del talent show o gara di cucina tra singoli chef o aspiranti tali (Masterchef)
  • semplice storytelling ovvero uno show su come si preparano i piatti (Chef Rubio, Benedetta Parodi)
  • rilancio di un ristorante e il lavoro dei suoi addetti (Ristoranti da incubo)
  • settore cosiddetti di nicchia, come i format sulla pasticceria (Il boss delle torte)
Sulla scia di questa tendenza è cresciuto l’interesse per le professioni come:
  • cuochi, chef, executive chef e via dicendo
  • pasticceri
  • enologi
  • specialisti di prodotti (funghi, tartufi ecc)
  • personale di sala e accoglienza.

Tutto grazie a una nuova cultura del mangiare che sta crescendo in maniera esponenziale.

Tanto che a volte sembra che in tv (oltre ai talent musicali) non ci sia altro che cibo, ristoranti, gastronomia e cucina.

Di sicuro questi format hanno alzato il livello qualitativo dei nostri pranzi e delle nostre cene, sia in Italia che all’estero.

Se nel nostro Paese la capacità di cucinare bene era già un valore, in altre nazioni, prive di know how, hanno elevato quello di molti ristoranti.

Oggi molti ristoratori devono affrontare clienti sempre più acculturati ed esigenti.

Gli italiani si dice che siano l’unico popolo che mentre è a tavola a mangiare, parla di cibo.

La tv gastronomica ha aumentato questo interesse. Oggi il mangiare è un valore sempre più dominante. Persino i camerieri andando in tv, si sono dovuti adeguare.

Sottoposti a pagelle e giudizi, non possono permettersi il lusso di sbagliare una comanda o dimenticare una voce del menù

Tantomeno non vantare la conoscenza di un tipo di tartufo, di fungo, di una qualità di riso.

In città come Londra, dove i giovani studenti sbarcavano il lunario servendo ai tavoli, oggi si chiede una professionalità elevatissima, capacità di intrattenere i clienti tanto da fare il marketing del ristorante.

Questo settore risente meno della crisi, e se si lavora con giudizio sui costi si può pensare che quello della ristorazione rimanga un grande business.

Si ma per chi?

Quasi mai per chi ci lavora come dipendente. Specie in Italia.

Le richieste dei datori di lavoro, sono sempre più alte.

L’offerta economica non sempre adeguata.

Per il servizio ai tavoli si da priorità a chi aspira a fare il Maitre a vita e non per una breve parentesi esistenziale.

Camerieri preparatissimi in grado di parlare 2 o 3 lingue, di buona presenza, forti doti relazionali, disponibili a orari duri e snervanti, pagati 600, 700 euro al mese.

Cuochi gourmet, in grado di cucinare portate sopraffine, sottoposti un lavoro duro e orari impossibili senza sabati e le domeniche, pagati dai 1000 ai 2000 euro al mese.

Stage interminabili, precariato diffuso, lavoro nero, difficoltà a costruire un futuro, ma con standard qualitativi di rendimento sempre più alti anche per colpa dei programmi tv e chef diventanti movie star.

Mentre i medici consigliano di diminuire le calorie se si vuole invecchiare bene ed evitare patologie legate agli eccessi di cibo e di alcool, la platea televisiva si ingozza catodicamente, come se non ci fosse un domani e come se le risorse per mangiare, di tutto e in qualsiasi momento fossero illimitate sul pianeta e magari anche a chilometro zero.

Persino nelle rubriche dei TG e per non parlare dei siti web, dove si trova di tutto dalle news ai video cibo-dedicati.

Ogni tanto sullo schermo, passa lo spot sui bambini africani denutriti o sotto alimentati e a seguire i programmi di medicina con i consigli per l’eccesso di zuccheri e le malattie cardiovascolari e le patologie causate dalla cattiva alimentazione che dieta mediterranea o no, esistono anche da noi con una crescente percentuale di obesi e diabetici.

Ci sono anche i programmi sui Nas, il nucleo anti frode alimentari della giudiziaria, che scoprono orrori indicibili nelle celle frigorifere o nelle cucine di posti dove magari andiamo a farci una bistecca, mangiare una pizza o un involtino primavera (per questi c’è Cucine da incubo).

Ma poi in prima serata, e non solo, dominano i food show e torna il tripudio dell’abbondanza e della vanità culinaria che da un lato fa godere il palato, con ristoranti e chef stellati o aspiranti tali, dall’altro ci appassiona a professioni e stili di vita di cui si vedono più le luci che le ombre.

Mangiare per vivere o vivere per mangiare?

La questione resta aperta ma se la tv è maestra di stili di vita e di cultura, sarebbe il caso di parlare un po’ meno di cibo, anche per non inflazionare il tema e non dare la sensazione illusoria che il cibo sia tutto e non solo una componente della nostra vita di tutti i giorni.

Claudio Razeto

Tempo di lettura:1’30”

Foto tratta da: http://www.sudlife.it/gordon-ramsay-chef-piu-stellato-al-mondo/

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