“Non plus ultra”. Secondo la tradizione, questa iscrizione era posta sulle colonne d’Ercole e identificava i confini del mondo.
Dopo la scoperta dell’America, Carlo V, per celebrare le sue imprese, trasse il motto “plus ultra”.
Oggi ci stiamo preparando ad andare oltre e ad entrare nel metaverso ovvero “oltre l’universo”.
Metaverso è un termine formato da meta (dal greco “oltre”) e da universo, coniato nel 1922 da Neal Stephenson in un libro di fantascienza (Snow Crash), dove il metaverso è descritto come un mondo virtuale a cui le persone si collegano tramite dispositivi tecnologici di realtà aumentata e vi possono realizzare in 3D tutto ciò che vogliono:
- negozi,
- uffici,
- locali dove tutti si possono incontrare e interagire.
Quello che era solo un concetto astratto è stato sviluppato prima con i videogiochi e poi dal cinema.
L’esempio più celebre forse è Matrix (1999), in cui l’umanità è inconsapevolmente intrappolata all’interno di una realtà simulata, Matrix appunto, che le macchine intelligenti hanno creato per distrarre gli umani mentre usano i loro corpi come fonte di energia.
Nell’ultimo anno è letteralmente scoppiata la febbre del metaverso:
Tutti ne parlano, tutti lo vogliono. Mark Zuckerberg ha cambiato il nome Facebook in Meta, descrivendo il progetto come un “internet in cui invece di visualizzare solo i contenuti, ci sei dentro”.
Insomma, è un buon momento per chiedersi: cos’è esattamente il metaverso?
Come ci si entra e come funziona e soprattutto come potrebbe cambiare le nostre vite?
Proviamo a spiegarlo in modo semplice.
Cos’è il metaverso
Un’espansione virtuale del mondo reale, dove è possibile interagire attraverso un avatar e tramite dispositivi tecnologici e indossabili, come smart glasses, caschi e visori di realtà virtuale, guanti e tute tattili.
Un mondo digitale dove la realtà virtuale è profondamente connessa al web e in cui le persone possono vivere una vita parallela a quella del mondo reale.
Insomma è una specie di “Internet portato in vita”, un ambiente virtuale in cui è possibile entrare invece di limitarsi a guardarlo su uno schermo.
Ma non cadiamo nell’errore di pensare che metaverso e realtà virtuale siano la stessa cosa:
Il metaverso è la realtà virtuale proiettata nella rete e condivisa da tantissime persone allo stesso tempo, in cui si può assumere la propria identità o una nuova identità digitale, entrare in contatto con altre persone e cose, e svolgere attività sociali.
Vivere una seconda vita parallela, come in un enorme videogame.
Caratteristiche del metaverso
Per quanto il metaverso sia ancora un progetto in corso, cominciano a delinearsi le prime caratteristiche:
Gli utenti si muovono liberamente in spazi tridimensionali, utilizzando degli avatar dove si può creare, lavorare, giocare, e anche concludere accordi commerciali.
Il metaverso è una struttura tecnica condivisa e non è di proprietà delle aziende.
Gli spazi virtuali possono essere creati dagli utenti stessi che li mettono a disposizione di altri utenti.
Alla base degli spazi virtuali ci sono degli standard tecnici compatibili, protocolli, l’interoperabilità, la proprietà digitale, la tecnologia blockchain e legislazioni che ne regolano l’uso.
Per rendere possibile il collegamento tra lo spazio reale e quello digitale si usano la realtà aumentata e tecnologie di realtà ibride.
Si possono utilizzare valute virtuali e reali.
Conclusioni
Siamo solo all’inizio di un fenomeno che impatterà sulla Digital Transformation proponendo nuovi modelli economici, culturali, manageriali, sociali e organizzativi.
Ad oggi è difficile prevederne gli sviluppi e capire quanto inciderà nelle sue concrete applicazioni l’eventuale preferenza delle persone per la realtà fisica rispetto a quella virtuale.
Quello che è certo è che il Metaverso riguarda e riguarderà diversi aspetti del nostro modo di vivere e lavorare: grazie ad esso per la prima volta la tecnologia offre a tutti la possibilità di creare i propri mondi virtuali tridimensionali, popolarli con la creatività ed esplorare una realtà aperta all’arte, i servizi, la collaborazione e la comunicazione.
Alberto Aiuto
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