Quest’anno il premio Nobel per la medicina è stato assegnato all’ungherese Katalin Karikó e l’americano Drew Weissman, che hanno messo a punto il metodo dell’mRna usato per i vaccini contro il Covid.
Questo premio “ha dato visibilità ad un lavoro che dura da oltre 20 anni, riconoscendo la visione e l’abnegazione dei due scienziati e la loro resilienza, anche quando nessuno credeva in loro”, ha commentato Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).
Un vaccino non è un farmaco qualsiasi, deve essere efficace, ovviamente, ma anche ultrasicuro perché viene somministrato a gente sana e non ci si può permettere che qualcuno di loro si ammali a causa del vaccino.
Per avere un vaccino efficace, fino a qualche anno fa, ci volevano fra i dieci e i quindici anni, averlo in undici mesi per il Covid-19 è stato semplicemente fantastico.
La tecnologia dell’mRNA è stata “partorita” ad opera di Katalin Karikó dopo una “gestazione” quanto mai lunga, difficile e complessa, durata ben 30 anni! Eh sì, la vita succede quando noi pensiamo ad altro (John Lennon).
Il fatto è che non sappiamo nulla della “ricerca teorica”.
Quella che non fa notizia. Nessuno sa che esistono dei pazzi visionari a cui non interessa di rispondere alle nostre domande immediate.
A loro interessa solo inseguire le proprie intuizioni e cercare di dimostrare la loro teoria, con approcci innovativi e alternativi alle conoscenze attuali. E quando ci riescono, rivoluzionano il mondo.
Premio Nobel per la medicina 2023. Vaccini a mRNA: un’idea promettente
La vita è cambiamento. Le nostre cellule si rinnovano ogni mese.
Pure in questo momento, anche mentre stiamo leggendo. Questo avviene grazie all’RNA messaggero (mRNA), una molecola che trasporta le informazioni genetiche codificate nel DNA alle cellule, per fabbricare le sostanze necessarie a svolgere processi fisiologici come la digestione, il metabolismo e anche la risposta ai patogeni.
Insomma questa molecola è come un autobus che trasporta informazioni, ma rottamato subito dopo. Ora, visto questo meccanismo naturale, perché non realizzare un mRNA sintetico capace di indurre le cellule a creare particolari proteine secondo le nostre necessità?
Potrebbero essere enzimi per ridurre gli effetti di una malattia, fattori di crescita per ripristinare attività nel sistema nervoso, o ancora anticorpi per renderci immuni da specifiche malattie.
A questa intuizione hanno lavorato prima Katalin Karikó che dimostrò nel 1989 come fosse possibile introdurre nelle cellule umane un mRNA, e poi, nel 2005, Drew Weissman, che dimostrò la possibilità di ottenere un mRNA modificato che non attivava la reazione infiammatoria del nostro corpo.
Premio Nobel per la medicina 2023. Dalla teoria alla pratica
Nel caso del Covid, il vaccino stimola la risposta contro la famosa proteina spike, la chiave con cui il virus riesce ad agganciarsi alle cellule umane.
E se anche il virus modificasse la struttura di questo gancio per continuare a contagiarci, sarebbe relativamente semplice sostituire le parti mutate nel vaccino (la sintesi del mRNA è chimica invece che biologica).
I vantaggi dei vaccini a mRNA, rispetto ai vaccini tradizionali, comprendono la velocità di produzione, il “basso” costo di produzione, e l’induzione di immunità cellulare nonché immunità umorale.
“Grazie a loro milioni di vite sono state salvate e il mondo è tornato a riaprirsi” è la motivazione dell’Assemblea Nobel che ha assegnato il premio.
Il loro lavoro ci ha permesso di superare “una delle peggiori minacce alla salute umana dei tempi moderni”.
Premio Nobel. Il futuro prossimo venturo.
L’impressionante flessibilità e velocità di questi vaccini apre la strada all’utilizzo della nuova piattaforma nella prevenzione/terapia di altre malattie infettive.
Ma non è tutto.
La strada per arrivare all’impiego del farmaco è stata lunga e lastricata di numerosi insuccessi.
Oggi si sta imparando a utilizzare i vaccini in modo nuovo.
Nel futuro prossimo, questa tecnologia potrebbe essere utilizzata anche per “produrre” proteine ad azione antineoplastica e trattare alcune forme di cancro.
Spesso i criteri di assegnazione del premio ci sfuggono: solo gli addetti ai lavori ne comprendono il vero significato. Stavolta abbiamo toccato con mano l’importanza di questa scelta.
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