Orso latente

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di Gaetano Buompane

Sarà per qualcosa che ho mangiato? Devo ammettere che ultimamente ho abusato con i condimenti grassi e gli zuccheri. Troppi aperitivi. Troppo vino.

Sento che stanno tornando i miei problemi di gastrite e di reflusso. Gonfiore addominale, pesantezza, alitosi. Insomma, non mi sento tanto bene.

Da un paio di giorni lei non dorme accanto a me. Dice che ho il sonno agitato, russo e emano un odore forte. Si è sistemata nella stanza dei bambini.

Mi farà bene stare un po’ da solo. Forse ho bisogno di riposo. Alle volte mi prende il desiderio di dormire per settimane.

Quando sto così divento insopportabile, lo confesso. Deve essere difficile stare accanto ad un uomo brontolone, che si lamenta sempre, che trova una scusa per qualsiasi cosa.

Dovrei mettermi nuovamente a dieta. Trovare una valvola di sfogo. Andare in palestra, in piscina. Il problema sono gli altri. Lo sporco. Il cloro disinfetta, ma nuotare nella stessa acqua dove il vicino di corsia si è appena soffiato il naso con forza, mi disgusta.

Preferisco non uscire da qui, stare sdraiato sotto le coperte. Tra l’altro il mio corpo mi sembra così pesante. Anche girarmi su un fianco è diventata un’operazione faticosa.

Non è depressione, ne conosco bene le avvisaglie. Il fatto è che ultimamente provo una maggior repulsione per il genere umano. Sento il desiderio di isolarmi. Mi sono chiuso in camera. Lasciate stare papà, non mi disturbate, sto male!

Non capisco, ad esempio, come si possa essere così folli e codardi per attentare alla vita di bambini innocenti dentro una scuola. L’incomprensione e la tristezza si trasformano in rabbia, nel desiderio di digrignare i denti, urlare e sfasciare tutto.

Allora è meglio se me ne sto da solo, almeno per un po’. Riposo e digiuno, tra qualche ora mi faccio preparare un riso in bianco e starò meglio.

Lei apre la porta, solo uno spiraglio e mi chiede se va tutto bene, ha sentito come una specie di bramito.

Le rispondo che va tutto bene, ma dalla mia bocca esce un verso animalesco. La porta si chiude sbattendo e i bambini urlano.

Mi alzo dal letto, goffamente. Nella penombra gli spazi sono più stretti. Sbatto nei mobili, nella sponda del letto.

Apro la porta della stanza con fatica ed entro nella sala, pronto a dover affrontare chi stia minacciando la mia famiglia. Sono una bestia dall’istinto assassino. Urlo. Finalmente posso dare sfogo alla mia rabbia.

Ma ci sono solo loro, abbracciati. Lei protegge i nostri figli e mi guarda con terrore.

Mi giro verso lo specchio accanto alla porta e vedo un orso, peloso, enorme, con la bava alla bocca.

Il piccolo, piange, dice che l’orso ha mangiato il suo papà. Ruglio che sono io il loro papà, ma li spavento ancora di più. Sono orribile, irriconoscibile. Artigli e denti affilati.

Non è niente, adesso passa, andrà tutto bene.

Gaetano Buompane

Tempo di lettura: 1’10”

Foto da Pexels

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