Parlate voi, adesso

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di Gaetano Buompane

Allora, vi prego, adesso parlate un po’ voi. Fatemi sentire che ne pensate, buttate là qualche idea, fate un brainstorming. Perché io, sinceramente, non so più che pesci prendere.

Sono un uomo confuso e mi tremano anche un po’ le mani al solo pensarci.

Sapete quando uno parla, dice delle cose, ma si sente che nemmeno lui ci crede troppo a quello che dice? Ecco, una mollezza nella voce e nella postura del corpo che anticipa lo svenimento.

È ovvio che poi la gente mi creda pazzo, è sicura che mi sia rincretinito.

Il peggio è che una volta da solo in casa, ripensandoci meglio, mi vengono in mente certi bei discorsi da fare, con paroloni perfetti che da soli riescono ad esporre concetti anche di una certa profondità.

La frustrazione, lo capite bene da soli, è doppia. Per questo ho voglia di sedermi e starmene in silenzio ad ascoltare. Magari ad occhi chiusi e la testa appoggiata all’indietro, come quando ascolto la musica classica.

Di cosa mi volete parlare? Del traffico a Palermo che, nonostante tutto, continuerà ad essere un problema?

Del calcio, che da noi è già morto da un pezzo ancora prima che se ne vadano, uno dopo l’altro, i nostri ultimi veri campioni?

Delle menzogne che bruciano più della benzina?

Ditemi voi, io me ne sto qui, buono buono. Prometto di non interrompervi. Comunque non saprei come ribattere, dove andare a pescare argomenti per arricchire la conversazione.

Quindi, tanto vale che mi taccia. Nemmeno se incominciaste a parlare della mezza stagione saprei che dire. Che non esiste più, ad esempio.

Il rischio, vi avverto, è che mi addormenti. Ho un sonno arretrato di almeno 7 anni, da quando è nata mia figlia. Ovvero, se l’argomento non dovesse essere di grande interesse, potrei cominciare a russare.

In questo caso fatemi la cortesia di mettetemi quel plaid addosso e spegnete la luce prima di uscire. Di notte, di questi tempi, fa molto freddo e la luce costa cara.

Quasi sempre ho degli incubi, scappo dalle mie paure e dalle mie angosce. Mi ritrovo in un mondo vuoto, privo di punti di riferimento, in cui incontro delle ombre minacciose che mi succhiano l’aria dai polmoni e mi lasciano in terra, agonizzante.

Alle volte, invece, faccio dei bei sogni, sembrano dei film avventurosi e io sono sempre una specie di eroe che salva il mondo.

Un luogo finalmente diverso, dove le nuove generazioni non abbiano più bisogno di imbrattare, gridare, farsi arrestare e morire per far capire ai più grandi che non esiste un altro posto dove poter vivere tutti quanti in pace.

Gaetano Buompane

Tempo di lettura: 1’45”

Foto da Pixabay

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